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Phuket: mini guida per mini budget

Creato il 01 gennaio 2015 da Paola Annoni @scusateiovado

Phuket: mini guida per mini budgetScrivere un post su Phuket è difficile. Difficilissimo.

E' un' isola stupenda - non avrebbe avuto il successo che ha, altrimenti - dai mille aspetti diversi, con spiagge bianchissime, acqua verde, scorci panoramici, elefantini e scimmie a completare il quadro.

Ma Phuket e la sua città di punta, Patong, sono anche la latrina più squallida della Thailandia, dove tutto costa tre volte tanto, perché tutto si può comprare.

Ogni angolo è a misura di turista: pacchiano, ammiccante, in vendita.

Ad ogni angolo un "massage massaaaaage", una bancarella che vende magliette taroccate, un "taxi, taxi".

Gianni ha fatto un paragone stupendo che rubo e condivido.

"Dopo Patong quello che vedi è bello... Ma c'è sempre un ma. E' come ascoltare dopo che ti hanno appena tirato un raudo vicino alle orecchie. Ci senti... Ma male."
Phuket: mini guida per mini budget

E quindi questo post sarà una mini guida per girare l'isola, spendendo praticamente nulla, evitando le tappe turistiche (no, nessun giro a dorso di elefante), non andando nelle zone limitrofe (no Phi Phi o Similan... a parte il costo abbiamo evitato anche per il brutto tempo... Spendere 40€ a testa per stare su una barca a svomitazzare... Beh, no, non era nei programmi) e prendendo solo un motorino per 200 THB al giorno (le tariffe vanno dai 150 ai 300 in alta stagione. L'isola è grande (è quasi esattamente il doppio dell'Isola d'Elba), ma è fattibile girarla su un due ruote. Anche se non è molto comodo, ecco.

Il primo giorno abbiamo optato per il giro della parte sud dell'isola. Le tappe, queste.

L'isola è invasa dai russi. Sono ovunque, quasi indistintamente.

  • Karon. La spiaggia più lunga dell'isola (circa 5 km) di sabbia thailandese, fondali azzurri e alberghi a ridosso della spiaggia. Pare essere una zona per famiglie... A me è sembrata una piccola Patong
  • Kata e Kata Beach. Paesino bruttarello, spiaggia (adesso senza più lettini ed ombrelloni) carina. Non ci siamo fermati, abbiamo dato solo un'occhiata. Ho letto pareri contrastanti.
  • Nai Harn Beach, dopo il laghetto - consigliato un giretto attorno con tappa al tempio - si trova questa spiaggia un po' nascosta e non troppo affollata (con tanto di vegetazione che un po' ripara dal sole cocente), qualche ristorantino. Consigliata, anche se invasa, anche questa, da russi.
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  • Tappa ad uno dei punti più panoramici dell'isola: Phromtheap Cape, visibile da due diversi punti. Fate uno stop quando vedete una enorme pala eolica che spunta, e poi, dopo, nel punto canonico dove si fermano i bus. Delizioso il tempietto degli elefanti. Qui, nessun russo... Ma un paio di autobus di cinesi mi ha un po' rovinato la poesia. Ah, per la cronaca: in Cina va di moda la permanente. Sì, quella anni '80. Se morite dalla voglia di bervi un cocco fresco... Preparatevi a pagarlo una cifra assurda.
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  • Scendendo dalla collina si arriva a Rawai beach, piccolo paesino non turistico conosciuto per essere uno degli ultimi semi baluardi di originalità dell'isola, in cui vivono i cosiddetti "zingari di mare"(I Chao Leh) sono gli ultimi rimasti di una popolazione Indo-pacifica di religione animista. Sono circa 400, e sono ancora abbastanza legati alla loro tradizione di pescatori di pesci... E perle. Se volete mangiare tanto buon pesce, questo è il posto giusto.CI sono ristorantini di mare vicino alla spiaggia, si possono noleggiare long boat e pescare con loro.
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  • Risaliti in sella al nostro valido motorino che mi ha infiammato in nervo sciatico, ci siamo messi in direzione del gigantesco Buddha che domina l'isola: una gigantesca statua in cemento di 45 metri di altezza per 25 di diametro. Decisamente grosso. Carino, turistico. Le campanelle che adornano tutto il basamento sono deliziose e suonano al vento e ti dà decisamente l'idea di un posto anche solo vagamente sacro. Nella hall prima di salire verso la base del Buddha una fila di turisti si mette buona buona in ginocchio per farsi benedire da un monaco decisamente scoglionato. Paga, e tutto andrà bene. Tante scimmiette nella boscaglia intorno.
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Una cosa da segnalare sono tutti gli stop da fare prima di salire in cima: se non ricordo male c'è anche un paintball (si, uno di quei posti dove ti spari palle di colore) e tantissimi chioschi in cui potersi fermare, fare due coccole agli elefanti e poi eventualmente fare un trekking sul dorso di queste povere e incatenate bestie. Storco molto il naso. Non ho abbastanza informazioni per capire se un elefante sta bene o meno, ma molti non mi sembravano propriamente felici.

Phuket: mini guida per mini budget

  • Wat Chalong. Un classico tempio thailandese, particolarmente venerato perché custodisce la statua del monaco Luang Pho Saem che contribuì a sedare una rivolta dei minatori cinesi alla fine del 1800. Infatti Puket per anni è stata sulle rotte marittime dei cinesi che si sono accorti delle ricche risorse di stagno e ne hanno, ovviamente fatto un business. Il passaggio dei cinesi è rimasto visibile soprattutto nel festival Vegetariano che si svolge ad ottobre. Purificazione dell'anima e del corpo... Anche se nell'isola della perdizione mi sembra un po' difficile.
  • Phuket town. Decisamente bruttarella. Poco niente da vedere, qualche via carina con alcuni edifici di ispirazione portoghese ma... Nulla di più. Una cosa buona però l'abbiamo trovata: il Natural Restaurant. Ambiente squisito e cibo ottimo. Prezzi nella media di Phuket. Scordatevi i prezzi di Chiang Rai.

Il secondo giorno abbiamo avuto una guida d'eccezione, Giuseppe Bobbo che vive e lavora lì da anni e l'isola la conosce come le sue tasche. E quindi ci si è messo di vero impegno per farci vedere il meglio dell'isola, quegli scorci di bellezza e di originalità che ti lasciano intravedere scorci di mondi che risultano o inaccessibili o dimenticati. Come se tutto si fosse fermato nel tempo, ma solo per un attimo e quando lo guardi... Beh, te lo dimentichi velocemente.

Quindi il giro è partito con una mattinata in spiaggia, tra cocco fresco da bere, massaggiatrici da spiaggia e un mare sfortunatamente un po' torbido.

Phuket: mini guida per mini budget

1 - Laem Sing Beach. Spiaggetta che si raggiunge scendendo da una ripida scalinata in mezzo alla selva. Fino a pochissimo tempo fa si trovavano sdraio ombrelloni e quanto di fruibile sulla migliore spiaggia riminese. Ma a quanto pare per nuove leggi e per questioni di sovranità (la spiaggia è del re, quindi tu non puoi piantarci un ombrellone) adesso devi metterti il tuo asciugamano sulla sabbia e attaccarti al tram. A parte la scomodità, non so come era prima ma così la spiaggia mi sembra proprio bella e decisamente meno "barbarizzata". Ovviamente se volete mangiarvi qualcosa o fare un massaggio ci sono ad ogni angolo persone pronte a soddisfare (quasi) ogni vostro desiderio.-

2- Bangh thao. Il sogno caraibico. Alberghi che affacciano sul mare, localini sulla spiaggia, mare trasparente e cristallino. Hai la sensazione di essere in una enorme, gigantesca, splendida cartolina (anche qui senza ombrelloni). Ovviamente questa zona è colonizzata dai russi. Tutti i locali hanno la scritta prima in cirillico e poi in inglese, questo credo basti per spiegare il livello. Grandi villoni, enormi hotel dall'aria occidentale. Bella la spiaggia, ma oltre a quella, c'è da mettersi le mani nei capelli.

3 - Hat Nai Yang. Ok, ci siamo. Siamo arrivati a tirare una boccata d'aria, a vedere un po' di quel mondo di cui ci aspettavamo di riempirci gli occhi. Accanto al parco Sirinat questa piccola spiaggia è in uno di quei contesti paradisiaci e tropicali: mangrovie, long boat dolcemente appoggiate a riva. Pochi turisti, sabbia bianchissima, pescatori pigri che dormicchiano al sole. Forse questo scorcio era Phuket negli anni 80. Una splendida Phuket. Tappa qui obbligata.

Phuket: mini guida per mini budget

4- Ao Po Grand Marina. Zona portuale dove attraccano barche e Yatch, carino il pier ma per il resto è abbastanza brutta. Ma da questa parte si passa per arrivare alla splendida vista di Po Bay, dove tra le palle - come praticamente ogni volta - vi troverete un eco mostro iniziato e mai finito che è il perfetto pugno in un occhio di un view point strepitoso. Sulla collina non passa nessuno, regna un certo silenzio. La bellezza, prende quasi il sopravvento sull'uomo.

Phuket: mini guida per mini budget

5-Khao Rang (Rang Hill) tornati a Phuket town (in realtà a caccia di cibo... Con aspettative deluse visto che a in città moltissimi posti sono chiusi la sera) siamo stati a vedere lo splendido spettacolo dalla vetta di questa collina. Famosissimo, turistico, ma su di me le luci di una città vista dall'alto hanno sempre il loro fascino.

Piccola nota: tornando a Patong sulla strada ci siamo imbattuti, lungo la strada (nel senso che era perpendicolare alla strada e bloccava il traffico) in un serpente (pitone?) bianco e di circa 2 metri e mezzo.

Cioè, la natura è ancora viva, ma nascosta.

Informazione utile: Phuket è una delle provincie più ricche della Thailandia, a parer mio una buona parte viene dai soldi che raccattano in multe. Ovviamente abbiamo preso anche noi la nostra "multa di rito", pagata 500 THB sul post. Il motivo? La patente delle auto non vale per guidare il motorino. Se non era quello, comunque, sarebbe stato altro. I poliziotti sono arrogantelli e a me, ovviamente, sono girate. Ma visto che non avevo voglia di vedere come trattano gli stranieri nelle loro prigioni ho evitato di tirar fuori l'avvocato delle cause perse che c'è in me e ho pensato di stare zitta. Comunque preparatevi a qualche bancomat.... Ops! Volevo dire Check Point della polizia locale.

Seconda informazione utile: noi abbiamo dormito a Patong. al Panomporn Patong Place, un posto delizioso, anche se a 15 minuti a piedi dal centro della città. Pulitissimo (le cameriere quasi mi mettevano a disagio per come pulivano e riordinavano tutto perfettamente), colazione inclusa, asciugamani che profumavano di biancheria della nonna. Promosso.

Cioè, la natura è ancora viva, ma nascosta.

Su Patong e su tutto quello che è il brutto della Thailandia magari ne parlerò in un altro post, perché mi piacerebbe che questo fosse solo un post utile, di chi lì ci va o ci capita e cerca di tirarne fuori il meglio.

Phuket è come una di quelle donne tutte rifatte, di cui guardi le foto giovanili e pensi "ma come cazzo hai fatto a conciarti così"?


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