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Complice una imperdibile offerta Amazon, il giorno di Natale ho acquistato il libro dal quale è tratto il film Philomena, scritto da Martin Sixsmith.
E visto che il consorte è un po' fuori gioco in questi giorni, mi sono rassegnata ad aspettare il cineforum per la visione del film, anticipandola con la lettura del libro.
Mea culpa, lo ammetto, non avevo idea che si trattasse di una storia vera. E per lo stesso motivo non immaginavo che si trattasse di una forma di inchiesta giornalistica, nella quale si intrecciano due storie, che gridano entrambe vendetta al cielo: da un lato quella delle Maddalene irlandesi, le ragazze madri ospitate nei conventi e costrette non solo a espiare le colpe della loro "immoralità" con duro lavoro e umiliazioni, ma soprattutto a rinunciare per sempre ai loro figli, dall'altro il colpevole silenzio di cui si macchiò l'amministrazione americana quando l'Aids cominciò a mostrarsi in tutta la sua terribile viralità.
In entrambi i casi, l'autore mette in luce le fortissime responsabilità dei Governi, quello irlandese da un lato e quello americano dall'altro, nel nascondere e nel negare ciò che era accaduto o stava accadendo.
Le adozioni concesse dietro laute prebende a facoltosi americani, la totale assenza di volontà nel sostenere e finanziare la ricerca medica e farmacologica per curare una malattia che faceva comodo classificare come punizione divina.
A fare da collante tra queste due tematiche, la drammatica ricerca dell'identità perduta del protagonista, che nel libro, credo probabilmente più che nel film, è Anthony/Michael, il figlio perduto di Philomena.
Nell'insieme un trattato di storia, se pure romanzato, che rimanda alle figure di Eamon de Valera, LBJ (Lindon B. Johnson), Carter, Reagan, Bush e a un passato davvero molto vicino.
A livello cinematografico, la lettura del libro mi ha facilmente ricordato sia Magdalene, di Peter Mullan, sia Philadelphia, per ovvi ed evidenti motivi.
In ogni caso interessante.
p.s. Una recensione interessante di Philomena si può leggere sul blog di Poison, qui.
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