Mancanza di autonomia di spesa e manutenzioni ordinarie devolute agli addetti alle pulizie della scuola: erano solo due tra le constatazioni operative effettuate poche settimane fa in merito alle contraddizioni del piano di edilizia scolastica avviato dal Governo Renzi. Soltanto la punta dell’iceberg delle problematiche (più o meno celate) che parrebbero ammorbare il grande progetto di recupero, messa in sicurezza e abbellimento delle scuole italiane.
Edilizia scolastica: i numeri
Il piano dell’edilizia scolastica è partito sì, ma a rilento: sono stati soltanto 1754 (sugli oltre 7751 previsti, una cifra che raggiunge a stento il 23%) i cantieri inaugurati. Al momento sono 918 gli interventi terminati, 836 i cantieri in queste ore in azione, mentre sono oltre 2700 gli interventi che sono in procinto di partire entro la fine di settembre.
Passo dopo passo? Forse
Una inchiesta di Repubblica smonta in parte il clima di entusiasmo creatosi attorno al piano, soffermandosi in particolare sulle cifre molto ottimistiche che compaiono sul portale dedicato al progetto (passodopopasso.italia.it). Ecco un virgolettato dall’inchiesta pubblicata l’altroieri sul quotidiano diretto da Ezio Mauro: “Sul sito i numeri sono ottimisti e annunciano svariati cantieri chiusi. I resoconti aggiornati — ottenuti informalmente — ridimensionano, però, sia il numero dei lavori eseguiti che l’ottimismo”. Le cifre sono quelle citate in apertura di articolo: ed i “lavori ad oggi terminati” sono 547 in meno rispetto a quanto annunciato.
Un piano necessario
All’interno dell’inchiesta di Repubblica si legge anche il seguente stralcio: “Lo sforzo c’è, ma il grande cantiere è più lento di quello che viene comunicato. Con i numeri che ballano, poi, il progetto ambizioso e necessario rischia di perdere credibilità. Gli uomini di Renzi lo scorso marzo, a governo appena insediato, hanno parlato di 3,5 miliardi a disposizione per l’edilizia scolastica. Ancora ieri il ministro Giannini certificava 1,2 miliardi nella disponibilità del ministero. Si scopre poi — fonti Miur — che ad oggi sono stati erogati 110 milioni e che entro dicembre saranno 150 milioni per i primi, leggeri interventi di pulizia di 7751 plessi”.
Una trasparenza imperfetta pertanto è quella che affiora sul fronte comunicativo inerente ad un piano assolutamente necessario nel nostro paese: basti pensare che in Italia più del 60% degli edifici scolastici è stato costruito prima del 1974, anno non casuale, ovvero quello di entrata in vigore della normativa antisismica.