Esiste un documento molto interessante dal titolo “Global water security”,di cui faceva menzione “Nigrizia”, nel numero di gennaio scorso, redatto dall’Intelligence community Usa, che prende in esame e fa una valutazione di quello che è il prioritario problema dell’acqua per l’umanità, studiato su scala planetaria e, in relazione ad alcuni indicatori.
Come , per esempio, la sua possibile scarsità e ciò che questo comporterebbe per la sicurezza sociale e, quindi, acqua uguale garanzia di pace.
Uno scritto che meriterebbe certamente, anche a casa nostra, specie quando si parla di acqua e dei non pochi interessi economici e politici ad essa collegati, una maggiore attenzione da parte di tutti.
Fu Hillary Clinton, l’allora segretario di Stato, nel 2011, a commissionarlo. E la motivazione, nella circostanza, riguardava la carenza d’acqua, la scarsa qualità (inquinamento) e le inondazioni frequenti(si ricordi l’accaduto tragico in Louisiana ) proprio per l’incidenza garantita che questi fattori possono avere, e/o di sicuro avranno, sulla sicurezza nazionale Usa da qui a trent’anni.
Lo studio individua, infatti, le potenziali aree di crisi, tra cui è immediatamente incluso il Nord-Africa.
E indica ben otto fiumi le cui acque saranno usate in un futuro prossimo come leva di potere per affermare quelli che sono gli specifici interessi nazionali.
E il primo in questione è proprio il Nilo, un fiume che oltre l’Egitto, di cui conosciamo la complessità politica, bagna e/o interessa zone particolarmente “calde” del continente africano quali sono il Sudan,il Sud Sudan,l’ Etiopia e molto poco in parte l' Eritrea e, infine, l’Uganda.
E sfocia poi,attenzione, nel “nostro” Mediterraneo.
E, sempre il testo di cui diciamo sopra, prevede che nel decennio in corso l’acqua, quasi dappertutto, ma specie in Africa, sarà una delle principali cause di conflittualità (se non la principale) con tutte le conseguenti ripercussioni che la cosa potrà comportare e/o comporterà poi, a grappolo, nel mondo.
Guerre tra stati differenti o, addirittura, fallimento, probabile caduta, fine di uno stato in particolare.
Non è l’apocalisse ma è una cosa seria. Molto seria.
Il peggio, tuttavia, è previsto dall’anno 2022 in avanti, quando cioè l’aumento della popolazione mondiale irreversibile e la diminuzione dell’acqua potabile saranno realtà concomitanti.
Occhio all’acqua,allora. Non sottovalutarne l’importanza per la vita e la salute dell’umanità tutta. Ma neanche mettere in secondo piano le implicazioni politiche che, proprio il suo essere indispensabile comporta, allo scopo di garantire la pace tra popoli, nazioni e stati.
Maneggiare con cura, insomma, se non si vuole andare incontro a conflitti ingestibili e disastrosi, dai quali sarà poi quasi impossibile fare marcia indietro.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
ndr.) La foto in alto (tratta dal web) raffigura il salto d'acqua delle famose Cascate Vittoria.