Prima di leggere questo articolo ho una proposta da farvi: vi chiedo di ricordarvi dei vostri 14 anni.
Provo a mettere insieme qualche pezzo di memoria. Fine medie, inizio superiori. Probabilmente in testa avevo ancora i Pokemon e le Spice Girls. Per fortuna i gusti cambiano, si inizia a pensare all’amore, si ha voglia di sentirsi più grandi, si ha la testa piena di sogni ed aspettative sul come si sarà da adulti. I primi trucchi e le prime vanità (sempre sotto stretta sorveglianza dei genitori), le prime uscite con gli amici, i primi barlumi di responsabilità, forse i primi errori, le prime scelte… a cominciare dalla scelta della scuola superiore.
Insomma una mente che inizia a formarsi ed a manifestare i propri gusti, preferenze, personalità e propensioni.
Bene, ora vi chiedo invece di osservare questa fotografia.
Lei è Chloë Grace Moretz. Classe 1997. Giovanissima promessa del cinema americano.
Vi invito a cercare informazioni su di lei, e magari le sue immagini, sul web.
Con questo articolo non voglio discutere del suo talento, cosa di cui peraltro non so nulla.
Di questo ho solo letto qualcosa, di incredibile peraltro: sembra che abbia una ventina di film all’attivo, moltissimi doppiaggi e reciterà nel prossimo film di Tim Burton. Oltre ad aver già collaborato con una grande quantità di attori tra cui John Travolta, Dustin Hoffmann, Nicolas Cage, Jessica Alba e Ryan Reynolds.
Ciò che mi è arrivato di lei, in primo luogo, è la sua indiscutibile bellezza. E sottolineo questo perché lo trovo significativo di un fatto: anche nel cinema l’immagine è in primo piano.
Cosa di cui non nego l’importanza, anzi. Soprattutto nel cinema ed in campi affini lo trovo comprensibile. Ma è proprio degli eccessi in questo campo che voglio discutere. Questo per me lo è.
Quello che vedo qui è la trasformazione di una quattordicenne (che magari ha da poco visto crescere il suo seno) in un’apparente donna. Ora, questa ragazzina ha compiuto a Febbraio i suoi quattordici anni ed è diventata “Teen Vogue Girl of the Moment“. È facile immaginare che questa piccola donna diverrà, o lo è già, un modello, soprattutto per le ragazzine di quella fascia d’età.
Di modelli il cinema ne ha sempre costruiti: si discute spesso del peso che hanno questi canoni, fonti di senso di inadeguatezza e non solo per le donne.
Quello che trovo inaccettabile è il togliere ad una mente che va formandosi la libertà di decidere ciò che vuole essere, quella che io suppongo essere l’arroganza di un sistema che sceglie per lei ciò che è e che probabilmente diverrà. Ed è chiaro che a questo vanno ad aggiungersi le ripercussioni sulle sue coetanee (e non solo) che guarderanno a lei come ad un modello, alla frustrazione che proveranno nel dover pensare di competere, forse inconsapevolmente, con questo standard che secondo me è nettamente fuori luogo.
Mi interessa sapere cosa ne pensate al riguardo.