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PIANO RIENTRO EAV - Considerazioni personali (parte 2a)

Creato il 25 novembre 2013 da Ciro_pastore
PIANO RIENTRO EAVConsiderazioni personali (parte 2a)
Veniamo ad un’analisi dettagliata (per quanto possibile) del Piano:
RIDUZIONE COSTI
  1. occorre, innanzitutto, premettere che il Piano espone dati relativi all’anno in corso (2013) come se fossero risultati già raggiunti. In realtà, invece, si tratta dei medesimi dati esposti come obiettivi da raggiungere – soprattutto riguardo alla riduzione dei costi per il personale – che, palesemente ed oggettivamente, non è possibile che si siano verificati, stante il quasi totale fallimento dell’operazione “Riqualificazione”. Operazione che partita – fra mille strombazzamenti – nel giugno 2013 doveva portare alla “riconversione” di 116 amministrativi per i quali era previsto il ricollocamento in altre mansioni (in special modo capotreno ed operai) o come risultato residuale in mansioni di “guardiania”, tutte mansioni che producevano (ed ancora producono) un notevole quantitativo di ore “in straordinario” per un importo molto vicino ai 5 milioni euro/anno. L’operazione si è quasi conclusa con un numero di riqualificati complessivi di poco superiore alla metà dei 116 di partenza, molti dei quali, peraltro, destinati a mansioni non “indispensabili” e, soprattutto, riducendo il monte straordinario di un valore economico trascurabile, visto che di qui a poco attraverso i prepensionamenti (previsti nel Piano stesso), le mansioni attinenti al personale viaggiante (capitreno e macchinisti) verranno ulteriormente sguarniti di unità.
  2. Peraltro, il processo di riqualificazione conta anche qualche “desaparecido”, che risulta ancora nel limbo degli agenti in attesa di riqualificazione e che, però, continua indisturbato/a a ricoprire le precedenti mansioni da amministrativo, in barba a qualsiasi principio di parità di trattamento con i loro colleghi già ricollocati da mesi.
  3. Fallita (di fatto) la riqualificazione di cui al punto 1., il Piano prevede di attivare a breve (per i soli lavoratori amministrativi) 100 contratti di solidarietà. Insomma, l’Azienda non riesce a rispettare i suoi stessi obiettivi (e spesso per propria inefficienza) ed allora non trova di meglio che scaricare sui lavoratori (amministrativi) il peso dei suoi stessi “errori”. Quindi, l’obiettivo è penalizzare gli amministrativi, senza risolvere le deficienze di organico delle qualifiche “operative” che continuerebbero inevitabilmente a produrre un notevole numero di ore in straordinario.
  4. allo stesso tempo, il Piano prevede di attivare un programma di assunzioni di cui non vengono esposti tempi, modalità, qualifiche da ricoprire. Paradossalmente, si potrebbe verificare l’insostenibile situazione di avere nello stesso tempo (e nella stessa Azienda) da una parte gli amministravi in contratto di solidarietà e dall’altra assunzioni per coprire le carenze negli addetti direttamente impegnati nella produzione del servizio.
  5. sempre rispetto al “costo del lavoro” nel Piano si espongono importi in contrazione in costante (ed esponenziale) incremento negli anni a venire, fenomeno questo spiegabile solo con una forte contrazione delle retribuzioni reali di tutti i lavoratori, visto che la ventilata riduzione dei Dirigenti non potrebbe produrre tali risparmi di spesa.
  6. anche i risparmi dichiarati per la eliminazione della indennità di reperibilità sembrano solo teoriche, visto che ai lavoratori a cui oggi è riconosciuta in maniera “forfettaria”, dovrà essere comunque corrisposto pari (se non maggiore) retribuzione in caso di interventi necessari in ore notturne.
  7. i risparmi derivanti dalla remotizzazione varchi (cioè il loro controllo a distanza) nella migliore delle ipotesi dovrebbe produrre solo un minimo risparmio di spese
  8. a partire dal 2014 il Piano prevede, poi, un risparmio derivante dalla internalizzazione dell’attività di vigilanza/guardiania (ora affidata in appalto esterno): si tratta di un’ipotesi di lavoro che non pare possa produrre nell’immediato i risparmi esposti in tabella.
  9. si individua anche un risparmio derivante dalla internalizzazione delle attività legali; in questo caso, pur volendo prendere per buona la cifra esposta (di importo non trascendentale, cioè 150mila euro), si tralascia (opportunamente) di evidenziare che il contenzioso con lavoratori e fornitori è di dimensioni imponenti e in molti casi vedrà l’Azienda soccombente visti i precedenti (quasi) tutti in tal senso. Ragion per cui, probabilmente a conti fatti il saldo sarà negativo.

INCREMENTO RICAVI
  1. riguardo agli incrementi da proventi da traffico, pare di poter tranquillamente affermare che si tratta di “proiezioni” ottimistiche e, forse, prive di ogni possibile fondamento razionale. Intanto, si espone un incremento (seppur modesto) anche per il corrente anno (2013) che nessun elemento oggettivo né esperienziale può convalidare. A partire dal 2014, poi, si prevede (ma forse sarebbe meglio dire si “spera”) di incrementare di ben 5 milioni gli introiti, mettendo in campo come elementi di progresso positivo sia la reintroduzione del “biglietto aziendale” e sia una decisa lotta all’evasione/elusione:
    1. Riguardo ai benefici del biglietto aziendale, tanto reclamizzato anche dall’Assessore al ramo, l’unica cosa certa è che tale modalità di acquisto non è ancora partita, un po’ per l’ostracismo del Consorzio UNICOCAMPANIA, che vede tale operazione come un annuncio di sua morte implicita, sia per le difficoltà tecnico/organizzative interne. In ogni caso i vantaggi dell’operazione dovrebbero essere depurati delle perdite derivanti da minori introiti percepibili dalla clearing consortile.
    2. La lotta all’evasione – pur indispensabile strumento – non può produrre nel panorama economico-sociale della nostra regione gli incrementi di introiti prospettati “fiduciosamente” dal Piano che prevede per il 2015 un recupero di 11 milioni sui circa 20 incassati attualmente, presumendo che tutti i viaggiatori “portoghesi” siano recuperabili alla normale esazione. Si dimentica, però, che buona parte di quell’ampia pattuglia di “non paganti d’annata” è composta da rom, extracomunitari e diseredati nostrani che non pagano e non pagheranno mai.
  2. si espongono anche incrementi nella raccolta pubblicitaria che per il loro trascurabile peso non meritano alcun commento (170mila euro a regime). Anche se una diversa politica di marketing potrebbe incrementare tali cifre raddoppiandole (o perfino triplicandole) non si vede come tali introiti possano essere concretamente utili al risanamento, soprattutto se si considera che la struttura interna costa notevolmente di più di quanto incassa (od incasserà mai) e, quindi, sarebbe più efficiente affidare tali mansioni all’esterno.
  3. i recuperi derivanti dalle locazioni passive nel Piano producono un incremento relativo, se si considera il valore del patrimonio. Purtroppo, nelle precedenti gestioni non vi era molto “interesse” a sviluppare tali introiti e l’attuale inversione di tendenza (solo da qualche settimana sono stati richiesti gli aggiornamenti dei canoni) non potranno cambiare in maniera significativa gli introiti derivanti dai cespiti immobiliari, molti dei quali costano in manutenzione cifre ingenti.

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