Piante spontanee ad uso magico, rituale, medicinale e inebriante in provincia di Taranto e nel Salento (1/8)
24 novembre 2014 di Redazione
Di Gianfranco Mele
Introduzione: la flora spontanea del territorio
La mia ricerca prende le mosse e l’ispirazione da escursioni condotte soprattutto nell’entroterra di un’area del tarantino, nello specifico l’agro di Sava (TA) con le sue contrade (in particolare “Petrose”, “Pasano”, “Agliano”, “Grava”, “Ciavarini”), parzialmente in zona costiera (Campomarino di Maruggio, S. Pietro in Bevagna) e inoltre in parte dell’agro più prossimo alla città di Taranto. L’habitat è quello tipico della flora del Salento e infatti ritrovo sommariamente tutte le specie descritte nei vari manuali e studi di botanica salentina. Ho esteso perciò parte di questo studio a usi e tradizioni del territorio salentino stesso.
Ho focalizzato l’attenzione soprattutto sulle piante utilizzate o utilizzabili a scopo medicamentoso, inebriante, magico, psicotropo, e ho integrato le informazioni raccolte in loco con informazioni documentarie e bibliografiche locali. Ovviamente lo scopo della ricerca è una ricostruzione etnografica dei loro utilizzi e dunque si sconsigliano vivamente sperimentazioni ed usi basati su informazioni relative a questo scritto.
By Louise Joly, one half of AtelierJoly (Own work) [CC-BY-SA-1.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/1.0)%5D, via Wikimedia Commons
Piante a variabile effetto psicotropo, o ad impiego/effetto inebriante miste ad altre sostanze, sono endemiche dei luoghi, tanto che erano e sono presenti abbondantemente in zona e ne costituiscono la flora spontanea tipica. Si nota ad esempio la presenza, fino a qualche decennio fa massiccia, di Papaver somniferum, oggi resasi meno frequente a causa dello scriteriato impiego di diserbanti; varie piante il cui utilizzo è conosciuto fin dalla antichità remota a scopi tonici e/o afrodisiaci, es.: Satureja cuneifolia (santoreggia pugliese), Clinopodium nepeta, descritta anche nella locale tradizione come tonico/afrodisiaco ed eccitante del sistema nervoso, Micromeria graeca (nella precedente classificazione ascritta anche questa, assieme a Clinopodium n., nel gruppo delle santoregge), Muscari comosum (il “lampagione”); Smilax aspera (salsapariglia); in ambito ipnotico-sedativo o narcotico la Lactuca serriola (lattuga selvatica), utilizzata nella locale tradizione contadina anche come sostituto del Papaver Somniferum; inoltre, una gran quantità di piante utilizzate per una varietà di scopi sia magici che medicamentosi, es.: Artemisia vulgaris, Arum italicum (dial. “ua ti li scursùni” uva dei serpenti), Ipericum perforatum, Cistus (dial. “mucchiu”, da Plinio descritto come soporifero se mescolato a vino o idromele ma caratterizzato anche da una molteplicità di usi medicinali).
“Cistus salvifolius”. Con licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 tramite Wikimedia Commons – http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Cistus_salvifolius.jpg#mediaviewer/File:Cistus_salvifolius.jpg
Quest’ultima pianta, della quale in zona esistono sia la varietà mosnpeliensis che salviifolius, potrebbe essere identificata nelle “rosette” effigiate sul volto delle statuette votive dedicate ad Hades, tipiche del tarantino, e nello specifico rinvenute anche anche ad Agliano, una delle zone oggetto delle mie escursioni (cfr. mio articolo su “Cultura Salentina” dal titolo “Agliano al confine tra Magna Grecia e Messapia”).
Per quanto concerne le solanacee, è tipica sia in zona costiera che nell’entroterra la presenza di Datura stramonium e Datura inoxia, due piante a quanto sembra non originarie del territorio ma sicuramente presenti, conosciute, e utilizzate a scopi magicopopolari dal medioevo in poi. Ho rinvenuto inoltre altre solanacee di tipo narcoticoallucinogeno come Mandragora autumnalis e Hyosciamus albus (la prima in territorio prossimo alla città di Taranto, e la seconda in zona costiera).
“Mandragora autumnalis 056″ di tato grasso – Opera propria (personal work). Con licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.5 tramite Wikimedia Commons – http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Mandragora_autumnalis_056.jpg#mediaviewer/File:Mandragora_autumnalis_056.jpg
In prossimità del mare, crescono abbondanti esemplari di Glaucium favum (papaveracea dalle caratteristiche narcoticoallucinogene, fig.1). I nomi popolari dialettali rintracciati in molte delle piante “esaminate”, confermano un loro utilizzo sino a tempi recenti e contribuiscono, in parte, anche a ricostruirne gli usi.
Fig. 1: esemplari di Glaucium favum, S. Pietro in Bevagna – Manduria (TA)
N.d.R. L’ebook completo di bibliografia sarà pubblicato insieme all’ultimo contributo di questa serie