Troveremo un gemello della Terra entro quest’anno- sostengono alcuni astronomi impegnati nella ricerca dei pianeti extrasolari. Ok: ammesso e non concesso di scoprire davvero, da qui a pochi mesi, un mondo alieno con tutte le caratteristiche necessarie e sufficienti ad ospitare la vita, poi cosa faremo? Come potremo verificare di persona l’esistenza o meno di piante, animali o addirittura creature intelligenti? È l’interrogativo che tanti si pongono al quale la scienza cerca di dar risposta.
LA SONDA VOYAGER 1 VIAGGIA A 38MILA MIGLIA ALL'ORA
Immaginando che il sosia della Terra si trovi in orbita attorno ad Alpha Centauri- la stella più vicina al nostro Sole- ed utilizzando la tecnologia attuale, potremmo arrivare lassù a dare un’occhiata da vicino tra qualche decina di migliaia di anni… Avete capito bene. La sonda Voyager 1- la più rapida tra quelle inviate nel corso dell’esplorazione spaziale- procede infatti alla velocità di circa 38mila miglia all’ora e dopo 35 anni di viaggio non è ancora uscita dal nostro sistema solare. Con quel ritmo, un’astronave raggiungerebbe Alpha Centauri in qualcosa come 700 secoli- dunque, 70mila anni.
Una prospettiva non esaltante. Per questo, gli scienziati stanno lavorando a nuovi sistemi di propulsione in grado di raggiungere velocità molto più elevate. Tra di loro, c’è l’astronoma Sara Seager del MIT (Massachusetts Institute of Technology): “Molti ritengono possibile, presto, viaggiare ad un decimo della velocità della luce- dice la ricercatrice- ricorrendo sia al sistema della vela spaziale sia della propulsione nucleare. Con questa velocità saremmo su Alpha Centauri in circa 40 anni.
Quando spiego il rischio di trascorrere 40 anni all’interno di un’astronave spaziale, dove la vita potrebbe essere oltremodo noiosa, tanto da ipotizzare il ricorso all’ ibernazione, e chiedo se qualcuno si offrirebbe volontario, c’è sempre qualcuno tra il pubblico che alza la mano. E persino quando aggiungo che quel viaggio lungo 40 anni sarebbe di sola andata, le mani si alzano ugualmente. Ciò dimostra che il desiderio di esplorare il cosmo è così forte che se i nostri motori riusciranno a raggiungere un decimo della velocità della luce troveremo degli astronauti pronti a partire. È solo questione di tempo.”
Quarant’anni non solo 70 mila, certo. Ma non è comunque una passeggiata. Per questo lascia a bocca aperta la previsione del fisico della Nasa Harold White, secondo il quale il medesimo tragitto potrà essere percorso in appena due settimane. Se solo- aggiunge- riusciremo a viaggiare in una deformazione spazio-temporale, proprio come immaginato nei film. Eppure White è convinto che sia assolutamente plausibile ed insieme al suo team sta studiando il modo per raggiungere questo fantascientifico obiettivo.
IL WARP DRIVE, LA PROPULSIONE A CURVATURA