piazza della Loggia: cornuti e mazziati

Creato il 16 aprile 2012 da Chiosaluxemburg @ChiosaLuxemburg


Si dice così quando qualcuno oltre al danno deve subire anche la beffa: “cornuto e mazziato”. Nel caso dei parenti delle vittime della strage di piazza della Loggia, il danno non è assolutamente calcolabile, perché otto morti non glieli restituisce nessuno; di contro, la beffa è calcolabile: si riassume nella cifra che dovranno pagare allo stato, nonostante siano stati loro a chiedere di essere risarciti, loro che in quel  28 maggio 1974, a Brescia, per un attentato fascista, persero i loro cari. Gli imputati sono i soliti noti:  Carlo Maria Maggi, Delfo Zorzi, Maurizio Tramonte (neofascisti di Ordine nuovo) e il generale dei carabinieri Francesco Delfino nel quarto processo per la strage. Tutti assolti  come già nella sentenza di primo grado del 2010. Ma ecco la beffa: le parti civili dovranno accollarsi le spese processuali del ricorso contro  Pino Rauti, ritenuto inammissibile, per il quale la stessa accusa aveva chiesto l’assoluzione.
Chi volesse sapere come andarono le cose a Piazza della Loggia e conoscere qualcosa dei personaggi coinvolti, può  andare sulla solita wikipedia, magari poco esaustiva, ma almeno a portata di tutti, oppure leggere qualche articolo, per la verità non moltissimi, che in questi giorni in cui si è preferito dare rilievo ad altre notizie, troverete diluita e stemperata nel grande blob di culi, calcio, lavitoli e renzibossi. Per chi invece volesse  avere  un riassunto abbastanza lucido sull’eversione neofascista manovrata ad arte dagli USA, che per anni hanno fatto del nostro paese  una colonia culturale e militare, posso invece citare una pagina tratta dal libro IL grande  vecchio  di Gianni Barbacetto (BUR, 2009, Milano):
«Tutto era iniziato in piazza Fontana, il 12 dicembre 1969,: lì era avvenuta la “madre di tutte le stragi”, il primo atto di una guerra, una guerra non dichiarata, tra l’occidente e il comunismo. Un conflitto a bassa intensità (low intensity war), una “guerra non ortodossa”: non dichiarata, sotterranea, combattuta con mezzi non convenzionali…  Quella guerra “non ortodossa”, che era stata teorizzata in ambienti vicini ai servizi di sicurezza USA ed era stata introdotta in Italia nel 1965 nel convegno dell’Hotel Parco dei principi di Roma, finanziato dal servizio segreto militare, con la partecipazione di alti ufficiali e giovani neo-fascisti. Ci si stava avviando alla “distensione”, alla fase in cui i due blocchi, est e ovest, cominciavano a parlarsi. Fu allora che il fronte anticomunista si divise: una parte si impegnò nel confronto, scommise sulla progressiva democratizzazione del fronte avversario; un’altra invece si radicalizzò, teorizzando che le dottrine del “dialogo” e della “coesistenza” tra i blocchi segnavano non già una minore pericolosità del comunismo, bensì una nuova, più insidiosa offensiva. La terza guerra mondiale, sosteneva questa parte, era già iniziata, seppur non nelle forme tradizionali del conflitto dichiarato: il fronte comunista era all’opera con mezzi politici e psicologici. A questi bisognava contrapporsi subito, sullo stesso terreno. Utilizzo di civili anticomunisti, infiltrazione nei gruppi avversari dell’ultrasinistra. Azioni di “destabilizzazione” (comprese le stragi) per provocare la richiesta d’ordine e l’intervento dei militari. Piazza fontana è il battesimo del fuoco della guerra non ortodossa ».
Così Barbacetto riassume la cosiddetta “strategia della tensione”. Inutile dire che anche la strage di piazza della Loggia rientra a pieno titolo nelle trame atlantiche sopra ricordate.
Pasolini aveva capito tutto e poco prima di essere ucciso scrisse il famoso “io so”, cioè un articolo pubblicato sul corriere della sera con il titolo “ che cos’è questo golpe?” , dove diceva provocatoriamente di conoscere i nomi dei responsabili delle stragi di Milano e di Brescia.  Vi invito a leggerlo: http://www.corriere.it/speciali/pasolini/ioso.html
Negli anni passati si è fatto un gran parlare di vari terroristi “rossi” che andavano estradati . La macchina mediatica però è sempre silenziosa quando si chiede l'estradizione degli ex terroristi neri, e lo trovo scontato: quelli lavoravano per lo stato fascista, come ad esempio Delfo Zorzi, oggi ancora una volta assolto nonostante  lo straordinario numero di prove a suo carico. Zorzi oggi fa il miliardario in Giappone  mentre i parenti delle vittime gli pagano il conto delle tasse che continua ad evadere in Italia gestendo alcune società  in tutta tranquillità dal Giappone. Leggere per credere. (http://www.repubblica.it/economia/2012/04/05/news/delfo_zorzi_il_fisco_gli_contesta_60_milioni-32807907/).  Finirà che non pagherà neanche per questo.
Ricordiamo infine quelli che soli hanno pagato e non potranno mai essere risarciti. gli otto morti di Brescia: • Giulietta Banzi Bazoli, anni 34, insegnante • Livia Bottardi Milani, anni 32, insegnante • Euplo Natali, anni 69, pensionato • Luigi Pinto, anni 25, insegnante • Bartolomeo Talenti, anni 56, operaio • Alberto Trebeschi, anni 37, insegnante • Clementina Calzari Trebeschi, anni 31, insegnante • Vittorio Zambarda, anni 60, operaio
Chi controlla il passato controlla il futuro” ( George Orwell)


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