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Piccoli e lombrosiani (Di) Battista crescono: “Renzi? Banale, falso e sta col PD. Sì, io sarei all’altezza di essere Premier”. E sulle sue “opere”. Editore? Casaleggio Associati.

Creato il 01 febbraio 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

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220px-C_Lombrosodi Rina Brundu. Non posso escludere che un giorno il cittadino Alessandro Di Battista, parlamentare in forza all’M5S, Premier lo diventi davvero (a sentire lui, infatti, sarebbe perfettamente all’altezza del compito!); del resto, ne abbiamo viste (e visti), di peggiori. Non me lo auguro però e non lo auguro al nostro Paese; non fino a quando i suoi discorsi, e i discorsi (in senso lato), del Movimento, saranno di altra natura, se non saggi almeno dotati di quel minimo buon senso dialettico che viene dato per scontato quando si interagisce con un qualsiasi rappresentante di una comunità civile.

Per carità, non ho letto le sue “opere”. O meglio, la sua “opera” che secondo Wikipedia è stata pubblicata nel 2012 dalla Casaleggio Associati (non è uno scherzo!), ed è titolata i Sicari a cinque euro. Il titolo non è proprio un programma ma mi riserverò di leggerla ed eventualmente di recensirla, per meglio capire. Per esempio, per meglio capire le ultime “uscite” televisive dell’autore, da Servizio Pubblico (La7) a Le invasioni barbariche (La 7), che, ora come ora, faccio davvero fatica ad interpretare.

225px-Batista2Ho notato però che più il tempo passa più Di Battista alza il tiro. “Renzi? Banale, falso, un condannato e sta con il PD” ha spiegato a Daria Bignardi durante l’ultima puntata de Le invasioni barbariche. Nello specifico, l’integerrimo cittadino ha dichiarato che non si fida di del sindaco di Firenze perché costui avrebbe un “faccione” falso e, dunque, lui – il lombrosiano Alessandro Di Battista – che crede “negli occhi delle persone”, non si trova evidentemente a suo agio. Renzi una sorta di ossimorico angelo-della-morte, quindi? Nel linguaggio degli sviluppatori di software potrebbe forse essere un bug con effetto what-you-see-is-not-what-you-get. Può darsi.

Solo una mia opinione (che non escludo di cambiare non appena avrò l’opera omnia di cui sopra), ma confesso che preferirei centomila volta “rischiare” con Renzi, piuttosto che sottoscrivere le certezze “etiche” che mi offre questo nostrano Di Battista mediatico idealmente messosi sulle orme del suo quasi omonimo dittatore cubano Battista. Una differenza dialettico-lombrosiana non da poco è che l’altro di nome faceva Fulgencio. Piccoli (Di) Battista crescono, happy days!

Featured images, Cesare Lombroso e Fulgencio Battista.

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