Magazine Diario personale

Piccole emozioni

Da Kisciotte @Kisciotte_Dixit
Felicità è quando vai con Clementina al parco Forlanini, una domenica di tiepido sole settembrino. Felicità è quando arrivi al laghetto e scovi un piccolo sedile di mattoni, sotto due alberelli. Guardi le anatre che tranquille come barchette disegnano le loro scie sulla superficie. C’è anche una coppia di aironi, che gioca a rincorrersi, volando radente l’acqua con maestosi e felpati colpi d’ala e posandosi solenne sulle cime degli alberi.
Felicità è soprattutto la visione di una bellezza inaspettata, gratuita, sorprendente. Felicità è l’incanto di due cigni che sbuca da dietro l’ansa, scivolando. Meglio: di una coppia di cigni, che navigano candidi sempre tenendosi a distanza di vicinanza, perché i cigni lo sanno il valore di uno più uno che non fa due ma fa una cosa più grossa. E allora stai lì invidioso a vedere che a un certo punto escono sul prato sulla sponda opposta e si avvicinano a un signore, mansueti e senza paura.
Così, dopo aver fatto un altro giro per sgranchire i raggi a Clementina, torni al laghetto e vai subito sulla sponda dei cigni. Sono ancora lì sul prato, a godersi l’ultimo sole della sera, e mangiano l’erba. Allora ti siedi sulla panchina nel prato, da solo, a pochi metri da loro, e sei felice per quella mezzora che puoi stare così vicino a due creature così belle, mansuete, che si pappano il prato.Felicità è sentirsi un privilegiato, provare un senso di pace e serenità alla vista di quelle due robe morbide, che quando ti battono le ali davanti, t’aumenta anche l’apertura polmonare. Felicità è sorridere divertito quando mostrano il pancione ritti sulle zampone nere. Felicità è sentirsi parte della magia di quelle due creature così eleganti, con due colli sinuosi e seducenti e il mascara negli occhi.Sei così felice che hai bisogno di condividerla quella felicità. Allora scrivi un sms e lo mandi a due amiche:Sono seduto su una panchina in riva al laghetto del Forlanini. A 7 metri da me una coppia di candidi cigni sta brucando l’erba ghiotti come due vacche. Stupendi
E ti rispondono, ognuna secondo la propria livrea. Poi alla sera, a ognuna, rispondi via chat.-Quadretto bucolico: ti ci sintonizzo l’anima. Abbraccio.-Sei "melodrammatica" pure nel bucolico sms del quadretto dei due cigni :D
-mmm nn è ke poi s sentono troppo osservati e ti denunciano alla policignica per voyerismo?!?-No, no, non li ho importunati! 15 gg fa c'era un cane che li obbligava a stare in acqua abbaiando. io me ne sono stato buonino sulla panchina a godermeli per mezzora. Non penso di essere accusabile di essere un guardone, sebbene effettivamente fossero totalmente nudi, come mamma li ha fatti, pure la cigna.
Felicità è tornare a casa, serbando il ricordo di due robe piumose e intatte, che lo vedi che sono fatti l’uno per l’altra anche se stanno in silenzio. Felicità è sapere che ci sono due robe bianche in un laghetto che sono uno spettacolo d’emozione gratuita. Che quella in quel pezzetto di prato è una felicità segreta e tutta tua.
***
Tristezza è quando oggi, dopo sei giorni d’attesa, torni al laghetto, che pure Clementina è impaziente di tornare a vedere i cigni. Tristezza è quando arrivi, trepidante, e ti siedi sotto gli alberelli, per goderti ancora questi due candidi velieri. Tristezza è quando vedi un cigno solo. Non c’è niente di più triste di un cigno solo, specialmente dopo che ne hai visti due. Se ne sta lì, indecisa e mogia a pochi metri dalla riva. Perché sei fatto così e non so perché ma pensi che sia la femmina, perché di solito sono le donne quelle che soffrono di più. Tristezza è non rassegnarsi all’idea che manchi l’altro cigno. Stai lì ad aspettare, non vuoi fartene una ragione, magari si è attardato dietro la curva, magari hanno bisticciato e si tengono il becco imbronciato l’una con l’altro. Magari non si rivolgono la parola e se ne stanno distanti. E mentre fai queste congetture sai che sono soltanto puerili tentativi di non accettare la realtà. Tristezza è anche questo, essere triste anche se cerchi di non esserlo e allora ti senti ancora più triste. Tristezza è stare lì seduto mentre l’entusiasmo è svanito di botto. Tristezza è continuare a non vedere sbucare niente di bianco da dietro la sponda, niente di bianco in nessun punto del lago. Soltanto la macchia bianca di lei che si muove in pochi metri, se ne sta sempre là, come se avesse gettato l’ancora della rassegnazione. Le si avvicina ogni tanto qualche anatra, si pulisce il piumaggio col becco, puccia la testa in acqua. Tristezza è vederla così mogia, così monca della sua metà. Tristezza è che peggio di un laghetto senza cigni c’è soltanto un laghetto con un cigno solo. Tristezza è rassegnarsi all'idea che un cigno non abbandona mai e che se lei è rimasta sola significa che lui non c'è proprio più. Tristezza è vederla triste e sola con la sua solitudine. Tristezza è sospirare, alzarsi, prendere Clementina abbacchiata pure lei, e pedalare via in silenzio accettando la realtà impietosa. Che appena trovi qualcosa di bello e candido, la realtà fa di tutto per sporcartelo. Tristezza è quando pensi che sia l’inizio e scopri che è già finita. Tristezza è non trovare giusto che noi tre, quella mezzora sul prato, dovevamo essere semplicemente felici. Invece eravamo già un ricordo che non torna più.Come la nostalgia di tre amici una sera in trattoria. Anche prima e anche senza quella sera.
K.

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