Autore: Philip K. DickEditore: FanucciPagine: 303Voto: 4/5Pagina di Anobii
Trama del libro:
Los Angeles, 1994: una droga misteriosa, la sostanza M, invade il mercato seminando follia e morte. La sua origine è ignota come la sua composizione e l'organizzazione che la diffonde. Bob Arctor, agente della sezione narcotici, si infiltra tra i tossici che ne fanno uso per scoprire chi dirige le fila del traffico illegale: un abito speciale nasconde ai colleghi la sua identità e una sofisticata apparecchiatura elettronica gli consente addirittura di spiare sé stesso nella sua nuova condizione di drogato. Bob giungerà alla verità solo dopo essere sprofondato nel buio e nella disperazione della dipendenza. Canto del cigno di una generazione, Un oscuro scrutare è una vetta amara e lirica dell’opera di Philip K. Dick, e allo stesso tempo un romanzo sospeso tra giallo e fantascienza ambientato in un futuro dominato dalla tecnologia e dalla manipolazione sociale. Un romanzo di straordinaria potenza emotiva, dedicato idealmente a quella generazione che dopo aver sognato un mondo diverso ha scoperto il baratro delle droghe, della dipendenza, dell’annullamento di sé.
Commento personale e recensione:
Leggendolo ad oltre quindici anni dalla data in cui è ambientato, è difficile crederlo un libro di fantascienza, anche se solo in parte si tratta di questo. Finalmente ho trovatodi nuovo un libro di Dick che mi colpisse positivamente. Ho alti e bassi con questo autore, forse un po' troppo folle e geniale, e troppo poco dotato dal punto di vista narrativo. Il tema della droga, del suo abuso e dei suoi aspetti negativi è trattato in maniera assolutamente vivida. In contrasto assoluto con la confusione che genera, le allucinazioni che vengono trasmesse dai caratteri stampatisulle pagine. Questo libro è una droga esso stesso, così come per me lo è Dick, di cui non riesco a farne a meno, pur sapendo che la maggior parte delle volte mi delude. Il viaggio virtuale all'interno della sofferenza umana è decisamente autobiografico, come gran parte dei suoi lavori. Il personaggio è il solito antieroe con profondi problemi di natura umana, amplificati dall'abuso della Sostanza M, la via di uscita per l'insanità mentale. Forse per abitudine o forse per esperienza, sono riuscito meglio nell'intento di seguire la trama, sebbene non sia prettamente lineare quanto piuttosto rocambolesca come al solito. L'arte di Dick sta proprio nel creare situazioni assurde, ma colme di problematiche. Come può un poliziotto in incognito tenere sotto controllo il suo alter ego nella vita da infiltrato? Come può ad un certo punto l'osservato dimenticarsi di essere anche l'osservante? Davvero, lo dico con il libro accostato al cuore, questa è un'opera bellissima che ti prende pagina dopo pagina. Intrigante e caotica, alzi gli occhi dal vlume e metti a fuoco per qualche secondo cosa sta succedendo. Il tutto è paradossalmente paranoico, si ritorna con cadenze irregolari sul tema dello spreco della propria vita. Ogni personaggio è "fatto" e rappresenta un esempio da non seguire. Applauso finale e standing ovation.