Piazza Affari: che belle le Banche italiane

Da Pukos

 Un rialzo determinato da un solo comparto

Volano le Banche italiane sulle ali dei soldi facili promessi dalla Bce, in controtendenza MPS che lunedì inizierà l’adc. Bene anche Telecom, male il settore del lusso.

Stamani il Ftse China A50 (-0,88%) ha chiuso le contrattazioni con un ribasso vicino al punto percentuale, ed anche l’Hang Seng (-0,69%) di Hong Kong ha lasciato sul terreno più di mezzo punto. Vuoi vedere che la Cina adesso trema per la straordinaria ripresa dell’economia italiana? Vuoi vedere che adesso i cinesi temono la nostra concorrenza? Vuoi vedere che tra un po’ saremo noi ad invadere il loro mercato con i nostri prodotti? Vuoi vedere che i cinesi ora temono la produttività delle nostre industrie, soprattutto quelle del Sud Italia?

Magari Renzi è capace di dire anche questo, ubriacato dallo spread sotto i 140 punti e dal Ftse Mib (+1,54%) mai così alto da oltre tre anni (dal 3 maggio 2011, per la precisione).

Nella realtà oggi non avremmo proprio nulla da festeggiare, l’Istat, infatti, ha ufficializzato che nel 2013 il calo del nostro Pil (-1,9%) non è stato omogeneo in tutte le zone del Paese. Se il Nord-Ovest (-0,6%) è sceso solo frazionalmente ed il Nord-Est (-1,5%) ed il Centro (-1,8%) hanno avuto cali inferiori alla media nazionale, per il Sud (-4,0%) si è trattato di un tracollo. Ormai un terzo del nostro Paese vive di sovvenzioni statali e di malavita, ed il cancro può solo estendersi, non riassorbirsi, le metastasi non lasciano scampo.

Ed allora come giustificare il rialzo odierno a Piazza Affari?

Semplice!

Le nostre Banche sono al collasso, i crediti “problematici” sono più di un terzo dell’intero erogato dal sistema, i Tribunali hanno adottato gli “erogatori del numero” (sapete come nelle salumerie dei supermercati) per stabilire l’ordine di arrivo delle imprese che portano i loro libri, e proprio quando il bubbone stava per esplodere con gli “stress test”, ecco che arriva Draghi con i suoi miliardi di carta a salvarle (almeno per il momento).

E’ ovvio che il mercato festeggi! Portate un bicchier d’acqua ad una persona che si è persa nel deserto … vi ringrazierà a vita (anche se comunque gliene resta poca).

Ed ecco così spiegato il guadagno del nostro indice principale.

Nelle prime cinque posizioni della classifica odierna delle performance troviamo infatti cinque banche, tutte con un guadagno superiore ai quattro punti percentuali: BpM (+6,99%), Banco Popolare (+5,49%), Bper (+5,19%), Mediobanca (+4,84%) e Intesa Sanpaolo (+4,06%).

Ottima seduta anche per Telecom Italia (+3,90%) arrivata in intraday veramente ad un soffio da quota 1 euro.

A seguire troviamo Ubi Banca (+3,76%), Atlantia (+3,37%) arrivato davvero ad un soffio dal massimo assoluto del novembre 2007, ed ancora Finmeccanica (+3,32%) tornato sopra quota 6,5 euro.

Non sono stati pochi, visto la performance dell’indice, i titoli che hanno terminato la seduta con un ribasso, ben un titolo su quattro, infatti, ha concluso la settimana con un segno rosso.

Ancora una volta è stato il comparto del lusso in particolare a soffrire, pessima la seduta di Moncler (-2,61%), meno pesanti i cali di Tod’s (-1,22%), Salvatore Ferragamo (-0,74%) e Luxottica (-0,24%).

Da segnalare poi il calo di Banca MPS (-1,95%) unico titolo in controtendenza del settore che lunedì prossimo inizierà l’aumento di capitale più importante della sua storia.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro


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