- albero marino.
E chi sa che Virgilio, Dante e gli altri toscani poeti con quelle lor favole non volessero insegnarci che le piante non sono affatto prive di senso? Io so molto bene che non v’è motivo né conghiettura né prova né ragione concludente, non tanto per la parte affermativa quanto per la negativa: ma egli è anche vero che le piante si nutricano, crescono, e producono seme e frutto come gli altri animali; cercano con ansietà il sole e l’aria aperta e sfogata; sfuggono in quel modo migliore che possono l’ugge malefiche, e con movimenti invisibili si storcono per iscansarle; e chi sa, se gambe avessero e non fossero così altamente radicate in terra, che non fuggissero da chi vuole offenderle, ed offese e straziate non facessero i lor versi ed i loro lamenti, se organi possedessero disposti e proporzionati all’opera della favella? Mi sovviene a questo proposito, ch’essendo io del mese di marzo in Livorno, vidi un certo pomo o frutto marino abbarbicato nella terra tra gli screpoli d’uno scoglio; la grossezza e la figura di esso pomo era come quella d’una arancia di mediocre grandezza, di quel colore per appunto che ànno i funghi porcini, che però fungo marino da’ pescatori è chiamato; ed avendolo colto e volendo vederne l’intera struttura, appena cominciai col coltello a pungerlo ed a tagliarlo, che vidi manifestissimamente che moto avea e senso, raggrizzandosi ed accartocciandosi ad ogni minimo taglio e puntura; e pure nella sua interna cavità, le pareti della quale erano bianche lattate, non conteneva altro che cert’acqua limpidissima di sapore di sale ed alcuni fili bianchi, i quali da una parte all’altra delle pareti senz’ordine alcuno erano distesi e tirati. E le spugne, che per alcuni valentuomini son noverate tra le piante, non si scontorcon elleno e non si raggrinzano, quando son toccate ed offese?
I N D O V I N A L’ I N D O V I N E L L O:
C H I E’ L’ A U T O R E ? ? ? ? ? ? ?
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ALBERO
Rumore di foglie
secche
cadute dall’albero
ormai spoglio.
Nudo
al freddo inverno
le sue radici
nasconde nella terra.
Come morto
non sente
né vento né gelo
né le leggiere zampe
di un passerotto
che cerca il fogliame verde.
-Renzo Mazzetti-
volante marino.
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