I bambini che, nel mondo, sono vittime della malnutrizione hanno circa il 20% in meno di possibilità d’imparare a leggere e a scrivere rispetto ai coetanei, che seguono una dieta alimentare corretta.
Si tratta di dati emersi e di considerazioni conseguenti in base a un recente studio a cura dell’organizzazione non governativa (ong) “Save the Children”.
Secondo questo studio una dieta povera (e sono tante le parti del mondo abitato in cui ciò è, gioco forza, la normalità ) pregiudica pesantemente le capacità dei bambini di leggere persino una frase elementare o rispondere correttamente a domande semplici riguardanti, per esempio, un problema di matematica.
I dati del rapporto sono stati rilevati in Paesi quali l’Etiopia, l’India, il Perù e il Vietnam. Essi mostrano chiaramente come dei bambini di 8 anni, affetti da rachitismo in quanto soggetti a malnutrizione, hanno una probabilità di errore nella lettura del 19% superiore rispetto a chi si è potuto nutrire correttamente. E anche se si tratta di frasi composte appena da un soggetto,un predicato e un complemento, del tipo “mi piacciono i cani” oppure addirittura , soggetto e predicato, come “Il sole è splendente”.
Per analogia la probabilità nella scrittura, quanto a errori, è del 12,5 % superiore.
Nel campo della matematica poi il 7% non è in grado di eseguire una semplice sottrazione con numeri piccoli, ossia quelli compresi tra 1 e 10.
Tutto questo deve indurre a riflettere e ad agire con serietà sulla distribuzione nel mondo di quelle che sono le risorse alimentari. E’ indispensabile comprendere che ci deve essere, comunque, una maggiore equità e,soprattutto, un’approfondita conoscenza della gravità del problema.
Eliminando,quando è possibile, quegli ostacoli come possono, ad esempio, essere certe guerre assurde ( mai stancarsi di battersi per la pace), che arrecano soltanto povertà e morte. E protestando con tutte le forze, perché si pratichi una corretta gestione dell’ambiente, nel vicino e nel lontano.
Infine,a casa nostra, ridurre assolutamente quegli sprechi che, nonostante ci siano avvisaglie palesi di una grossa crisi economica (io direi, al momento, quasi insanabile) e in più contesti, continuano a essere praticati con la superficialità del “carpe diem” e la miopia dell’egoismo.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)