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Pianalto della Melotta, il compromesso di Camisano

Creato il 25 settembre 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

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Salvare il salvabile, una soluzione d’emergenza paragonabile al si salvi chi può. E a queste condizioni Pianalto della Melotta capitolerà e il centrodestra in amministrazione provinciale potrà finalmente togliere i vincoli, dopo anni di assalti e tentativi di vario genere. Durante l’ultimo consiglio comunale, come riferisce Apertamente, gruppo d’opposizione, la maggioranza non avrebbe nemmeno parlato di pianalto, considerando come già riferito da un servizio di www.telecolor.net una “strumentalizzazione di Agostino Alloni” la protesta per salvare il geosito, dando però alla ditta Danesi altre possibilità di sopravvivenza. I cassintegrati alla danesi sono troppi, centinaia, vanno affatto dimenticati.
Serve però mettere una cava in un’area protetta?
Basta colpire il suolo con un martello, in un’area non lontana dalla futura cava, e scavare per poco (operazione consentita solo a persone autorizzate) per scoprire che sotto la superficie c’è uno strato più solido, una materia di origini arcaiche, che risalgono a tempi tanto lontani dalla storia e dalle ruspe, in cui il nostro pianeta (nostro?) era tanto diverso.

La mozione salva-Pianalto, che chiedeva di mantenere i vincoli dell’area e non realizzare un’altra cava, dopo che ne sono state concesse altre, è stata respinta dalla maggioranza “perché in altri Comuni è stata presentata dal pd”.

Da Camisano viene una sorta di compromesso, che consiste nell’inserire le aree naturali residue di Pianalto in un altro progetto.
Di questo passo non resta che chiedersi: quanto durerà questo nuovo progetto? Quando arriveranno ruspe, cave, biogas anche lì?

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