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Picco di influenza, il Piemonte tra le regioni più ammalate

Creato il 11 gennaio 2011 da Lapulceonline

febbre, infuenzaChe questa sia la stagione degli ‘acciacchi’ non è una novità, ma quest’anno il picco di persone costrette a letto sta davvero superando i livelli di guardia. Sono infatti ancora in crescita i casi di influenza in Piemonte, dove il tasso di incidenza settimanale ha superato la soglia degli 11 casi per mille assistiti. Un dato che in numeri si traduce  in circa 47 mila persone ammalate in tutta la regione nell’ultima settimana dell’anno 2010. E a farne le spese sono stati soprattutto bambini e  giovani: nella fascia da zero a 4 anni risultano 32 casi su mille assistiti; nella fascia tra i 15 e i 24 anni, 30 casi su mille e nella fascia tra i 25 e i 44, 14 casi su mille.

Ma ciò non significa che anche i più ‘attempati’ restino esenti dal contagio: per la prima volta nella stagione si è osservato un aumento di attività anche per gli ultrasessantacinquenni, dove sono stati raggiunti i 2,3 casi su mille. Molti sono coloro che hanno dovuto ricorrere all’assistenza del Pronto Soccorso.
L’incidenza in Piemonte si mantiene a livelli decisamente superiori rispetto alle altre regioni italiane (insieme a Liguria, Umbria e Marche), dove l’attività influenzale è comunque in crescita, pur manifestando ancora una moderata intensità: il tasso di incidenza settimanale a livello nazionale è di 3,9 casi per 1000 assistiti.
“L’Assessorato alla Tutela della salute e sanità del Piemonte, attraverso il Servizio di riferimento regionale di epidemiologia per la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle malattie infettive (SeREMI)”, ha commentato l’assessore Caterina Ferrero,”sta monitorando attentamente l’evolversi della situazione relativa alla sindrome influenzale. Allo stato delle cose, non ci sono motivi di allarme in Piemonte, nonostante i casi siano in costante aumento. È bene però ricordare per il futuro quanto sia importante vaccinarsi, soprattutto per i soggetti ultrasessantacinquenni, per i bambini e per gli adulti affetti da patologie croniche dell’apparato circolatorio o respiratorio, metaboliche, neurologiche, che comportano carente produzione di anticorpi, per il personale di assistenza, per i familiari di soggetti a rischio e per le persone addette ad attività lavorative di interesse collettivo”.
Il dato piemontese è stato rilevato da 65 medici sentinella per la sorveglianza delle sindromi influenzali in Piemonte. Si tratta di un sistema di rilevazione su un numero di partecipanti limitato, ma comunque rappresentativo della popolazione regionale. I medici raccolgono i dati sulle sindromi influenzali nei soggetti di qualunque età (con febbre più alta di 38°, dolori muscolari e sintomi respiratori) e li inviano all’Istituto Superiore di Sanità.
Italia sotto le coperte, ma anche gli altri Paesi europei non se la stanno certo passando bene, segnalando un’attività in crescita; l’epidemia è infatti ampiamente diffusa in Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Portogallo, Spagna e Gran Bretagna. Finora i virus isolati sono prevalentemente del tipo A(H1N1) oppure B e le caratteristiche dei casi sono simili a quelle manifestate nella stagione 2009.


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