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Picasso Milano, mostra a Palazzo Reale: AMBROISE VOLLARD – IL MERCANTE DI PICASSO, di Cristina Palmieri

Creato il 20 settembre 2012 da Milanoartexpo @MilanoArteExpo
Palazzo Reale mostra Picasso, Paul en arlequin

Pablo Picasso
Paul en arlequin
1924
Olio su tela, cm 130 x 97,5
Masterpiece from the Musée National Picasso Paris to be held at Palazzo Reale in Milan from September 2012 to January 2013
© Succession Picasso by SIAE 2012

Mostra Pablo Picasso – Palazzo Reale, Milano – Cristina Palmieri. Sono esposte oltre 200 opere di Picasso, provenienti dal Museo Nazionale Picasso di Parigi,  quelle che l’artista conservò per sé e che, dopo la sua morte, divennero proprietà dello Stato francese. La mostra a Milano di Picasso rappresenta senza dubbio un’occasione imperdibile per chi desideri  conoscere meglio quello che – ormai quasi unanimemente – è riconosciuto essere il più grande genio della storia dell’arte del XX secolo, dal momento che raccoglie capolavori che attraversano l’intero percorso di ricerca del medesimo. Non ci preme però, qui,  solo segnalare  il grande evento Picasso a Milano. (LINK al sito ufficiale per i biglietti della mostra Picasso). Come accennato la scorsa settimana, obiettivo della rubrica è piuttosto quello di occuparci del mercato dell’arte, con particolare riferimento al mercato dell’arte contemporanea e alle quotazioni delle opere d’arte – e non solamente in relazione alle aste d’arte.

Che Picasso riesca ancor oggi a occupare la ribalta di questo palcoscenico è notorio a chiunque legga un quotidiano. Recentemente a Roma, in occasione di una prestigiosa vendita all’incanto di opere impressioniste e moderne, la notissima casa d’aste Sotheby’s ha ritirato improvvisamente la più importante, un “Arlecchino” degli esordi del periodo cubista (1909), appartenuto alla collezione del pittore e scultore surrealista Donati, americano di origine italiana. L’opera di Picasso venne acquistata verso il termine degli anni ’40 per circa 12.000 Dollari. Certo, una cifra consistente e appannaggio di pochi già allora. Oggi la stima della medesima si aggira intorno ai 25 milioni di Dollari e, pur se la casa d’aste ha giustificato il ritiro adducendo quale ragione motivazioni di natura personale, si presume che il timore fosse quello, dato il momento economico sfavorevole,  di non ricevere proposte d’acquisto adeguate. L’esempio a testimonianza di quanto poco sopra accennato.

Abbiamo così pensato di dedicare questo spazio piuttosto alla meno altisonante figura di Ambroise Vollard, uno dei più acuti e lungimiranti  mercanti d’arte della Parigi della Belle Epoque,  colui che, senza dubbio alcuno, ha contribuito a creare la fortuna di molti degli artisti che – attivi fra fine Ottocento e inizio Novecento – sono considerati oggi i più importanti testimoni di quel momento storico che ha traghettato l’arte verso la modernità, Picasso in primis.

Milano Palazzo Reale Pablo Picasso, Homme à la mandoline

Pablo Picasso
Homme à la mandoline
Autunno 1911
Olio su tela, cm 162 x 71
Masterpiece from the Musée National Picasso Paris to be held at Palazzo Reale in Milan from September 2012 to January 2013
© Succession Picasso by SIAE 2012

Non a caso, lo scorso aprile, a Venezia, all’interno del Palazzo Cavalli Franchetti, nelle sale dell’ “Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti”, è stata organizzata una mostra dedicata al rapporto, strettissimo ma certamente complesso ,  tra i due personaggi (intitolata “PICASSO e VOLLARD. Il genio e il mercante” - LINK all’articolo di MAE Milano Arte Expo). A Vollard si devono infatti la maggior parte dei capolavori incisori dell’artista (esposte a Venezia 150 opere, tra cui le 100 incisioni della “Suite Vollard”).   Entrambi aprono, ognuno a proprio modo e nel proprio ambito,  alla modernità.

Se infatti Picasso è colui che probabilmente  più di ogni altro incide profondamente nel cambiamento epocale che porta l’arte a sganciarsi dalla funzione mimetica che per secoli l’ha accompagnata e a divenire, comunque e sempre, il luogo dove l’artista racconta se stesso e la propria esclusiva visione del mondo, Vollard ha  – parimenti – il merito di essere, accanto a nomi come quello di  Paul Durant Ruel, uno dei più importanti fondatori  del moderno mercato dell’arte.

La sua attività è fondamentale affinché si diffondano la conoscenza ed il consenso intorno  alla gran parte degli artisti del periodo postimpressionista e delle avanguardie.

Figlio di un notaio francese emigrato nella lontana isola di Réunion, torna, ragazzo,  in Francia per studiare diritto, prima a Montpellier e poi a Parigi. Qui trascorre preferibilmente le proprie giornate sul Lungosenna, fra i bouquinistes, ad acquistare disegni, stampe e libri, sognando di divenire editore d’arte (aneddoto da lui medesimo raccontato, poco prima della sua morte, in “Souvenirs d’un marchand de tableaux” , “Memorie di un mercante d’arte”, edito nel 1937).

Nei primi anni del proprio soggiorno parigino vive in soffitte che divengono la sua casa-bottega. Intorno agli anni ’90 si fa assumere come impiegato presso una piccola galleria d’arte, specializzata in pittura accademica, “L’Union Artistique”. L’esperienza lo aiuta a comprendere più da vicino come muoversi nell’ ambiente.

Fondamentale è anche la frequentazione in rue Lafitte della bottega di Tanguy, un vecchio corniciaio che fornisce tele e colori a pittori giovani e sconosciuti, come van Gogh, Cezanne, Gauguin, Pizzarro, tanto da essere affettuosamente soprannominato “Père Tanguy”.

E’ proprio davanti ad una vetrina della bottega  che Vollard rimane folgorato da un’opera di Cézanne. Sarà sempre qui che comprerà la prima tela di van Gogh, la prima in assoluto ad essere pagata in denaro.

Quasi tutti conoscono il nome, spesso – fortunatamente – anche l’opera,  di questi che oggi sono artisti il cui talento è consacrato e riconosciuto. Allora,  invece, il loro rinnovamento stilistico,  le loro personalità,  il loro unico e sovversivo modo di vedere e sentire la realtà non  rese semplice l’imporsi delle opere che producevano.

Fu grazie, soprattutto, ad Amborise Vollard se poterono, nel tempo, essere apprezzati e conosciuti dai più importanti collezionisti internazionali.

Milano mostra Picasso a Palazzo Reale
Vollard non aveva un carattere semplice. Del resto chi è geniale raramente può essere uniformato al comune modo di vivere e sentire.

Alcuni artisti, Picasso stesso, gli rimproverarono di non essere prodigo. Ai posteri l’ardua sentenza.  Innegabile è però che visse a stretto contatto con essi,  ne fu amico, credette nella loro arte, caparbiamente, spesso egli stesso disorientato dalla difficoltà incontrata nel proporli al pubblico. Un aneddoto curioso è questo.  Fu il primo ad organizzare, nel 1895,  una mostra di van Gogh, che commercialmente si rivelò un fallimento. Nonostante ciò, poco tempo dopo,  avendo acquistato dalla sua vedova numerosissime opere, organizzò la prima importante retrospettiva di Vincent,  esponendo  un numero considerevole di lavori. Anch’essa non ebbe successo. Nelle sue memorie Vollard racconta come, scoraggiato, abbia venduto poi tutti i quadri del pittore olandese per pochi “spiccioli”, ammettendo questo fatale errore.

Vollard dimostrò quindi l’inconfutabile “generosità” di riporre fiducia nella brillante creatività di personaggi allora “messi al bando” dalla critica e dal  mercato ufficiali, ancora troppo legati alla tradizione. Ebbe soprattutto intelligenza, gusto, intuizione,  per di più una propensione per la trasgressione alle mode correnti, il che significa audacia.

Certo Vollard non fa scommesse estreme, come Durand-Ruel,  che si indebita per milioni di franchi (cifra astronomica per i tempi) per  aprire il mercato statunitense ai propri artisti. Ambroise Vollard, pur vulcanico nelle idee, è più pigro, talvolta scorbutico (in parte, per sua medesima ammissione, questo suo tratto caratteriale gli giovò nelle trattative con i clienti. Pare che più si dimostrava restio alla vendita, più i collezionisti si intestardivano ed aumentavano le loro offerte); desidera essere libero nei propri acquisti. Non arriva mai, neppure con Picasso, a stringere contratti in esclusiva, come invece fa il contemporaneo Kahnweiler. Addirittura non apprezzerà la pittura cubista, tanto che Pablo, come Gris e Lèger, firmeranno appunto l’esclusiva con quest’ultimo. Fatale errore. Ma non si può mai raggiungere la perfezione.

Resta però indiscusso il fatto che Vollard, partito da zero (inizialmente non può permettersi, per esempio, l’acquisto degli impressionisti, già troppo cari,e inizia la propria professione ed avventura vendendo – come accennato – disegni e stampe acquistati sul Lungosenna), ha la capacità di lanciare la propria attività acquistando dalla vedova di Manet, nel 1994, una raccolta di disegni e schizzi ad olio, che espone conquistandosi elogi e avendo l’opportunità di conoscere Renoir e Degas –  con cui avvia così un rapporto commerciale – nonché il gruppo dei Nabis, vera avanguardia del momento. Da allora sarà per lui una costante abitudine frequentare gli studi.

Fu certamente astuto ed abile commercialmente, soprattutto nell’acquistare i fondi di bottega di artisti come Rouault (l’unico con cui ebbe un contratto in esclusiva)’, Cézanne, Picasso, i Fauve. Come accennato, le sue discussioni riguardo al denaro erano frequenti, ma alla fine quasi tutti gli artisti con cui ebbe rapporto non poterono che esprimergli gratitudine e affetto.

A testimonianza di questo rimangono i numerosi dipinti che lo ritraggono, da quello di Cézanne, a quelli di Renoir, sino al più noto (perché rappresenta una delle più importanti opere del cubismo analitico) che Picasso gli dedicò nel 1910, ma che pare egli non apprezzò mai sino in fondo, non sentendo una propensione, come detto, per la rivoluzionarie tele cubiste.

Questo, come la  sua attività in generale, testimonia dunque, nel bene e nel male, che egli ama e si accosta all’arte per se stessa innanzitutto, al di là del mero calcolo economico, lavorando con sincerità accanto e con gli artisti, sostenendoli e intessendo con essi un vero e proprio connubio intellettuale. La sua Galleria fu infatti sede di incontri tra poeti, pittori, letterati, scrittori.

Dicevamo che il 1984 è un anno importante Per Vollard. Alla morte di Papà Tanguy riesce ad acquistare tele di Cèzanne, van Gogh, Gauguin, Pissarro, Guillaumin per cifre molto basse.

Nella piccola galleria di rue Lafitte (la via dell’arte parigina di allora)  – inaugurata nel 1893 – nel 1895 Vollard allestisce la prima memorabile esposizione di Cézanne, da cui rimase – come racconta nelle “Memorie” – letteralmente folgorato ( “…Fu come se io ricevessi un colpo allo stomaco”). L’artista non espone a Parigi dal 1877. Anche se questa mostra, come quelle di van Gogh, non suscita l’interesse del pubblico e della critica, destando piuttosto scalpore e scandalo, tuttavia per artisti e collezionisti lungimiranti rappresenta una rivelazione,  aprendo ad alcuni dei dibattiti e delle ricerche che in quegli anni daranno vita alle avanguardie.

Ma si sa, l’arte è rivelazione, folgorazione, certamente è un fatto individuale così prepotente da renderne difficile la condivisione. Si cerca di spiegarla, ma, come scrisse Klee, la sua verità è volta all’avvenire (” a ritroso la vedono tutti i talenti, avanti, nel futuro, solamente gli artisti”).  “Sentirne” la genialità e grandiosità non appartiene perciò a tutti. Certo,  a nessuno di coloro che ad essa si accostano  con il già citato “pallino” dell’investimento può non interessare o sfuggire il fatto che Vollard acquistò il celeberrimo capolavoro di Cèzanne “La Montagne Sainte-Victoire”  negli anni Novanta per 200 franchi, per incassarne 200.000 trent’anni dopo. Aneddoti…..

Torniamo per un attimo a Pablo Picasso. Giunge a Parigi ventenne (nel 1901),con la speranza di incontrare,  nella capitale dell’arte, la propria strada in quel mondo che egli già sentiva proprio. Non possiede nulla, se non quella straordinaria ispirazione che darà luogo ai famosi “periodo blu” e “periodo rosa”. Le opere di questi anni (1901-1907) sono di una sorprendente modernità. Vi si possono ammirare la sua straordinaria capacità coloristica, la sua abilità di segno e maestria nel disegno. Vivono di intimismo, atmosfere rarefatte e familiari.

Vollard comprende il loro non comune valore  ed allestisce, nel 1901, la prima mostra di Picasso. Pochi anni dopo acquisterà, per 2000 franchi, tutte le opere del periodo blu.

Oltre alla indubbia capacità di riconoscere la genialità dei talenti, a Vollard va riconosciuto l’ inconfutabile acume nel comprendere come ormai, sul volgere del secolo, sono maturi i tempi per imporre un nuovo modo di intendere e fare mercato. Il Salon, che da un secolo rappresenta il luogo ufficiale di vendita ed esposizione dell’arte dell’epoca, è ormai al tramonto. Inoltre appare sempre più chiaro quanto importante stia divenendo, in ogni ambito, anche in quello culturale, l’aspetto divulgativo. Ecco che il nostro cerca di impegnarsi in prima persona in questa direzione, curando egli stesso il catalogo e la recensione delle proprie mostre, creando intorno agli artisti un’aura di fascino, mistero ed esclusività che contribuiscono alla loro affermazione. Lavora perciò alacremente ed studiatamente attorno alla loro figura, dando vita per primo a quella astuta ed intelligente promozione alla quale generazioni di galleristi del Novecento si sono ispirati.

Intuisce inoltre che l’incisione e l’arte a stampa, nonché i libri d’arte,  sino ad allora appannaggio di professionisti dell’incisione, che non erano quasi mai “artisti”, quanto piuttosto artigiani  (il che rendeva l’incisione un sottoprodotto di un’attività artistica maggiore) possono invece divenire un nuovo territorio magico del collezionismo.

In pratica inventa quello che si definisce “multiplo a tiratura limitata, che – pur avendo un prezzo più accessibile – ha la potenzialità di risultare ugualmente prezioso se curato nella sua tecnica incisoria o litografica. Egli stesso, come abbiamo sopra accennato, ritiene la propria attività di editore d’arte un sogno coronato. L’amore per la letteratura, la vicinanza ai grandi poeti e scrittori parigini dell’epoca, la sensibilità artistica lo accompagnano verso questa intuizione.  Verlaine illustrato da Bonnard, Baudelaire e Ronsard da Bernard, Gogol e La Fontaine da Chagall, L’Histoire Naturelle di Buffon da Pablo Picasso alcuni dei libri d’artista che pubblicò.

Quotazioni artisti contemporanei, aste e mercato dell'arte Milano
Inoltre bellissime e famose sono le serie di grafiche d’autore (per lo più incisioni) a cui, grazie a lui, danno vita artisti come Cézanne, Vuillard, Denise, Toulouse-Lautrec, Bonnard, Vuillard, Redon, Renoir, Denis.

Il suo merito è quello di essere loro vicino mentre eseguono i lavori, suggerendo, consigliando, aiutandoli a comprendere che in essi possono trasferire tutto l’estro pittorico che li caratterizza, portandoli spesso a mescolare le tecniche dell’”acquaforte” e dell’ “acquatinta” a quelle della pittura stessa. I risultati sono prodigiosi.

Non molto di più credo si possa domandare a chi si definisce, forse con troppa umiltà, “mercante di quadri”, mentre ha contribuito a scrivere alcune tra le pagine più importanti e ricche dell’arte moderna.

CRISTINA PALMIERI

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mostra Picasso Palazzo Reale Milano

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PICASSO

Capolavori dal Museo Nazionale Picasso di Parigi

Palazzo Reale di Milano

dal 20 settembre 2012

sito interamente dedicato alla mostra di Picasso a Palazzo Realehttp://www.mostrapicasso.it/

Orari mostra Picasso:

lunedì, martedì e mercoledì: 8.30-19.30; giovedì, venerdì, sabato e domenica: 9.30-23.30 - Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura

Biglietti mostra Picasso a Palazzo Reale – on line a ticket.it

€ 9,00 intero

€ 7,50 ridotto

€ 4,50 ridotto speciale

Gruppi

€ 9,00 gruppi di adulti nei giorni sabato, domenica e festivi

€ 7,50 gruppi di adulti nei giorni feriali

€ 4,50 gruppi di studenti delle scolaresche di ogni ordine e grado

Le richieste vanno inviate a:

Ufficio Gruppi Grandi Mostre

Tel. 02-542727

Fax 02-54101046

e-mail: [email protected]

Prevendita Picasso a Milano

€ 2.00 singoli e gruppi

€ 1.00 scuole

Circuiti prevendita

www.ticket.it

www.ticketone.it

Visite guidate

Radio cuffia obbligatoria e inclusa nel prezzo

€117,00 visita guidata gruppi

€ 83,00 visita guidata scuole

€ 137,00 visita guidata in inglese/francese

€ 103,00 visita guidata scuole in inglese/francese

Sistema di microfonaggio obbligatorio per gruppi con guida propria:

€ 30,00 gruppi di adulti

€ 15,00 scolaresche

Per informazioni e prenotazioni

Ad Artem

02/6597728

[email protected]

Audioguida mostra di PICASSO a Milano – Palazzo Reale individuale

€ 5,00 adulti

€ 4,00 bambini

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Contatti ufficio stampa per la mostra di PICASSO a Palazzo Reale di Milano:
Comune di Milano
Elena Conenna
[email protected]
T 02 884 53314

24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE

Giulia Zanichelli
[email protected]
M +39 335 1852009
T +39 02 30223739

Elisa Lissoni
[email protected]
T +39 0230223643

Barbara Notaro Dietrich
[email protected]
M +39 348 7946585

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MAE Milano Arte Expo [email protected] ringrazia sentitamente Cristina Palmieri  per il testo e Elena Conenna – Ufficio Stampa Comune di Milano – per le immagini delle opere di Pablo Picasso relative alla mostra a Palazzo Reale.

Picasso Milano Arte Expo

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