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June Medford, biologa della Colorado State University, ha messo a punto per il Dipartimento della Difesa americano una pianta in grado di cambiare colore non appena rileva la presenza di esplosivi.
Immaginate questo scenario: un terrorista si avvicina alla porta di un terminal con un pacco pieno di esplosivo. All'improvviso, un'ortensia vicino a lui cambia colore, diventando bianco latte. Potrebbe essere il futuro della ricerca di esplosivi, e potrebbe diventare realtà entro i prossimi 4 anni.
"Le piante non possono correre a nascondersi" dice Medford. "Se si avvicina un insetto, devono reagire. E hanno già l'infrastruttura per rispondere". La Medford, nel corso degli ultimi sette anni, ha modificato la struttura proteica di alcune piante per farle rispondere alla presenza di TNT cambiando la loro colorazione naturale.
Quando una pianta si sente sotto minaccia, rilascia una serie di segnali chimici che ispessiscono la cuticola protettiva delle foglie. Medford ha creato una tecnica per istruire alcune proteine a reagire quando entrano in contatto con sostanze chimiche che compongono materiale esplosivo. Ma la reazione della pianta non sarà un ispessimento della cuticola, ma un cambiamento di colore delle foglie.
Il progetto si trova ancora allo stato embrionale, in quanto la reazione della pianta è legata alla presenza di una specifica miscela chimica (TNT), e si verifica soltanto in un ambiente di laboratorio controllato. La pianta, inoltre, cambia colorazione ancora troppo lentamente per risultare utile ad avvisare in tempo reale della presenza di trinitrotoluene.
La reazione delle piante dipende principalmente dalla concentrazione nell'aria delle sostanze chimiche. In un prossimo futuro, le piante potranno adattare la loro colorazione in base della quantità di sostanze rilevate, o cambiare colore in base al tipo di agente chimico presente nell'aria o nell'acqua.
Medford ritiene che entro tre o quattro anni sarà possibile creare piante geneticamente modificate per rispondere alla presenza di diversi tipi di esplosivo. Il problema da risolvere prima dell'impiego di queste piante anti-esplosivo è quello di adattare la loro risposta alle diverse condizioni ambientali: umidità incostante, illuminazione scarsa, assenza di nutrimenti ideali e situazioni ben differenti dall'ambiente di laboratorio.
Questa tecnologia non sarà adattabile soltanto alla ricerca di esplosivi o di possibili minacce chimiche in aeroporti o luoghi pubblici, ma anche al rilevamento di materiale inquinante nell'acqua o nell'aria.
Ferns Versus Terrorists: Engineered Proteins Turn Airport Plants Into Bomb Detectors
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