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Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo 20/26 luglio

Creato il 20 luglio 2015 da Nereia @LibrAngoloAcuto
Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo 20/26 luglio
Amici, lettori, ragazzi. È stata una settimana particolare, piena di eventi e cose strane. Innanzi tutto ho compiuto un'età indefinita (che non vi svelerò mai ovviamente!) e cioè 30 anni. Sono entrata nei famosi enta e, se devo proprio essere sincera, non è cambiato assolutamente niente.È vero, gli acciacchi ci sono – ma quelli li vanto da più o meno sempre –, è aumentata la ritenzione idrica, comincio ad accusare malesseri di stomaco a seguito di cibi troppo complessi. Insomma, non è più tempo di kebab alle 3 di mattina con 56 gradi, suvvia. Fatelo finché potete, voi giovani!Per il resto è tutto ok, la settimana scorsa si sono aggiunte delle uscite interessanti che, però, al momento della stesura del post erano in "da definire" e, quindi, non ho potuto segnalarvele. Lo farò adesso, miei cari, non disperate. E quindi via, lasciamoci incantare! Magari, ecco, quando finisco di scrivere questo post, scriverò anche la recensione che mi porto dietro da un secolo. Sarebbe anche il caso. Ma è tempo di copertine (e non solo) de merda!
Cominciamo con i volumi che trovare già in libreria. Dovessero esservi sfuggiti, andate subito a procurarveli. In ordine, come sempre, sparso (perché figurarsi se dopo essermi sentita male a causa delle copertine riesco ancora ricordare la data di uscita).
Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo 20/26 luglioBoh, non so. Seriamente, proprio non so. E non solo non so che dire, non so manco come abbia fatto a sfuggirmi un titolo così, con una copertina così, e con tutto maiuscolo tranne "dell'". Perché tutto maiuscolo tranne "dell'"? C'è qualcosa che mi sfugge, me lo sento.Bello, ma che dico?, bellissimo, il nome dell'autrice di dimensione infinitesimale che, al cospetto del lecca lecca meno invitante della storia dei lecca lecca, è praticamente inesistente. Quanto è pacchiano? Io un lecca lecca così non lo avrei mai comprato. Così anni '90, così offensivo nei confronti di altri lecca lecca a forma di cuore. Ragà è proprio brutto, aiutateme a dì brutto. Torniamo in noi, o meglio in me. Dicevamo. Il lecca lecca, viene da pensare, sarà più importante del nome dell'autrice perché, in verità, questo romanzo racconta la storia di un dentista, che porta fieramente la faccia di Willy Wonka tatuata sulla chiappa destra, e che si invaghisce di una tizia bona ma dai denti tempestati di carie. Tizia che per hobby – piuttosto che fare a maglia o fare ritratti ad acquerello – pianta lecca lecca in giardino, su montagnette di neve. Perché io ero convinta che quella cosa bianca fosse una montagnetta di neve. Invece no, sono le mani guantate di lei. Che è in un posto a sciare, si presuppone, e piuttosto che mangiare pane e aringhe per non morire assiderata mangia un lecca lecca. O, comunque, intanto lo guarda. Poi per mangiarlo rimanda alla prossima volta. Dopo aver rifatto i denti magari eh. Purtroppo, però, Donna Kauffman non ha preso nemmeno la metà della fantasia che c'ho io, è nata proprio monotona, e infatti ci racconta – dice la scheda trovata su Amazon – la storia di una tipa che rileva la pasticceria della nonna. Ma il pericolo è alle porte perché (copio) "con un colpo di mano a tradimento suo cognato Teddy le sottrae l'attività e la cede a una multinazionale". Scusate, in che senso con un colpo di mano a tradimento? Nel senso che, mentre lei stava osservando un lecca lecca, le ha dato una manata sul setto nasale e l'ha stordita? E poi, dopo averle fatto mettere una firma da svenuta, s'è presentato da Nestlè e gli ha proposto una pasticceria in un posto dimenticato da Dio? Sai che ce fa la Nestlè con la tua pasticceria, amico? I SOLDONI proprio, I SOLDONI. Tutto molto credibile, brava Donna Kauffman. Comunque, poi lei se ne va in un altro posto dimenticato dal Signore e prende in gestione una pasticceria e, senza (purtroppo!) colpi di mano o salti carpiati contro gli stipiti delle porte, conosce Morgan. Attrazione, innamoramento, matrimonio, figli, MORTE. Fine del libro.
Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo 20/26 luglioLe cornicette rosa di Leggereditore mi fanno maturare istinti omicidi che non avete idea. Cosa è, maledizione, un nuovo numero di Cioè? Mamma mia se le odio, mi sembra un misto fra il primo numero di Punto croce per idioti e Fatti furba con un centrino. Santa pazienza, ma come se fa?Cosa ha lei poi in spalla, un'ala di un angelo morto ammazzato? Che, per carità,  almeno si sposa bene con la frasetta a sinistra: "Una frenetica caccia all'uomo, in cui amore e morte s'intrecciano in una diabolica spirale". Ve l'ho detto, o no, che l'angelo che lei ha incontrato è sicuro morto ammazzato e lei, per onorare la sua memoria, va in giro con le sue ali a mo' di pelliccia?! Potrebbe tranquillamente essere la trama di un nuovo romance poporno fantasy paranormal cattolico post apocalittico e tutte le stronzate che vi vengono in mente. Davvero agghiacciante anche il vestito di cartapesta che lei, invece, pare indossare con disinvoltura. Lui ha uno sguardo così da sociopatico che, fossi in lei, raccoglierei la mia pelliccia d'angelo e me ne andrei di corsa. Ma la nostra lei vestita di pasta di zucchero non ha nessuna intenzione di andare da nessuna parte, sebbene in città – leggo dalla scheda – non si fa altro che parlare di Jack Lo Squartatore (amica, io te lo avevo detto che quello me pareva inquietante). Muriel, da me soprannominata Zuccherino, per mantenersi fa anche la battona nei bassifondi e quindi, chi più di lei, deve avere paura del caro Jack? Così va dal detective che si occupa dell'indagine e poi non si sa come amore e morte in una diabolica spirale e blablabla. Non so cosa cazzo c'entra, il tale che ha scritto la quarta di copertina non ce lo spiega. Quindi anche sticazzi. 
E veniamo, invece, alle uscite di questa settimana, sperando che siano tutte.
Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo 20/26 luglioA me, visto così, pare un romance horror. Ah, non esiste ancora come genere? E inventiamolo! Un po' horror e un po' romance. Una roba dove la svampita di turno si innamora perdutamente di Cujo. Ah, ma era un cane? E vabbè, dopo i romance coi dinosauri, quelli con gli angeli, quelli coi demoni, coi vampiri, coi licantropi, se stamo a fà problemi pe' Cujo. Oppure di un pazzo che fa le bambole di cera con gli esseri umani. Che è un po' la trama di un film horror (se fa pe' dì) che ho visto millenni fa e che si chiama La maschera di cera.E che è una cagata pazzesca, ma ero indecisa se dirvelo o meno. Facciamo che ve lo dico così ve lo risparmiate. Comunque, niente, questo libro non parla di bambole di cera o di Cujo ma di un argomento a me caro e che avevo suggerito la settimana scorsa con il libro della Probst. Ebbene sì, miei fedeli lettori, si è giunti anche al poporno cattolico. Non vedevo l'ora di trovare una bella storia di sesso violento con un prete ed eccomi servita. Certo, poi mi dite perché queste tizie sono così fortunate da avere anche il prete della propria chiesa che è bono e fa sangue. Ora, non per dire, ma quando ero piccola c'era il prete, dal fisico di Frà Tac, che gestiva una sorta di ludoteca all'aperto (molto grande, con i campi di calcio e pallavolo) che, per scherzare – secondo lui, ma io lo trovavo spaventoso e macabro – inseguiva i ragazzi facendo fuoriuscire la dentiera dalla bocca. Diciamo che ha sviluppato in me diverse emozioni, ma di certo non il desiderio focoso. Sicuro mi ha fatto rivalutare i preti. E non in meglio.Guardami, toccami, stringimi (che titolo meraviglioso, veramente) ci parla di Nora – dice la scheda – che è la più famosa dominatrice di New York. Poi per varie vicissitudini incontra un prete e gli giura obbedienza e poi boh, non so che succede. Sesso rovente in sagrestia? In alto questi colletti? Pioggia di ostie non benedette per festeggiare l'amplesso? Fiumi di vino sacro per rilassarsi un po'? Ammazza che paura, co' tutti quei quadri che ti guardano, magari quelli che a seconda dell'angolazione dalla quale li guardi aprono e chiudono gli occhi... Ok, è ufficiale, stanotte avrò gli incubi. 
Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo 20/26 luglioQuesta copertina mi ha messa a dura prova. Forse è la panchina palesemente finta – pare disegnata, oltre che praticamente bidimensionale –, forse è l'albero a forma di cuore (che sta perdendo le foglie a forma di cuore e, secondo me, è indicativo di come andrà a finire), forse è la completa assenza di prospettiva o, forse, è colpa del titolo. Non lo so, ma giuro che non ho reagito bene.Scusa ma ti amo troppo? Cosa cazzo vuol dire "scusa ma ti amo troppo"? Oltre a fare le feci veci di Moccia sul mercato italiano s'intende ovviamente.Mo' una deve chiedere scusa se le piace qualcuno. Un po' come quando in metro pesti il piede a qualcuno e dici "Scusi, le ho pestato il piede proprio con la scarpa con la quale ho acciaccato una merda poc'anzi"? Ma scusa di cosa?! Anzi, se è come 3/4 degli esemplari di uomini presenti sulla faccia della Terra (inutili e parassiti, oltre che con un principio di precoce calvizie e panza da alcolisti), dovrebbe dirti grazie, ché magari nella vita ha solo rimorchiato racchie e tu, invece, non sei manco in sovrappeso.Scusa un corno, che cacchio! Vabbè, ma inutile stare qui a parlare di queste cose, tanto la trama di questo libro è talmente scontata e prevedibile che avreste potuto scriverla anche voi. La scheda dice che Armanda – o come cavolo si chiama – dopo mesi di tipico ritiro da suora laica si convince ad andare a una festa con un'amica. Però, evidentemente, Armanda frequenta amiche de merda che, appena arrivate alle feste, la lasciano in tredici per andare a troieggiare in giro. Insomma, gira che ti rigira, Armanda conosce Epicuro (i nomi sono inventati perché non me li ricordo) che la invita a bere e blabla. Ma Armanda è ancora un po' suora laica dentro, così che è necessario uno scivolone (fisico, non inteso come figura de merda colossale) per far sì che il ghiaccio si rompa e poi via, felici e contenti, fidanzati addirittura. Lei lascia Milano e si trasferisce da lui a Roma – a campà de rendita immagino, perché trovalo un lavoro a Roma e poi chiamame –, fantasmi del passato, romanticismo a secchiate, finale inaspettato. E tante, tantissime panchine. Credo.
Per questa settimana è tutto. Mi auguro che troviate un prete bono ad attandervi sotto casa tornando dal lavoro, magari con un bel tanga sotto alla tonaca. O facciamo anche "e sotto la tonaca niente", che fa un po' più poporno e un po' meno cattolico. Andate in pace, gente, alla prossima!

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