di Emiliano Morozzi
Come al Mondiale 2012, Philippe Gilbert apre il gas sul Cauberg e vince di prepotenza l’Amstel Gold Race 2014. La domenica pasquale quest’anno offre al pubblico la corsa più giovane tra le quattro gare monumento che si corrono a cavallo tra Belgio, Francia e Olanda, l’ultima grande classica ad essere vinta da atleti azzurri (vi trionfò Enrico Gasparotto, capace di imporsi in volata nel 2012 in cima al Cauberg). Il percorso odierno ricalca quello del mondiale 2012: l’arrivo non sarà in cima alla celebre salita, ma 1800 metri più avanti, nell’abitato di Valkenburg. Come allora, parte con i favori del pronostico Philippe Gilbert, anche se il due volte vincitore dell’Amstel se la dovrà vedere con un’agguerrita concorrenza: Valverde, Nibali, Rodriguez, Mollema, Rui Costa, Van Avermaet.
Philippe Gilbert – da bicycle.net
La corsa perde subito uno dei protagonisti, “Purito” Rodriguez, coinvolto in una caduta dopo pochi chilometri dall’inizio, e lungo la strada si forma un gruppetto di dieci attaccanti che per diversi chilometri riesce a mantenere un discreto vantaggio sul gruppo. Quando i big decidono di mettere alla frusta i propri gregari, il vantaggio si riduce sensibilmente, mentre la fuga perde pezzi per strada. Ai meno quaranta dalla fine, in cima all’asperità del Kruisberg, Voeckler si lancia in fuga e si porta dietro nomi importanti, come Van Avermaet, Stybar, Fuglsang. Sulla “salita delle antenne“, l’Eiserbosweg, il gruppo sembra riuscire a ricucire lo strappo, ma Voeckler rilancia l’azione e i fuggitivi riescono a mantenere una manciata di secondi.
Al penultimo passaggio sul Cauberg, a poco meno di venti chilometri dal traguardo, due fuggitivi della prima ora, Riblon e Van Haecke, hanno ancora un minuto e mezzo di vantaggio, ma dietro la corsa esplode: il gruppo riprende i contrattaccanti, Fuglsang e Van Avermaet non si arrendono ma il loro tentativo è velleitario e il gruppo li riprende sulle pendenze dell’ultima asperità, il Bemelerberg. L’indomito Van Avermaet prova un altro scatto, poi finalmente si vedono gli italiani: prima Caruso, poi Nibali si fanno vedere in testa al gruppo, ma nessuno dei due riesce a fare la differenza e il verdetto è rimandato al Cauberg, anche se dalla vetta al traguardo mancheranno ancora 1800 metri.
Come nel 2012, la storia si ripete: parte per primo Sanchez e si porta dietro Gerrans, Kwiatkowski e Gilbert, lo spagnolo si pianta e Gerrans rilancia, ma come al Mondiale, Gilbert con una progressione degna di quella dei tempi migliori, saluta la compagnia e vince in solitaria sul traguardo di Valkenburg. Per il belga, terza affermazione nella giovane classica olandese e ritorno alla vittoria in una grande corsa dopo un’annata in chiaroscuro.
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