Phubbing: spegni il cellulare!

Creato il 23 agosto 2013 da Rodolfo Monacelli @CorrettaInforma

Dall’Inghilterra arriva la parola phubbing: meglio il cellulare che le persone!

Ti infastidiscono gli amici che durante una rimpatriata messaggiano senza sosta con il cellulare? Ti irrita quando il tuo lui o la tua lei interrompe una conversazione con una grassa risata solo perchè sta guardando il video più cliccato su Youtube? Ti secca quando il parente che non rivedi da tempo anziché aggiornarti sulla propria vita si incanta davanti allo schermo del telefonino per controllare i “mi piace” sulla foto del profilo di Facebook? Aderisci alla campagna anti phubbing!

L’atto di snobbare qualcuno, durante un contesto sociale, guardando il proprio cellulare anziché prestare attenzione” questa è la definizione di phubbing, una parola di recentissima coniazione che però corrisponde a un fenomeno di ormai tradizione decennale. Con la rivoluzione tecnologica in atto, che si concretizza con sempre nuovi e moderni modelli di cellulare, le abitudini sociali sono cambiate: se nel 2000 un bambino di 10 anni giocava con le figurine dei Pokemon e al massimo faceva una partita al game boy, oggi un bambino della stessa età ha già uno smartphone di ultima generazione in tasca e, alla tradizionale partita di calcio o pallavolo, preferisce una partita con le piattaforme multimediali in 3D. Il phubbing è il figlio, se si vuole degenerato, dell’eccessivo uso di mezzi altamente tecnologici e di un’economia politica tipica della globalizzazione e del consumismo.

Il sito web della campagna anti phubbing è stato creato, come riporta un articolo del giornale online inglese “The Guardian”, da Alex Haigh, un  ragazzo di  Melbourne che, nonostante la giovane età, forse infastidito dall’uso del cellulare dei suoi coetanei, ha deciso di prendere posizione contro le anti-sociali abitudini dell’ultima generazione. L’impostazione del sito è interessante perché cerca di applicare il principio oraziano di “docere et delectare”, cioè espone gli aspetti negativi del phubbing senza annoiare con sondaggi scientifici o teorie sociologiche, ma facendo esempi divertenti e caricature satiriche. Tra i contenuti troviamo, infatti, la hall of shame del phubbing, ovvero una bacheca della vergogna con le foto di persone intente a ritrarsi con il proprio cellulare nelle pose più disparate, oppure a immortalare i propri ignari amici, anch’essi immersi nell’attività di phubbing. C’è poi una sezione legata al phubbing tra le celebrità, molte sono le coppie da Beyoncé ed Elton John con i rispettivi compagni, fino ad arrivare addirittura a George W. Bush, che durante un evento ufficiale è stato ritratto con lo sguardo fisso sul suo cellulare.

Per la filosofia del “docere et delectare” il sito fornisce anche qualche “curioso” dato statistico: se il phubbing fosse un’epidemia decimerebbe 6 volte la Cina o, ancora, il 92% degli abituali phubbers proseguono la propria carriera diventando politici. Le stime riguardano anche i luoghi dove il phubbing è radicato maggiormente: al primo posto troviamo gli Stati Uniti con New York e Los Angeles, al secondo posto l’Europa con Londra e Parigi e, naturalmente, il continente asiatico con Hong Kong.

Il sito web offre, inoltre l’opportunità di firmare una petizione e di scaricare dei divertenti posters anti phubbing con lo scopo di fermare quello che viene considerato dagli attivisti come “la fine della civiltà”. Motto estremo, ma fondato su alcuni indizi che fanno pensare fortemente che il cellulare, nato per mettere in contatto, anziché essere uno strumento sociale sia diventato invece una sorta di barriera virtuale e psicologica. Ecco cosa fa il phubbing: avvicina a mondi lontani e irreali come l’universo online, ma allontana da quelli vicini e reali fatti di persone in carne ed ossa.


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