Magazine Diario personale
Tatina cara, scusami tanto per il lungo silenzio, ma dopo la lunga clausura a causa della neve mi sono ritrovata ad un tratto spinta a forza nel mondo reale: tornata alla realtà -seriamente- mi ci sono dovuta riabituare, riprendendo le attività quotidiane, al lavoro in macchina, la spesa al supermercato (e non con lo zaino in spalla e le pedule da montagna ai piedi), le pulizie del martedì mattina... in più ho introdotto due nuove attività: la piscina al giovedì mattina, da alternare alla corsa, e il corso di inglese, quello in cui insegno due sere a settimana.
Insomma: tornata alla realtà e con una marcia in più!
Ecco, in tutto questo caos ho anche ripreso il piacere della lettura, e dopo aver divorato il libro di Jenny Colgan di cui ti ho parlato, mi sono buttata su un romanzo svedese.
Uno di quei romanzi che trovi in offerta in libreria, che ti sembrano abbastanza "normali" lì in mezzo, ma che cercano in tutti i modi di attirare la tua attenzione: "scegli me, scegli me" sembrano dire, sbracciandosi per farsi notare, magari con una copertina più colorata, o un titolo coinvolgente. Per me è stata la copertina prima e il titolo poi, entrambi richiamando un elemento in comune: i limoni gialli.
In copertina infatti è raffigurata una cucina bianca, classica, di quelle che mi piacicono tanto, e sul tavolo, in bella vista, degli splendidi limoni gialli. Il titolo? Piccoli limoni gialli.
Quando poi mi sono decisa a dare asolto alle sue grida e l'ho preso in mano, quel minuscolo libro di appena 334 pagine mi ha rivelato la sua essenza: la storia di una ragazza normale, come me, come te, che vive a Stoccolma (e, lo giuro, un giorno ci andrò a Stoccolma), fa la cameriera, e dopo aver visto la sua vita andare in frantumi nell'arco di una giornata, decide di ricomporla. Ma questa volta la vivrà a modo suo. Al centro del romanzo un ristorante (capisci ora perchè mi piace?): il "Piccoli limoni gialli", del quale Agnes segue l'intera storia, dall'apertura fino al raggiungimento del successo, passando dall'imbiancatura delle pareti, alla scelta dell'arredamento alla redazione del menù. Tutto questo mentre la vita le scorre attorno, come quando ci troviamo a camminare nel letto di un fiume: noi procediamo, ma la corrente non si ferma, ci passa attorno, ci solletica, ci bagna, a volte con la sua forza ci impedisce di procedere, ma se siamo forti abbastanza arriveremo comunque ad attraversarlo!
Un inno alla quotidianità, resa speciale da noi stessi e dalla nostra voglia di fare!
Purtroppo non so il titolo in inglese, anche se so che è stato tradotto in diverse lingue... magari se riesci a trovarlo fammi sapere!
PS non pubblicare più foto così invitanti, o la prossima volta dovrò comprare la tastiera nuova per averci sbavato troppo sopra! :-)
Dear Tatina, sorry sorry sorry for these days you haven't heard anything from me, but I found myself pushed back to reality, after such a long time stuck at home in an unreal snowy world. It has been a real shock, and it took me a few days -seriously- to recover and start again my life: going to work by car, doing shopping at the supermarket -and not walking on my boots holding my rucksack- and doing the houseworks on Tuesday morning... moreover I've been introduced to two new activities: swimming on Thursday morning and teaching English to my best students (the best ever!) on Monday and Wednesday evening!
All this means: back to an... improved reality, don't you think?
And finally, among all this busy-stuff, I didn't loose my passion for books: after reading the last one by Jenny Colgan ("The good, the bad and the dumped") I immediately jumped into a Swedish romance.
It's one of those books you find among many others, all of them in special offer: it looks like a "normal" one, but it's trying to catch your attention. "Pick me up! Pick me up!", it seems to say while waving at you, sometimes with a colorful cover, or an interesting title. My attention was caught by both: first the cover, which showed a white and classical kitchen, but then brought my attention to one unique detail: yellow lemons on the table. And then the title, directly linked to this picture: "Piccoli limoni gialli" (I don't know the English translation, but it's like "Small yellow lemons").
When I finally decided to be involved by that special-little-334-pages-book, I discovered its essence: it is the story of a normal girl, like me and you. She lives in Stockholm (and -I swear- I'll go to stockholm once in my life!), she's a waitress, and after watching her life being completely destroyed in a couple of days, she decides to put the pieces together. But in a different way: her own way! All the story is interweaved with a restaurant opening (do you now understand why I like this romance so much?): the "Small yellow lemons". Agnes partecipates to its birth: the choice of the name, the purchase of the forniture, the selection of the menu... And this happens while her life still goies on: it's like crossing a river, water can be annoying, you can get soaked, or even stopped -for a while- by its strenght, but if you really want to go on, you'll finally reach the other side! That's life, isn't that?
I've read this book as an hymn to everyday life, which can be made special only by our own will!
... since, as I told you, I didn't find the English title, but I'm sure the book has been translated in english too, if you find it let me know: it could be interesting for our readers too!
PS And -please- next time you write me about sweets, try to avoid so many details, or I'll have to buy a new keyboard after drooling on it! :-)
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