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Piccole cattiverie senza importanza

Creato il 06 giugno 2011 da Odio_via_col_vento

 

alberto martini_ritratto di wally toscanini

Alberto Martini, Ritratto di Wally Toscanini

 

Ma ha poi senso porsi il problema dei buoni e dei cattivi, in questo mondo?
Esiste un livello di "bontà" o non è piuttosto questa una categoria morale e quindi molto privata, legata solo a valori interiori, comuni forse ad un piccolo gruppo più o meno omogeneo di persone, o addirittura solo alla percezione che ognuno ne ha, nel suo privatissimo angolino interiore?

Non sarebbe meglio forse parlare di civiltà, per quello che riguarda i rapporti sociali, di lavoro, di vicinato?

Che poi, spesso, ci si ammanta di bontà, si ama parlarne, si ama mostrarsi amabili, col sorriso sulle labbra, dolci di una dolcezza tutta esteriore, smussare angoli e far emergere un lato esteriore molto molto esteriore.
Covando forse, dentro, livori, ripulse, distanze e risentimenti:
O anche solo lontananza ed estraneità.

Che poi, forse, tutta questa bontà di facciata non è altro che la poca voglia di mettersi in gioco, il lavarsi le mani della vita e delle sue sfide, la noia o la pigrizia di confrontarsi con gli altri, ove questo confronto (ne siamo certi) porterebbe a discussioni e contrasti.

Si passa quindi per "cattivi", per duri, per intransigenti, per cavillosi e pignoli (ad andar been): quando si cerca solo di non farsi calpestare. O non si è abbastanza abili nell'arte della dissimulazione e in quella dell'aspettare che il cadavere del nemico passi lungo il fiume sulle cui rive siamo seduti.  

E poi: un po' di piccola "cattiveria", non aiuta forse nella vita?
Ci fa rispettare: che il rispetto, purtroppo, non è un atteggiamento dovuto, ormai. Nessuno te lo tributa volontariamente e per primo.
Si impara ad essere "cattivi" vivendo.

E non è un bell'imparare.

 


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