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Peterson, ritorno vincente. Milano travolge Caserta

Creato il 07 gennaio 2011 da Basket - Di Tutto Un Po'

Nell’anticipo della 13ª giornata di A la nuova Armani del quasi 75enne coach liquida 98-84 la Pepsi. Il “Nano ghiacciato” dopo un solo allenamento ha già impressionato lo spogliatoio con la sua determinazione

Dan Peterson, 74 anni, non allenava dal 1987. Ciam/Cast
Dan Peterson, 74 anni, non allenava dal 1987

Buona la prima, molto buona la prima. L’Armani Jeans bagna il ritorno di Dan Peterson con un successo 98-84 sulla Pepsi Caserta e con una delle migliori prestazioni stagionali in campionato. Non si cambia volto a una squadra in un giorno, ma radio spogliatoio parla chiaro: se lunedì tra i giocatori ci si divertiva a fare il verso al Coach e gli stranieri erano perlomeno perplessi, dopo il primo allenamento di ieri – “una vera sferzata di energia”, la descrizione di chi era in campo – erano in diversi a essere già conquistati dalla determinazione del nuovo allenatore. La nuova Milano è, per ora, tecnicamente figlia di quella di ieri, ma l’approccio è tutto nuovo e, statene certi, nessuno quanto il nuovo allenatore renderà la vita impossibile a chiunque pensi di accontentarsi.

nuova vita — Era un altro mondo quando Daniel Lowell Peterson si sedette per l’ultima volta su una panchina. I suoi ragazzi di allora sono diventati uomini e hanno avuto successo anche senza calcare i parquet: il suo vice Franco Casalini è uno stimato commentatore televisivo, Dino Meneghin è presidente della Fip, Mike D’Antoni allena i New York Knicks, Bob McAdoo fa il vice ai Miami Heat, Vittorio Gallinari è un agente di successo e ha un figlio che gioca da protagonista nella Nba; persino il cucciolo della squadra, Riccardo Pittis, ormai ha i capelli grigi ed è team manager della Nazionale. Era il 25 aprile 1987: il più vecchio in campo oggi, Mason Rocca, andava alle elementari e ad arbitrare al Palatrussardi (il Forum sarebbe sorto solo quattro anni più tardi) c’era Maurizio Martolini, padre di Alessandro che la coincidenza ha chiamato a dirigere la partita del ritorno di Peterson.

ad alto ritmo — Manca mezzora all’inizio quando il “Nano ghiacciato” (soprannome che lo stesso Dan ha tolto dalla naftalina in questi giorni) entra in campo, circondato da un inusitato numero di fotografi e operatori: la giacca marrone è molto “Milano da bere”, la freddezza dell’uomo di Evanston è solo apparente anche se nessuno può sapere cosa gli passi nella mente. L’AJ parte con un quintetto piccolo e qualcuno ricorda la “Banda Bassotti” di trent’anni fa, ma nessuno quanto Peterson sa che ripetere il passato sia uno dei modi peggiori per assicurarsi un futuro mediocre. Milano parte con grande determinazione e fatica solo dentro l’area dove Eric Williams impone chili e centimetri fino all’ingresso di Pecherov. L’ucraino si presenta con 9 punti in 3 minuti e Milano scatta avanti 25-17 con già 10 giocatori in campo, tutti desiderosi di giocarsi le loro chance per il nuovo corso. Si gioca ad alto ritmo, Milano è senza i fantasmi in testa delle ultime settimane mentre Caserta ci sguazza in un basket ad alto numero di possessi: Maciulis e Hawkins da una parte, Koszarek dall’altra sono tra i più efficaci. E’ decisamente una partita godibile con la Pepsi che per sei-sette volte spreca la palla del sorpasso: al riposo 48-44 per l’Armani (che ha tirato dal campo 41 volte contro una media stagionale di 30 per tempo), ma soprattutto facce divertite di chi ha l’impressione di avere ben speso i soldi del biglietto.

fortuna e sangue — La storia spesso si scrive anche con un po’ di fortuna, Peterson si gioca il suo primo bonus con una tripla estemporanea di Maciulis per il 58-49 al 24’. Poco dopo arriva quella di Pecherov per il 63-51. Caserta, reduce da 5 vittorie nelle ultime 7 partite, sente il fiato avversario sul collo: l’AJ sembra giocare senza pressione, gli extra pass fioccano e solo Williams continua a essere una spina nel fianco biancorosso. Quando Milano chiama time-out avanti 76-60 al 29’ si alza il coro unanime del pubblico che canta “Dan Dan Peterson”, felice non tanto per la bella prova quanto per la certezza di avere ritrovato una squadra che potrà anche perdere, ma che sputerà sangue. La Pepsi, semifinalista scudetto, non fa da sparring partner e l’AJ qualche vizio congenito ce l’ha quindi non è finita: 78-71 al 34’. Chi si aspetta qualche magata da Peterson, tipo la celebre 1-3-1, può attendere: Milano vince questa partita grazie all’applicazione su ogni possesso; allo stesso modo Peterson sogna di riconquistare l’Italia, non con gli slogan ma con il duro lavoro, lo stesso marchio di fabbrica che fece grandi i colori Olimpia e lo stesso con cui Siena ha fatto il vuoto nelle ultime stagioni.

peterson show — Il dopopartita è uno spettacolo nello spettacolo: in una sala stampa affollatata come non si vede da diverse finali scudetto a questa parte, il tecnico dell’Illinois ha messo in scena il terzo atto della sua recita. Telefonino acceso, che non smetteva di squillare, ha prima speso parole buone per tutti: “Grazie al pubblico che ha alimentato la nostra energia, grazie ai ragazzi che hanno disputato un’ottima partita, grazie ai miei assistenti che mi hanno dato l’idea di Hawkins su Di Bella e grazie a Bucchi perché abbiamo giocato coi suoi schemi”. Incalzato ha condiviso un po’ le sue emozioni (“Io sono di ghiaccio, ma sono sempre umano e l’adrenalina scorreva già dal riscaldamento”), ha escluso rivoluzioni (“In vita mia ho tagliato solo un giocatore, Wally Walker per Joe Barry Carroll, e anche i se i tempi sono cambiato e devo adeguarmi io credo molto nel gruppo. Per ora pensiamo solo a sostituire Van Den Spiegel”) e poi ha esaltato la politica dei piccoli passi: (“Scudetto? Non ci penso, il mio obiettivo è solo quello di migliorare di settimana in settimana. Per ora penso solo a domenica visto che ci aspetta Cremona che ha in Mahoric un allenatore favoloso”). Una battuta anche sul suo nuovo datore di lavoro, Giorgio Armani: “No, non ci ho parlato e non ho il suo numero. Spero gli abbiano dato la buona notizia che abbiamo vinto”. E finito il lavoro foto e autografi coi tifosi che lo attendevano all’uscita del Forum. Un fuoriclasse si vede anche nelle piccole cose.

Milano: Pecherov 21, Jaaber 16, Maciulis 13
Caserta: Williams 19, Jones 18, Di Bella 13

tratto da Gazzetta.it



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