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Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo – 9/15 febbraio
Creato il 09 febbraio 2015 da Nereia @LibrAngoloAcutoBuongiorno!
Oggi, proprio, l'allegria galoppante. Sarà che a Roma, dopo la stagione delle piogge della scorsa settimana, è finalmente giunto il sole.... Sarà che ieri ho passato una bellissima giornata, sarà che l'ottimismo mi pervade non poco ma sono felice. Soprattutto perché è lunedì ed è tempo della mia rubrica preferita. Lo so che l'ho inventata io e che è autocelebrativo manco poco dire che è la mia preferita, e però è così.
Dopo la puntata speciale della scorsa settimana, creata perché non vi erano pubblicazioni italiche degne di nota, Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo torna alla normalità. Tante cose brutte, ma brutte brutte brutte questa settimana. Ma così brutte che guardate, eccezionalmente, potrei quasi quasi cominciare subito a parlarvene senza, per una volta, perdermi in inutili chiacchiere. Vi dico solo che dalla scorsa settimana mi è venuta voglia di andare al Salone, di sentirmi a casa, nel mio habitat. La gente d'inverno sogna il mare, il caldo, i tramonti sulla spiaggia. Io no. Io sogno il Salone. Ognuno c'ha i suoi limiti. Ma basta, basta. Ho già impiegato troppe righe per non dire nulla.
Io, fossi in Davide Roma, mi offenderei. No, perché, già un tipo con la zazzera lo avevano piazzato nel suo precedente romanzo (vedere per credere) e non è che il risultato fosse poi così bello. Poi, al posto di migliorare, prendono uno che somiglia in modo che oserei definire inquietante a Nino D'Angelo da giovane e lo piazzano con una donna parzialmente nuda su una copertina di un libro che pare parlerebbe (copio dalla scheda) di un tale dalla natura non totalmente umana che ha dovuto lasciare scuola, amici... Vabbè, non me lo ricordo, chiaro? Mi sono annoiata alla terza riga. E comunque niente, non si accenna mai a Nino D'Angelo in questo romanzo che, tra le altre cose, non è nemmeno ambientato nei quartieri spagnoli, ma in America. E no, non ci sono campano-americani come protagonisti. Poi, se ingrandite bene l'immagine presente nella scheda di Sperling & Kupfer, vi accorgerete che il tipo zazzera-munito ha l'ombretto. Il motivo è sconosciuto. Si vede che si usa tra i fan di Nino. Che dire, in ultimo, del fascio di luce azzurra? tulle scadente? avanzo dei confetti della bomboniera per la nascita di vostro nipote? quella roba lì, insomma, dove lei è avvolta? Ma vi è avvolta? O è solo appiccicato lì?! Eh, che dire? Non lo so che vi devo dire, sono troppo impegnata a sentirmi male.
Premessa: non ho in alcun modo modificato questa immagine quindi, se la vedete un po' schiacciata, non è colpa mia. È che, probabilmente, a Mondadori hanno assunto un nuovo grafico e boh, aveva sbagliato le dimensioni e ha rimpicciolito l'immagine di copertina senza considerare le proporzioni. Il risultato è una cosa brutta, schiacciata e allungata. Lui ha tipo la faccia lunga quanto metà braccio ma vabbè, che volevate, anche una roba fatta bene?Quando andavo alle scuole medie, la mia insegnante di italiano, storia e geografia, per abituarci a leggere i quotidiani – pratica che, comunque, non ho mai preso ad attuare –, una volta a settimana ci divideva in piccoli gruppi e ci faceva lavorare su dei cartelloni. Ognuno sceglieva un argomento rilevante accaduto quella settimana e ne faceva un riassunto, attaccando al cartellone anche le immagini salienti ritagliate, appunto, dai giornali. Questa copertina potrebbe essere stata fatta tranquillamente con lo stesso metodo: hanno preso un tizio che hanno ritagliato da un articolo sul trapianto di capelli e l'hanno piazzato su una città a caso (che potrebbe pure essere Dubai per quanto ci riguarda). Il tutto condito da Times New Roman 26 e "tradimenti, scandali, bollente sensualità". Bollente sensualità. Perché, voi sapete, c'è anche la sensualità calda, tiepida e fredda. Tre persone, dico tre, ci so' volute per scrivere di tre tipi che incontrano tre tipe tra cocktail di denaro, sesso e potere. Nessuna responsabilità su 'sta cosa del cocktail, l'ho letto sulla scheda. Scritta in cosa? Calibri? Mah.
E poi, un giorno, trovate il vostro edicolante che sta ritagliando le figurine dell'album di Heroes e quello su tutti gli animali del mondo e vi domandate perché. Eh, perché. Perché, quando non fa l'edicolante, lavora per la Giunti (o per l'agenzia che si è occupata di questa vomitevole copertina) in qualità di grafico. Si vede che lo stipendio per il suo secondo lavoro, quello da grafico appunto, non deve essere così elevato e allora, piuttosto che lavorare con il pc, lavora con i collage. "Metto una foto di Hayden Panettiere, quella di un'iguana e una civetta e via, fatto. Ahhh, ma si chiamava L'anello dei Faitoren il libro? Mmm, allora aspetta che cerco l'anello de Il Signore degli Anelli. Fatto anche questo. Perfetto, una copertina stupenda."Il romanzo racconta la storia di Hayden Panettiere nelle vesti di una ragazzina di nome Nora, lasciata dal fidanzato e che vede sfumare la possibilità di una carriera universitaria brillante (dalla scheda le cose sembra siano collegate, non riesco a immaginare come però, a meno che il fidanzato non fosse il rettore di Harvard, tipo). Comunque, insomma, lei a un certo punto fissa una lapide, vede delle scritte strane e tadàààà, si trova da un'altra parte, in mezzo a un popolo di non si sa bene cosa, che la accoglie benissimo con feste e abiti e gioielli e un tizio la chiede in sposa. Da lì troppe periperizie e lo so che morite dalla voglia di sapere l'iguana cosa c'entri. Pure io. E, non so, a occhio e croce secondo me questi Faitoren, il popolo che la accoglie blabla, sono imparentati con i Rettiliani. È l'unica spiegazione che mi viene in mente, non so a voi.
Per questa settimana è tutto, una pioggia di video dal pessimo playback di Nino D'Angelo e l'augurio che incontriate un Rettiliano, prima o poi. Abbraccioni!
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