USA, Australia 2000
Titolo Originale: Red Planet
Regia: Antony Hoffman
Sceneggiatura: Chuck Pfarrer, Jonathan Lemkin
Cast: Val Kilmer, Carrie-Anne Moss, Benjamin Bratt, Tom Sizemore, Simon Baker, Terence Stamp
Genere: Fantascienza
La trama in breve: Con la Terra falcidiata da problemi di sovrappopolazione e da carenza di ossigeno, con l’intento di colonizzare Marte, nel 2057 sono state inviate delle alghe sulla superficie del pianeta, per far sì che si crei un’atmosfera respirabile per l’uomo. L’ossigeno però cala improvvisamente e viene inviato un gruppo di astronauti per indagare sulle motivazioni.
Ecco. Lo sapevo. Ogni volta che guardo un film del genere rimango profondamente deluso. Deluso perchè si parla sempre di una fantascienza talmente fie a se stessa che non ci si può nemmeno far su una qualche riflessione. Accade sempre la stessa cosa con questi film: la trama ha un potenziale da esplorare abbastanza alto, ma poi finisce per essere banalizzata.
E questo film non ha scampo da questa cosa. Nemmeno un po’. Alla fine della fiera si tratta di una specie di “Alien” ambientato su Marte in cui piano piano muoiono in maniera atroce tutti i protagonisti tranne uno, l’eroe che arriverà vivo fino alla fine per salvare baracca e burattini (e sia chiaro, adoro “Alien”, che riesce a dare qualche spunto interessante nonostante sia molto improntato all’horror, ma non questo film).
Il cast mi è parso interpretare il proprio ruolo facendo il compitino, senza anima, come a dire “tanto per fare sto film mi stanno pagando. Andata!”, e la colonna sonora non riesce a creare il pathos necessario. E se c’è proprio una cosa che non sopporto sono i film senza anima.
Voto: 5