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P.G. Sturges: La Scorciatoia

Creato il 28 giugno 2012 da Fabriziofb

P.G. Sturges: La Scorciatoia

Con grande emozione annuncio a tutti i lettori che è in uscita oggi, per la collana Revolver di BD Edizioni, il romanzo La Scorciatoia, di P.G. Sturges.
Perché dovrebbe essere un’emozione, chiedete? Facile: perché l’ho tradotto io.

La storia è apparentemente molto semplice: l’ex-sommergibilista ed ex-sbirro Dick Henry risolve problemi. Sa far risparmiare tempo e denaro a chiunque sia abbastanza sveglio da decidere di ricorre ai suoi servigi, che si tratti di padroni di casa intenzionati a sfrattare gli inquilini morosi senza ricorre alle lunghe vie legali, o anziani mariti sospettosi e in fondo già stufi dei tradimenti delle giovani mogli fedifraghe.
Dal punto di vista degli affetti, certo, l’uomo-scorciatoia non se la passa molto bene: per quanto sia convinto di poter tornare da ex moglie e figli senza faticare troppo per riconquistarli, al momento le sue relazioni si riducono a una torbida e bollente storia di sesso con una hostess, un rapporto di quasi-amicizia con il collega Enrique Rojas, e una sorta di ossequioso affetto nei confronti di una vecchia padrona di casa…
E questa situazione, già non brillante, è destinata a precipitare.
Accettato l’incarico offertogli da Artie Benjamin, magnate del porno deciso a porre fine ai dubbi sulla fedeltà della sua bella e giovane moglie, Henry si trova senza scelta: se vuole sottrarsi a un’escalation di violenza tanto remunerativa quanto imprevedibile negli esiti, deve inventarsi qualcosa, e deve farlo alla svelta…

Paragonato ai romanzi di Raymond Chandler (tra gli altri da Michael Connelly, come attestato dallo strillo di copertina) in ragione di un certo romanticismo che emerge forte e chiaro nella narrazione(1), ma che pare più legato al tentativo di definire la psicologia del protagonista-narratore(2) che a una vera predisposizione stilistica dell’autore, questo primo lavoro di Sturges è in realtà una sorta di riscrittura di un soggetto a là James Cain(3) che apre le porte a una certa tendenza post-moderna al citazionismo e agli scherzi metanarrativi(4) e sposa i canoni del neo-noir più ironico e auto-ironico(5).
Ma insomma, cos’è questo La Scorciatoia, un hard boiled di stampo classico che rimanda a James Cain e addirittura a Chandler, o un neo-noir di taglio cinematografico con ambizioni da commedia nera?
Entrambe le cose. E nel tradurlo, nel tradurre questo romanzo, ho cercato di tenere conto delle sue due “anime”, di queste due anime del racconto che si riflettono, va da se’, nello stile stesso della narrazione, diventando due voci che si alternano tra le pagine saltando da un registro all’altro senza soluzione di continuità. Così, nel giro di poche righe, una tirata romantica e marloweiana lascia spazio a una scena d’azione o di sesso, o magari a uno sboccatissimo scambio di battute di dialogo, creando, con tutti gli slittamenti linguistici connessi, un curioso ma ben calcolato effetto discontinuità, piacevole benché a tratti spiazzante(6).
Nel tradurlo ho cercato di mantenere intatta questa caratteristica dell’originale, arrivando a stento a trattenermi dall’andare a riguardare Il grande sonno nella versione di Del Buono (tanto per fare l’esempio più ovvio), per non trovarmi poi -vittima di quella esaltazione teorica che mi contraddistingue- a dover resistere alla tentazione di inter-citare nei passaggi più classici, chandleriani(7) ecc.

Non ho ancora avuto modo di leggere la versione editata. Ma, insomma, spero proprio di esserci riuscito.

(1) Costruita in prima persona, secondo i dettami dell’hard boiled.
(2)“Ogni tanto, di notte, il clacson di un’automobile in lontananza o l’odore del vento tra gli alberi incontravano qualche vecchio ricordo, creando una fugace ondata di malinconia dolce-amara. I vecchi tempi, in cui tutto era semplice, innocente. E i sogni di allora, infranti, ingrigiti, ridicoli.”, si legge, tanto per fare un esempio, a p. 19. Questo romanticismo che scorre sotto la “dura” superficie, probabilmente inaugurato proprio dal Marlowe chandleriano, rientra ormai a pieno titolo tra i cliché del genere.
(3)Anche se qui non è lecito spiegarne i motivi, a lettura ultimata i lettori converranno che La Scorciatoia rimanda alla forma di La morte paga doppio.
(4)Proprio in ambito metanarrativo (e per fortuna solo in quello, o almeno così mi pare), Sturges si dimostra un esordiente: poco senso e scarsa coerenza hanno infatti i vaghi riferimenti alla carriera di suo padre, il regista Preston Sturges (http://www.imdb.com/name/nm0002545/ ), inseriti dall’autore all’interno del testo…
(5)Motivo per cui alcuni recensori hanno tirato in ballo Elmore Leonard.
(6)Alla fin fine, mi pare che proprio a questa improbabile convivenza sia legata buona parte del fascino de La Scorciatoia.
(7)E in effetti, oltre al già citato romanticismo, c’è un che di chandleriano, più nei modi che nelle atmosfere; basti guardare la tecnica “classica” utilizzata per introdurre i personaggi.


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