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“PhD, pregnant – Precariamente Incinta” di Diana Malaspina

Da Vivianap @vpicchiarelli

51yFJOPYc2L._AA258_PIkin4,BottomRight,-42,22_AA280_SH20_OU29_Un viaggio irriverente ed esilarante attraverso la gravidanza e la maternità, visto attraverso gli occhi di una dottoranda, una precaria universitaria, come ce ne sono mille in Italia in questi primi anni duemila. Un capo come Madama, brillante professoressa che veste Prada come il Diavolo, una madre bionda e svampita come Candy Candy, e un marito che ormai non si stupisce più di nulla sono i personaggi di questo racconto, che dalla “data dell’ultima mestruazione” arriva fino alla fine dell’allattamento, descrivendo in modo irrispettoso, ma divertente, ogni diceria che una giovane mamma è costretta a stare a sentire, ogni piccola discriminazione e inghippo burocratico che, essendo mamma-precaria è costretta a sopportare, ogni ridicola situazione che la protagonista si è trovata ad affrontare durante e dopo quei famosi nove mesi.

Che dire? 110 pagine di pura ironia che vanno, per fortuna, a scardinare l’dealismo imperante di donne che vivono solo in funzione della maternità e, per questo, “illuminate” da una sorta di aurea mistica… Sarà che il tema è a me molto caro avendolo sviscerato anche nel mio racconto “Chi ha paura del pannolino” tratto da Reale Virtuale – Ritratti di donne nell’era digitale.

Il taglio che l’autrice ha dato al tema, però, è ancora più interessante a mio avviso, dal momento che si è voluto mettere in evidenza le vergognose, sebbene descritte con estrema leggerezza e comicità, vicissitudini lavorative di una precaria, un’esperienza attraverso la quale in molte – anzi oserei dire in troppe visto che sono pochissime le donne tutelate -  si sono imbattute e si imbatteranno.

Un racconto onesto, lucido e senza autocommiserazione narrato con uno stile diretto, accattivante e senza sovrastrutture.


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