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Picchia e segrega la madre in casa per rubarle la pensione

Creato il 08 novembre 2013 da Makinsud
Picchia e segrega la madre in casa per rubarle la pensione

wSegregata in casa dal figlio e dalla nuora, che ogni mese le“estorcevano” la pensione. È accaduto a una signora di 68 anni, nel quartiere di Croce Valanidi, di Reggio Calabria. L’allarme è scattato grazie a una segnalazione dei vicini che, sentito l’ennesimo litigio proveniente dall’appartamento della pensionata, hanno chiamato le forze dell’ordine.
Una volta sul posto, i militari hanno trovato l’abitazione  chiusa con un lucchetto e la donna, notevolmente impaurita, all’interno.  La vittima, una volta liberata e medicata dai paramedici, ha confessato ai carabinieri la tragica verità: era da anni che la poveretta subiva dei maltrattamenti  dai suoi stessi parenti.
È emersa, così, una lunga scia di soprusi perpetuati dai familiari che miravano solo ai suoi soldi. La signora ha deciso di esporre denuncia, permettendo così alla squadra mobile di arrestare i due aguzzini.

L’episodio non rappresenta, purtroppo, un  caso isolato. Troppo spesso l’ambiente familiare, invece di costituire un punto di riferimento affettivo, è  un luogo di brutalità e angherie a carico di individui più deboli.
La violenza nei confronti delle persone anziane è estremamente diffusa anche se solitamente non viene segnalata dagli stessi interessati. Tale condotta, seppur motivata da uno stato d’animo vulnerabile, diviene complice della reiterazione di questi comportamenti meschini.
I dati ufficiali sulla questione, infatti, evidenziano un aumento crescente del fenomeno. Un ruolo importante nella prevenzione e nella diagnosi dell’ abuso, potrebbe essere riservato al medico di famiglia e al geriatra, che attraverso l’anamnesi e la valutazione socio-ambientale del paziente può, più facilmente di altri, individuare eventuali forme di maltrattamento, prevenirle attraverso l’analisi di fattori di rischio, e una volta accertato il misfatto, denunciarlo alle autorità competenti.
Sebbene,  la materia sia disciplinata dalla legge, che penalizza con la reclusione fino a cinque anni chi commette l’illecito di “ maltrattamento familiare”, a oggi non si assiste a un miglioramento della situazione.


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