Per “Quale Novecento? La mostra del Novecento a Forlì“, martedì 7 maggio alle 17, il relatore è Fernando Mazzocca, uno dei massimi conoscitori dell’arte italiana dell’Ottocento. Già professore alla Ca’ Foscari di Venezia e alla Statale di Milano, svolge da anni la sua attività di divulgazione organizzando mostre tra le più importanti in Italia (Hayez a Milano, Signorini e i macchiaioli a Padova, Canova e Wildt a Forlì) e scrivendo interventi sull’inserto domenicale del Sole 24 Ore e su numerose riviste d’arte specializzate quali Art Dossier e il Giornale dell’Arte.
Dopo aver dedicato una mostra ad un protagonista degli Anni Venti del Novecento come Wildt, Forlì approfondisce un altro momento della cultura figurativa del secolo scorso, relativamente a un’epoca che ha lasciato una forte impronta, soprattutto dal punto di vista urbanistico e architettonico, sulla stessa città e su molti altri centri della Romagna.
Ecco dunque l’esposizione realizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmio di Forlì, che intende rievocare un clima che ha visto non solo architetti, pittori e scultori, ma anche designer, grafici, pubblicitari, ebanisti, orafi, creatori di moda cimentarsi in un grande progetto comune che rispondeva, attraverso una profonda revisione del ruolo dell’artista, alle istanze del cosiddetto “ritorno all’ordine”.
L’obiettivo comune era, infatti, quello di ridefinire ogni aspetto della realtà e della vita, passando dal mito classico a una mitologia tutta contemporanea. Attraverso i maggiori protagonisti (pittori come Severini, Casorati, Carrà, De Chirico, Balla, Depero, Oppi, Cagnaccio di San Pietro, Donghi, Dudreville, Dottori, Funi, Sironi, Campigli, Conti, Guidi, Ferrazzi, Prampolini, Sbisà, Soffici, Maccari, Rosai, Guttuso, e scultori come Martini, Andreotti, Biancini, Baroni, Thayaht, Messina, Manzù, Rambelli) risalta la varietà delle esperienze tra Metafisica, Realismo Magico e le grandi mitologie del Novecento.
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