Raccolgo le pezze
intrise di storia
incise nel tempo
da inchiostri indelebili.
Pelle graffiata da spine
d’alberi selvatici cresciuti
lungo la strada ghiaiosa.
Da lì un saluto al mare
confuso nelle prime foschie vaganti
dell’ottobre calmo.
Nelle vecchie cantine
l’odore del mosto
e l’aia piena di vinacce
essiccate al sole.
Toppe odoranti
di noci e ghiande
pronte a guarire sacchi di tela
dalle trame sanguinanti.
Poesia candidata al Premio internazionale di poesia Piccapane