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Pezzo di carta

Creato il 09 giugno 2010 da Renzomazzetti
Belvedere

Belvedere

In un mondo del genere non soltanto è impossibile che gli emigranti ottengano pane e lavoro, ma la cosa è si può dire ovvia. E’ anche impossibile che essi ottengano un cosiddetto pezzo di carta. E cos’è un uomo senza documenti? Meno di un documento senza l’uomo! Il cosiddetto foglio-Nansen, rilasciato agli emigranti russi dopo la rivoluzione e che – sia detto fra parentesi – non ha certo procurato loro una libertà di movimento incondizionata, è comunque impensabile per gli emigranti tedeschi. Naturalmente esiste un ufficio presso la Società delle Nazioni – si tratta di un commissariato inglese – il cui compito consiste nel regolare lo stato dei documenti degli emigranti tedeschi. Ma conosciamo bene la Società delle Nazioni, le lungaggini della sua amministrazione e le catene d’oro che legano le mani dei suoi commissari, anche dei più ben disposti. L’unico Stato che abbia finora rilasciato documenti validi agli emigranti tedeschi – che pure non significano piena libertà di movimento – è la Francia. Si tratta anche in questo caso di documenti consegnati a un numero limitato di emigranti tedeschi, quelli fuggiti in Francia prima di una determinata data – e solo a certi patti. E’ difficile, se non impossibile, ottenere, anche su un documento legale di quel tipo, il visto di un qualsivoglia altro Stato. L’Italia, la Polonia, la Lituania, e perfino l’Inghilterra accettano malvolentieri gli apolidi. Con un foglio del genere in realtà può viaggiare soltanto un eminente fuggiasco: un giornalista ebreo, un editore di giornale, un attore cinematografico, un regista: tutta gente che perlopiù conosce di persona gli ambasciatori e i ministri. Ci si domandi però in che modo, per esempio, un povero sarto ebreo può arrivare alla cancelleria. La sua condizione è veramente astrusa: è un emigrante e tuttavia è bloccato; è un uomo in fuga ma è trattenuto; deve errare in continuazione, ma non può più muoversi. E di questo deve ancora ringraziare il cielo, e soprattutto la polizia. In alcuni paesi civili dell’Europa, ogni anno le associazioni per la difesa degli animali organizzano singolari spedizioni aeree verso il Sud: gli uccelli migratori abbandonati in autunno dai loro compagni vengono raccolti e trasportati in Italia in apposite gabbie – dove peraltro la gente tende ad ucciderli e a farli arrostire. Ma dove esiste un’associazione per la protezione degli uomini che sia disposta a portare i nostri compagni senza passaporto e senza visto nel paese da questi agognato? Cinquemila rondini che in conseguenza di una legge di natura, palesemente non sondabile e non sondata, sono rimaste indietro, hanno dunque più valore di cinquantamila esseri umani? Un uccello non ha bisogno di passaporto, né di biglietto, né di visto – e un uomo invece viene messo in galera se non è in possesso di uno solo di questi tre pezzi di carta? Sono forse gli uomini più affezionati agli uccelli che ai loro simili? I torturatori degli animali vengono puniti mentre quelli degli esseri umani sono insigniti di importanti onorificenze. Gli stessi uccelli migratori – benché non ne abbiano bisogno - vengono talvolta trasportati con l’aeroplano da nord a sud e viceversa. Nessuna meraviglia che l’Associazione per la difesa degli animali, in tutti i paesi e in tutti gli strati della popolazione, sia più popolare della Società delle Nazioni. -Joseph Roth, tratto da Ebrei erranti, Adelphi, 1985.

BELVEDERE (auguri a Fanny)

Nella casa campestre

dipinta dalle rondini

paradiso degli animali

troviamo al fuoco di quercia

antichi dignitosi sentimenti

accoglienza ristoro conforto

animale umana fraternità.

-Renzo Mazzetti-


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