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Philip Glass – Alessandro Rigolli

Creato il 26 marzo 2012 da Maxscorda @MaxScorda

26 marzo 2012 Lascia un commento

Philip Glass
Ricordo molto bene l’incanto e la sorpresa innanzi al roteare vorticoso dei suoni e delle immagini di "Koyaanisqatsi", quando sul grande schermo davano corpo e voce alla caduta verticale dell’Occidente tutto.
L’impatto fu fortissimo, molto piu’ per le musiche che per il film nel complesso, tanto da correre ad acquistare la colonna sonora, scoprire il nome di Glass e pochi mesi dopo, su una fanzine trovata a scuola e che vorrei aver conservato, leggere un articolo dedicato al musicista statunitense sentendo per la prima volta nominare la magica parola "minimalismo" che da allora non e’ piu’ uscita dalle mie brame di ascoltatore.
Chiaro dunque che all’imbattermi di " Philip Glass", testo datato 2003 e ristampato nel Gennaio 2012 dall’interessantissima Auditorium Edizioni, non mi sia perso l’occasione di approfondire ancora un poco la conoscenza di un musicista il cui merito principale e’ certo quello di aver portato il minimalismo al grande pubblico seppur e questo va detto, nel quadro circoscritto assieme a La Monte Young, Steve Reich e Terry Riley, quattro protagonisti e grandi musicisti che prima degli altri hanno intuito le potenzialita’ di un genere colto e spigoloso che nella commistione tra generi si poteva declinare alle grandi platee senza per questo svalutarsi con canoni piu’ miti.
Non a caso i citati musicisti percorrono una strada parallela a quella narrata su Glass, storia che nel libro e’ suddivisa in capitoli sui lavori e non cronologica.
Viene dato ampio spazio al teatro, primo grande amore di Glass, forse la parte piu’ interessante almeno per chi come me ha una conoscenza di Glass piu’ cinematografica e discografica.
Devo aggiungere pero’ di non ho trovato il testo particolarmente esaustivo e avrei gradito qualche annotazione tecnica e compositiva in piu’ soprattutto nei lavori col l’Ensamble e non solo.
Difficilmente il libro e’ pensabile come punto di arrivo ma di partenza si’ dal momento in cui, scavando nel passato teatrale di Glass, scopro o riscopro musiche da me colpevolmente tralasciate a tempi migliori anticipato anche grazie ala testo.
Libro per iniziare la conoscenza di Glass quindi ma che puo’ riservare qualche sorpresa anche per chi di Glass ha gia’ ascoltato tanto e goduto molto.

Auditorium Edizioni


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