-Il libraio suona sempre due volte – D.Ferrari e D. Ruffinengo. Storia di due librai che girano il Piemonte per far conoscere al pubblico titoli di libri sconosciuti.Si inventano un modo tutto loro per avvicinare i non lettori alle pagine stampate.http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/03/30/quando-librai-si-raccontano.html-Bella e Gustavo – Zita Dazzi. Libro per ragazzi. La recensione parla di storia attuale, ambientata a Milano. Amore inesperto, determinazione, amicizia e solidarietà i temi trattatihttp://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/03/30/un-clochard-uno-spinone-per-amici.html-Un giorno sull’isola – Concita De Gregorio. Raccolta di storie che la scrittrice è riuscita a “recuperare” e mettere su carta, di un semplicissimo gioco che suo padre faceva con suo figlio: inventava un personaggio, un luogo e tutto veniva animato con la fantasia. Un modo per tenere vivo un “lessico famigliare” e un nonno che ha insegnato molto.http://www.repubblica.it/cultura/2014/04/08/news/l_lessico_famigliare_rinasce_dalle_fiabe-83009192/-Ci siamo persi i bambini – Martina D’Amato. “Prima crescono, meno graveranno … “; “ trasformare le giornate in agende … “; “ educare oggi significa gestire …. “; “s’insegna a vincere piuttosto che a saper perdere … “. La recensione è lunga e tanti sono gli spunti per lavorare, da questo argomento si apre l’ultima fiera del libro per ragazzi a Bologna.http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/03/23/era-una-volta-infanzia.html-Ultima, ma non per importanza, la segnalazione di questo articolo che completa la recensione Lo sport del doping per pura coincidenza.http://rassegnastampa.usl11.toscana.it/Asl11EmpoliRassegnaStampa/View.aspx?ID=2014022026814930-MORTE DI UN UOMO FELICE – Giorgio Fontana “narra in modo vivido la vita quotidiana nell’Italia ormai esausta per i colpi di coda del terrorismo brigatista; un mix tra fatti di cronaca e invenzioni letterarie dallo stile nitido e a tratti anche umoristico”. Libro storico e con una presentazione così scritta da Benedetta Tobagi direi che può essere un gran successo: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/04/24/quegli-anni-a-cuore-duro-nellitalia-ostaggio-delle-br37.html?ref=search-L’OMBRA DEI PECCATORI – Ian Rankin. Amo la Scozia e amo i gialli, dalle recensioni mi pare che le due cose si sposino molto bene: provate a leggere qui http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/04/17/la-crime-story-e-nata-in-scozia-con-stevenson50.html-SUITE 200. L’ULTIMA NOTTE DI AYRTON SENNA – Giorgio Terruzzi. Per gli appassionati di sport un viaggio nella vita di chi è stato questo grande e solitario uomo: http://www.66thand2nd.com/public/pdf_rass_stampa/terruzzi_senna_TTL_19apr14.pdf
Così Senna visse di corsa fino all’ultima notte in una SuiteStefano RodiLa storia del campione in un libro di Giorgio Terruzzi.Veniva a mangiare. Anche da solo. Mi sono sempre chiesto: ma perchè un uomo così, celebre e ricco, un grande campione, decide di cenare in una trattoria come la nostra?». Così lo ricorda Paolo Liverani nella sua Trattoria Romagnola, a castel San Pietro Terme, non lontana dalla fatale pista di Imola. Ayrton, come se non bastasse il fatto che fosse Senna, era anche bello. Un carisma da dio greco. Aveva un talento assoluto, forse unico nella storia della F.l, e lo abbinava a un impegno e a uno spirito di sacrificio maniacale, ai confini dell'autolesionismo. Solo gli ingegneri e i meccanici della Honda, samurai giapponesi, sono riusciti a tenere il suo passo e a trovare una sintonia con quel campione unico e difficile. Spesso malinconico, quasi sempre serio, aveva dentro qualcosa di buio. «Siamo sempre esposti al pericolo. Pericolo di farsi del male. Pericolo di morire». Era un tipo solitario, concentrato per vincere, sempre. «Non sono fatto per arrivare secondo o terzo», disse una volta a Jackie Stewart. Adesso che il 1º maggio si celebrano i 20 anni della sua morte, a Imola, si possono vedere documentari, video, interviste. Ovunque. I momenti in cui sorride sono frammenti, attimi fuggenti spazzati via da una malinconia diffusa. Senna era un mondo a sé, in mezzo a quello della F.1. Era diverso, fatto di un'altra pasta unica, quella dei grandi. Quella di Walter Bonatti, Muhammad Ali, Maradona. Giorgio Terruzzi è uno scrittore e un giomalista che, per una serie di coincidenze, a cominciare da un upgrade su un volo che l'ha fatto rimbalzare in prima classe, ha visto e conosciuto Senna da vicino. In pista e fuori. Adesso ha scritto un libro intitolato Suite 200: quella dell’Hotel Castello di Castel San Pietro Terme, dove il pilota brasiliano ha passato l'ultima notte, prima di morire nell'incidente durante il Gp di Imola. «Che fosse un fenomeno lo si era capito dall'inizio», ricorda Giorgio Terruzzi. «Nel 1983, Frank Williams gli fece fare un test sulla pista di Donington. Senna non era mai salito su quella macchina. Era quella vecchia, dell'anno prima: freni un disastro, gomme pessime. Nell'abitacolo stava scomodo, era tutto sudato: aveva paura di sbagliare. È partito, ci ha messo cinque giri per trovare l'assetto giusto, dieci per uguagliare il record della pista. Poi ha spinto ancora e l'ha abbassato di quattro decimi. Ai box sono rimasti muti, sbalorditi». Questo è stato l'esordio, ma il suo nome nel mondo delle corse lo si conosceva già perchè nelle formule minori aveva vinto tutto quello che si poteva vincere. «A Monte Carlo, nel 1988, ha fatto una cosa che resterà per sempre», dice Terruzzi. «Una follia che alla fine nessuno ha mai capito bene. Credo nemmeno lui. Durante le prove fece il miglior tempo ma, invece che rientrare ai box, prosegui per altre cinque giri, andando sempre più forte, come in trance, fino ad abbassare il suo limite di due secondi, che in F.1 e un tempo biblico. Il giorno dopo, in gara, era in testa con un margine talmente ampio che ha allentato un attimo la concentrazione ed è andato a sbattere come un asino poco prima del tunnel. In preda al furore, visto che sbagliare per lui era una dannazione, è sceso dall'auto ed è tornato a casa sua, che era a cento metri dalla curva dell'incidente. Isabel, la domestica, che stava cercando di individuarlo in pista nella diretta tv, rimase a bocca aperta vedendolo rientrare con tuta e casco in mano». Il compagno go-Kart L'infanzia di Senna è stata particolare, così come il suo rapporto con il padre. Era nato in una famiglia molto ricca. Aveva la percezione della sua fortuna ma anche quella in modo sofferto: regalava macchinine, palloni e bici agli altri bambini. Il padre, Milton, gli compra un go-kart, pensando a un gioco come un altro, lui invece lì sopra trova molto di più. «Si accende una fiamma che non si spegnerà più e che brucerà più di tutto: delle amicizie e forse anche degli amori» commenta l'autore di Suite 200, che nel libro ripercorre parte di questi episodi, rivisti nell'ultima notte del pilota. «Nella prima gara vera di kart sareb¬be partito dalla pole position ma suo papà accolse la notizia con terrore. Se voleva fare quella gara, doveva partire dal fondo: era meno pericoloso. Milton, dopo il primo anno di corse in Inghilterra con le formule minori, lo fece tornare in Brasile a dirigere un'azienda di famiglia di materiali edili. Dopo averlo messo in pista da bambino, ha cercato ripetutamente di farlo smettere». Ma, alla fine, Senna è diventato Senna e anche suo padre ha dovuto accettarlo. Non è mai stato facile il loro rapporto: dopo la pri¬ma vittoria a Monte Carlo, nell'87, lo rimproverò perchè sul podio aveva spruzzato con lo champagne il principe Ranieri. Ayrton però non si è mai ribellato perchè nei confronti del padre avvertiva rispetto e gratitudine. È rimasto un tipo solitario: «La mia compagna fissa per 20 anni è stata la valigia». Le poche risateTra i piloti, un amico solo: Gerhard Berger, compagno di squadra, allegro, guascone, gaudente. Il suo opposto, che ha però capito da subito come prenderlo: in pista non poteva che imparare dal brasiliano, troppo più forte di lui. Lontano dai cordoli, invece, era Senna a essere fragile e allora "guidava" lui. Se lo tirava dietro, lo tirava fuori dai suoi pensieri, da quello sguardo sempre rivolto altrove. «Era l'unico con cui ho visto Senna ridere davvero» ricorda Terruzzi. «L'austriaco gliene combinava di tutti i colori: rane nel bagno, valigetta 24 ore con tutti i documenti lanciata dall'elicottero e ragazze fatte trovare in stanza senza dire che era quella di Senna. Lui scendeva nella hall di corsa dicendo: "Ti ammazzo". Ma lo diceva ridendo».-IL GIORNO DEI COLOMBI – Louise Erdrich. Racconta da maestra una saga di sangue e d’amore in nord Dakota: una storia dal ritmo circolare che appena terminata vorresti ricominciare; inizia così la recensione che ho trovato su questo libro : http://ilmiolibro.kataweb.it/booknews_dettaglio_recensione.asp?id_contenuto=3753816-VITA MIGLIORE – Nikola Savic. I talent sulla lettura mi lasciano perplessa: leggete l’intervista fatta ad Andrea De Carlo sul libro in questione e giudicate voi: -LA BIBLIOTECA CHE VORREI – Antonella Agnoli. Dalla recensione molto interessante e poi io, noi che biblioteca vorremmo? http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/04/22/da-bradbury-ai-senzatetto-la-biblioteca-svela-chi-siamo50.htmlBuona lettura: aspetto vostri commenti su quello che avete già letto e criticato.