Piano casa 2: Civita, Quadrana e le conquiste del ’68

Creato il 15 ottobre 2014 da Carteinregola @carteinregola

Il centro sinistra che approva questo Piano casa è come “il mondo alla rovescia”

DIARIO del 15 ottobre.

Ore 16.40. Il dibattito sugli emendamenti continua, siamo sempre all’art.2.

Una prima notazione: il consigliere Bellini (PD) poco fa ha presentato un emendamento – fortunatamente poi ritirato – che prevedeva che il Piano Casa in area agricola potesse essere applicato  addirittura oltre i limiti stabiliti dalla legge Polverini  e rimasti nell’attuale versione,  che prevede la sua inapplicabilità per i casali anteriori agli anni ’30. TUTTI.  Per Bellini invece dovevano essere esclusi  solo quelli già vincolati.  Avete letto bene.

L’assessore Civita dal  canto suo,  rispondendo a un emendamento dei Cinquestelle che vorrebbero fissare un periodo di  riapertura dei termini e  dare  ai Comuni la possibilità di mettere “sotto protezione” ulteriori aree ed edifici, afferma  paro paro che se la proroga del Piano (che ormai si dà per scontata)  fosse solo di un anno, non ne varrebbe neanche la pena. Cioè che la nuova maggioranza che guida Roma Capitale si dovrà tenere  per almeno un altro anno i criteri stabiliti  dall’allora sindaco Alemanno nel 2012,  che ha “lasciato  fuori” vari quartieri di pregio. E questo – ça va sans dire – con un’opposizione capitolina che allora aveva fatto fuoco e fiamme. Ma evidentemente per molti l’opposizione non dipende dalla validità dei motivi, ma dal soggetto a cui ci si deve opporre…

Intervento interessante di Gramazio (FI), che ricorda  al Presidente Leonori che aveva assicurato che non si sarebbe mai fatto ricorso  al maxiemendamento (per votare il Piano “senza tante storie”). Invece il maxiemendamento continua ad  aleggiare sul Consiglio, si dice che verrà presentato  la prossima settimana, con la scusa che il dibattito va troppo per le lunghe.  Ma Gramazio ha fatto bene il compito e ha calcolato quanti minuti sono trascorsi finora per dicutere sul Piano casa, sommando tutti minuti effettivamente impiegati nella discussione  dal 10 settembre  a oggi. Sono 18 ore, a suo dire, che corrisponderebbero a  3 sedute di sei ore, che non ci sembrano un ritmo sovrumano. Invece di sedute finora ne sono passate 9, 10 con oggi, perchè siccome il numero legale è sempre a un soffio  (anche oggi risultano presenti 27 su 50, compresi gli “assenti giustificati”), ci sono state spesso sospensioni e  rinvii.  A noi piacerebbe sapere chi sono i consiglieri che non si presentano in aula per discutere del Piano casa e perchè. E magari anche sapere chi vota cosa, visto che non abbiamo trovato resoconti, e si vota per alzata di mano in uno “vidiri e svidiri” che ci impedisce di capire le decisioni dei nostri rappresentanti…

Con un emendamento PD e un subemendamento centrodestra, si vuole far passare una moltiplicazione “dei pani e dei pesci” delle cubature: infatti,  anzichè  calcolare la premialità  sulla SUL (ad esempio 100 mq, 30% ampliamento  = 30 mq x h 3 mt= 90 mc di ampliamento), si vorrebbe calcolare anche sulla cubatura, quindi 100 mq di SUL x altezza ad esmepio 10 mt= 1000  mc, ampliamento 300 mc. L’assessore Civita spiega che dipende dalle discrepanze tra i titoli  abilitativi tra Roma – dove nel PRG si parla di SUL – e gli altri comuni. Approfondiremo. Intanto l’emendamento passa.

Un’autocritica: raccontando prevalentemente quello che ci colpisce negativamente, spesso non rendiamo sufficientemente merito a chi sta facendo una strenua battaglia punto per punto, emendamento su  emendamento al Piano Casa. Cioè i consiglieri Cinquestelle, che ad  ogni appassionato intervento lasciano trasparire una  incredula indignazione. Esattamente quello che proviamo anche noi.

ORE 17.50 ci siamo guadagnati  – Carteinregola – varie  citazioni, soprattutto  dal consigliere Storace (La destra), che accusa la maggioranza di far perdere tempo a leggere emendamenti che poi vengono prontamente ritirati allorquando – come dice il cinquestelle Porrello – Civita inarca un sopracciglio. In particolare l’ex Presidente ce l’ha con la consigliera Cristiana Avenali (listino Zingaretti) che a suo dire da “guerrigliera dell’ambientalismo” si sarebbe “inabissata”  non facendo più sentire la sua voce.  Motivo per cui  secondo lui – ma vuole metterci indifficoltà – noi dovremmo additarla nel nostro “report”. In realtà noi abbiamo spesso apprezzato la Avenali quando era a Legambiente, e speriamo che abbia le sue strategie per  intervenire dove le sarà possibile. Da cittadini però  riteniamo  che questo Piano Casa debba essere modificato radicalmente, se si vuole prorogarlo, e il modello è per noi uno solo, agli antipodi di questo: quello delle linee guida dell’Intesa Stato Regioni, recepito e applicato dalle altre regioni a  guidacentro sinistra come il Piemonte (vedi nostro articolo). Quanto a Cristiana, per fortuna non siamo nei suoi panni :-)

Perilli (M5s) si augura di vedere le posizioni di ciascuno alla “resa dei voti”.

Storace accusa Civita di aver messso la “mordacchia” a Avenali (o Avenali e De Paolis di essersela fatta mettere), ma si accanisce un po’ troppo, vistoa la lunga carriera che ha alle spalle (e ribadiamo sempre il “da che pulpito”). Ma ha ragione sul fatto che approvare il Piano casa 2 con un maxiemendamento, che  fa cadere tutti gli altri  emendamenti,  sarebbe una mancanza di rispetto soprattutto verso la maggioranza. Però, anche se  non li abbiamo ancora studiati tutti (è umanamente impossibile) temiamo che gli unici emendamenti della maggioranza da noi condivisibili siano proprio quelli di Avenali  e De Paolis/Bonafoni…

Storace dà la stura alle provocazioni: il consigliere Palozzi (FI-PDL) si rivolge a Michele Baldi (lista Civica Zingaretti) : “Tu eri di qua o di là, quando abbiamo approvato il piano casa Polverini?” e deifnisce SEL “Sinistra Edilizia e Libertà”. Ormai siamo al teatro dell’assurdo…

Piano Casa Polverini-Zingaretti: gli emendamenti dell’assessore Civita (e del consigliere Quadrana)

Abbiamo ricostruito il testo della PL 75   evidenziando in colori diversi le modifiche apportate all’originale Ciocchetti/Polverini dalla “copia quasi conforme” Civita/Zingaretti, provando a inserirvi gli ulteriori emendamenti proposti dallo stesso Assessore, in certi casi ancora più allarmanti. E allarmanti sono sicuramente gli emendamenti del Consigliere Quadrana (Lista Civica Zingaretti) che vorrebbe derogare addirittura all’art.7 del DM 1444/68, una legge che fu introdotta per garantire gli standard urbanistici minimi[i]

[Mettiamo ancora una volta in calce la sintesi delle nostre obiezioni alla proroga e alle pseudo modifiche apportate al testo Polverini]

Purtroppo i cittadini, vista la totale latitanza dei principali organi di informazione, se ne accorgeranno solo quando le ricadute cementizie sui territori saranno ineluttabili. Ma sarà comunque nella responsabilità di tutti   quegli amministratori che oggi preferiscono non approfondire le conseguenze di persona [ii], accontentandosi delle spiegazioni dell’ Assessore Civita che continua a sostenere di voler “”cancellare o  modificare le norme che possono stravolgere  la pianificazione urbanistica”[iii]. E ripetiamo che ciò NON CORRISPONDE A VERITA’ e che proprio a partire da questo punto fondamentale l’attuale versione è praticamente identica a quella vigente: basti dire che per 6 volte, negli stessi capoversi degli articoli aggiunti dal Piano Polverini – tutti rimasti – si legge  l’espressione “in deroga alle previsioni degli strumenti urbanistici edilizi comunali vigenti o adottati”. E ribadiamo che l’allarme è stato lanciato in più occasioni dallo stesso Assessore Caudo, che ha segnalato   i rischi del Piano casa al dibattito alla Casa dell’Archietttura nel gennaio scroso[iv] (in seguito è cambiato poco o niente) , e ancora  nel corso delle commissioni congiunte sullo Stadio di Tor di Valle il 2 ottobre. Queste le sue testuali parole: “La “cementificazione di Roma” a seguito dello stadio è lo 0,9% delle previsioni del Piano regolatore Generale ed esattamente la metà di tutte le previsioni di cambio di destinazione d’uso del “Piano casa” di cui non si occupa nessuno, non c’è un articolo, non c’è nessuno che si agita…” E se a qualcuno venisse il dubbio che l’assessore si riferisse al Piano Casa Polverini, deve sapere che rispondendo all’obiezione di un consigliere “agitati te...”, ha dichiarato: “… è esattamente quello che stiamo facendo dall’inizio dell’anno scorso sul Piano casa e le modifiche che avevamo in qualche modo concordato con Civita adesso con gli emendamenti si stanno annacquando…

Intanto si torna a parlare del maxiemendamento che, pare, la prossima settimana dovrebbe mettere una pietra tombale su ogni voce critica. Chissà se nell’escamotage che costringe alla votazione “o così o pomì”, la giunta avrà il coraggio di inserire anche gli emendamenti di Quadrana, che cancellano diritti affermati da una legge del ‘68 che è stata una conquista della sinistra, per cancellare i quartieri/ghetto e rendere le città più vivibili per tutti, non solo per i ricchi…

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COSA NON E’ CAMBIATO DALLA LEGGE POLVERINI ALLA LEGGE ZINGARETTI[2]

1) LA POSSIBILITA’ DI DEROGARE AGLI STRUMENTI URBANISTICI ED EDILIZI COMUNALI, CANCELLANDO IL POTERE DECISIONALE DELLE ISTITUZIONI – COMUNE E MUNICIPI – PREPOSTE

L’Intesa Stato-Regioni lo dice molto chiaramente, sebbene con il solito “preferibilmente”: le leggi regionali di applicazione del “Piano Casa” devono essere scritte “in coerenza con i principi della legislazione urbanistica ed edilizia e della pianificazione comunale[3]. Il Piano casa Polverini/Zingaretti invece sottrae gli interventi ai pareri e alle scelte urbanistiche dell’Amministrazione, permettendo sistematicamente di derogare ai Piani Regolatori vigenti[4]. Ma la deroga non riguarda solo le norme e le pianificazioni già approvate: se il Piano casa verrà prorogato, durante tutta la sua ulteriore durata consentirà di rimettere in discussione qualsiasi progetto in corso e qualunque accordo con il Comune, permettendo ai soggetti privati di chiedere ulteriori aumenti di cubature e cambi di destinazione, dato che – come vedremo – il Piano si applica anche agli edifici ancora da costruire. 

Noi chiediamo che venga cancellata la frase “In deroga alle previsioni degli strumenti urbanistici ed edilizi comunali vigenti o adottati nonché nei comuni sprovvisti di tali strumenti”, soprattutto dagli articoli introdotti nel 2011 dal Piano Polverini (6) : l’Art. 3 ter (cambiamento di destinazione d’uso da non residenziale a residenziale) e l’Art. 3 quater (riutilizzo del patrimonio edilizio dismesso e delle aree libere attraverso il cambiamento della destinazione in altro uso non residenziale).

Nota: Potremmo fermarci qui, visto che, se i cambi di destinazione e l’aumento di cubatura fossero sottoposti al parere dell’Amministrazione, non solo rispetto alla “fattibilità”, ma rispetto all’”opportunità” e al “pubblico interesse”, verrebbe ristabilito l’indispensabile sistema di regole e garanzie assicurato dal governo pubblico delle trasformazioni[5].

2) IL LAZIO E’ L’UNICA REGIONE D’ITALIA IN CUI IL PIANO CASA SI APPLICA A CASE CHE NON ESISTONO

La citata Intesa Stato-Regioni prevedeva esclusivamente interventi di ampliamento di edifici di volumetrie limitate e anche interventi – denominati “straordinari” – di demolizione e ricostruzione, tutti a destinazione residenziale[6]. Il Piano casa Polverini (e ora quello Zingaretti) “forza” l’Intesa inserendovi anche gli interventi di nuova costruzione, cioè non solo gli edifici ultimati e magari dismessi, ma anche quelli “che abbiano ottenuto il titolo abitativo edilizio”[i], cioè edifici ancora “sulla carta”. E carta straccia diventano così i progetti approvati dall’amministrazione, che possono essere rimodulati nella direzione del maggiore profitto del privato anziché della pianificazione pubblica. E fanno parte del “pacchetto” anche gli “accordi di programma”, uno strumento urbanistico utilizzato per fissare delle regole a quegli interventi privati che devono “produrre” un interesse pubblico, e che grazie al Piano Casa possono/potranno cancellare i patti già sottoscritti. Cioè cambiare le regole del gioco durante la partita.

Chiediamo che siano esclusi dai benefici dalla Legge 11 Agosto 2009, n. 21 gli interventi di “nuova costruzione”, o che siano quantomeno sottoposti al parere vincolante delle amministrazioni competenti, e che siano comunque esclusi gli interventi già oggetto di accordi di programma, se venisse annullata la “contropartita pubblica” già negoziata .

3) IL PIANO CASA PUO’ DIVENTARE “PIANO CENTRO COMMERCIALE”

Il Piano casa Civita Zingaretti conserva un altro articolo introdotto dalle modifiche Polverini/Ciocchetti del 6 agosto 2012, l’Art. 3 quater (Interventi finalizzati al riutilizzo del patrimonio edilizio dismesso e delle aree libere attraverso il cambiamento della destinazione in altro uso non residenziale) che permette addirittura i cambi di destinazione di edifici dismessi, da “uso non residenziale” (ad esempio uffici) a “altro uso non residenziale” (ad esempio centri commerciali) . Con la nuova aggiunta, a “riutilizzo del patrimonio edilizio dismesso” anche delle”aree libere”. E naturalmente sempre “in deroga alle previsioni degli strumenti urbanistici ed edilizi comunali vigenti o adottati”. Sono esclusi, bontà loro, “teatri e cinema”, ma questo è in realtà un “merito” della Polverini, che l’aveva già intordotto, così come il limite “massimo di 2.500 metri quadrati di superficie utile lorda” e l’esclusione “delle zone omogenee E”

Chiediamo di abolire la possibilità di autorizzazione “in automatico” di queste trasformazioni, restituendo al Comune e ai Municipi la titolarità delle decisioni, e prevedendo anche forme di consultazione dei cittadini.

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[i] DM 1444/68 Art. 7. (Limiti di densità edilizia).

I limiti inderogabili di densità edilizia per le diverse zone territoriali omogenee sono stabiliti come segue:

1) Zone A)

  • -per le operazioni di risanamento conservativo ed altre trasformazioni conservative, le densità edilizie di zona e fondiarie non debbono superare quelle preesistenti, computate senza tener conto delle soprastrutture di epoca recente prive di valore storico- artistico;
  • -per le eventuali nuove costruzioni ammesse, la densità fondiaria non deve superare il 50% della densità fondiaria media della zona e, in nessun caso, 5 mc/mq;

2) Zone B): le densità territoriali e fondiarie sono stabilite in sede di formazione degli strumenti urbanistici tenendo conto delle esigenze igieniche, di decongestionamento urbano e delle quantità minime di spazi previste dagli articoli 3, 4 e 5. Qualora le previsioni di piano consentano trasformazioni per singoli edifici mediante demolizione e ricostruzione, non sono ammesse densità fondiarie superiori ai seguenti limiti:

  • -7 mc/mq per comuni superiori ai 200mila abitanti;
  • -6 mc/mq per comuni tra 200mila e 50mila abitanti;
  • -5 mc/mq per comuni al di sotto dei 50mila abitanti.

Gli abitanti sono riferiti alla situazione del comune alla data di adozione del piano.Sono ammesse densità superiori ai predetti limiti quando esse non eccedano il 70% delle densità preesistenti.

3) Zone C): i limiti di densità edilizia di zona risulteranno determinati dalla combinata applicazione delle norme di cui agli artt. 3, 4 e 5 e di quelle di cui agli articoli 8 e 9, nonché dagli indici di densità fondiaria che dovranno essere stabiliti in sede di formazione degli strumenti urbanistici, e per i quali non sono posti specifici limiti.

4) Zone E): è prescritta per le abitazioni la massima densità fondiaria di mc 0,03 per mq

[ii] Apprezziamo invece la serietà di quei consiglieri di alcuni Municipi che si sono pronunciati per la modifica dell’attuale testo in discussione, compresi coloro che pur appartenendo a schieramenti diversi hano approvato la mozione di SEL

[iii] Dal discorso in Consiglio regionale dell’11 ottobre > scarica il testo ricavato dal resoconto stenografico sul sito del Consiglio Piano casa intervento Civita 11 settembre 2014

[iv] leggi il testo trascritto dell’intervento: https://carteinregola.wordpress.com/piano-casa-2/convegno-piano-casa/intervento-delassessore-caudo-al-seminario-piano-casa/

 

[2] Le obiezioni che solleviamo si riferiscono a modifiche introdotte dalla Giunta Polverini che permangono nella versione attuale

[3] Dall’ Intesa 31 marzo 2009: Le Regioni si impegnano ad approvare entro e non oltre 90 giorni proprie leggi ispirate preferibilmente ai seguenti obiettivi: (…) c) introdurre forme semplificate e celeri per l’attuazione degli interventi edilizi di cui alla lettera a) e b) in coerenza con i principi della legislazione urbanistica ed edilizia e della pianificazione comunale.

[4] “In deroga alle previsioni degli strumenti urbanistici ed edilizi comunali vigenti o adottati”- appare nel testo 6 volte, corrispondenti ad altrettanti commi, Art.3 comma 1, Art.3 Comma 2, Art. 3 ter comma 1, Art. 3 quater comma 1, Art. 4 comma 1, Art.5 comma 1

[5] Si tratta del punto fondamentale, da cui discendono tutti gli altri, in cui molti ravvisano anche il rischio incostituzionalità (> leggi l’articolo su democrazia e Diritto 1/2009Il secondo “piano casa”: una (incostituzionale) de-pianificazione del territori di Cerulli Irelli, Vicenzo; De Lucia, Luca) . Nella Proposta 75 rimangono le norme che costituiscono una sorta di “prevaricazione” rispetto al  potere decisionale del Comune, e soprattutto un sovvertimento del principio di pianificazione, unico  baluardo per l’armonica crescita della  città, fondata sulla  tutela del patrimonio storico e culturale e sul rispetto dei diritti  dei cittadini, rispetto  all’anarchia di un sistema in cui sono solo le leggi del mercato e del profitto a guidare lo sviluppo urbanistico. Recita la circolare esplicativa del gennaio 2012: “…è fuor di dubbio che la legge regionale è fonte prevalente sulle difformi disposizioni della normativa pianificatoria comunale, soprattutto considerando che, nel caso di specie… reca norme speciali e di carattere eccezionale”. In pratica l’eccezione e la  deroga prevalgono sulla pianificazione e la regola

[6]Sempre utilizzando però una formula sibillina che lascia aperte altre possibilità a discrezione delle Regioni che devono emanare le leggi: Da Intesa Stato regioni: (…)

Le Regioni si impegnano ad approvare entro e non oltre 90 giorni proprie leggi ispirate preferibilmente ai seguenti obiettivi:

  1. a) regolamentare interventi — che possono realizzarsi attraverso piani/programmi definiti tra Regioni e Comuni — al fine di migliorare anche la qualità architettonica e/o energetica degli edifici entro il limite del 20% della volumetria esistente di edifici residenziali uni-bi familiari o comunque di volumetria non superiore ai 1000 metri cubi, per un incremento complessivo massimo di 200 metri cubi, fatte salve diverse determinazioni regionali che possono promuovere ulteriori forme di incentivazione volumetrica;
  2. b) disciplinare interventi straordinari di demolizione e ricostruzione con ampliamento per edifici a destinazione residenziale entro il limite del 35% della volumetria esistente, con finalità di miglioramento della qualità architettonica, dell’efficienza energetica ed utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e secondo criteri di sostenibilità ambientale, ferma restando l’autonomia legislativa regionale in riferimento ad altre tipologie di intervento;
  3. c) introdurre forme semplificate e celeri per l’attuazione degli interventi edilizi di cui alla lettera a) e b) in coerenza con i principi della legislazione urbanistica ed edilizia e della pianificazione comunale.


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