“Vi racconto un libro che mi piace”: un'idea semplice da cui possono nascere momenti in cui le parole incuriosiscono, le menti pensano, le scintille si accendono. Il progetto “Piccoli maestri” porta nelle scuole di Roma (ma anche di Torino, L’Aquila, Crotone, Milano) alcuni scrittori che parlano con i ragazzi di un testo che li ha appassionati. Nel 2011 la scrittrice Elena Stancanelli ha iniziato a raccontare libri nei centri di aggregazione giovanile nei quartieri di Roma, come MaTeMù o la Scuola Popolare di Pietro Bruno; l'attenzione ottenuta e il metodo efficace hanno permesso di ampliare i contatti tanto che, dopo solo un anno di incontri e iniziative, lo scorso ottobre i promotori decidono di darsi un assetto formale costituendo una associazione culturale, il cui consiglio direttivo è formato da Elena Stancanelli, Federico Cerminara, Vins Gallico, Chiara Mezzalama, Roberto Parpaglioni, Emiliano Sbaraglia, Emilia Zazza, Rino Bianchi.
Tiziana Albanese, anche lei tra i referenti, ci spiega come sono riusciti a rendere così aggregante l'idea di partenza.
Come gestite i contatti tra scrittori, docenti e lettori?
Abbiamo iniziato con le conoscenze dirette tra noi e alcune scuole. Grazie al passaparola e ai social network, altri insegnanti hanno poi voluto riproporre l’iniziativa nei propri istituti. Ora i contatti avvengono per lo più tramite il nostro sito che contiene una sezione dedicata ai Piccoli e grandi libri, l'elenco dei testi che gli scrittori hanno scelto. I docenti ci raggiungono con una e-mail ([email protected]), via Facebook o Twitter (@piccolimaestri) indicando il libro scelto; quindi un coordinatore dell'associazione organizza gli incontri.
I finanziamenti sono una variabile determinante per portare avanti il vostro lavoro culturale?
Gli scrittori coinvolti hanno abbracciato l'iniziativa a titolo gratuito e quindi le scuole non hanno spese. Ci sembra ora indispensabile che le Istituzioni inizino a sostenere il nostro progetto e le iniziative con cui stiamo creando una rete, come ad esempio la Tribù dei Lettori, il Festival de L'Aquila Fenice dell'Associazione Minimondi, i Fuochi dell'Aquila organizzati dalla rivista Il Primo Amore.
Quanto credi che la lettura a scuola serva a formare lettori forti?
Cerchiamo di dialogare in modo informale e diretto con i ragazzi raccontando i libri per noi imperdibili che hanno alimentato il nostro amore per la lettura, ci soffermiamo su una pagina scritta, invitiamo a pensare con calma, senza consumare in fretta il testo. Alimentiamo la curiosità che risiede naturalmente nei ragazzi. Carola Susani, una delle scrittrici dei Piccoli Maestri, ci ha definiti “Spacciatori di libri”. Ci fidiamo tanto della nostra passione, ci sembra che sia contagiosa.
Come sta crescendo il progetto?
Stiamo lavorando perché ci siano Piccoli Maestri sparsi per tutta l'Italia. Un altro obiettivo a cui teniamo molto è avere una 'stanza tutta per noi', una Scuola di Lettura dove poter accogliere i ragazzi.
Abbiamo anche chiesto alla scrittrice Nadia Terranova della sua esperienza con Piccoli Maestri.
Qual è il libro con cui provi a "conquistare" il tuo pubblico?
Le botteghe color cannella, di Bruno Schulz. Una delle frasi che più suscitano curiosità è "maturare verso l'infanzia", un'espressione che apre una finestra sul mondo di Schulz e delle sue narrazioni immaginifiche.
Quali doti deve avere chi legge e parla di libri a piccoli ascoltatori?
Deve parlare con chiarezza, senza trappole o lungaggini, e deve avere amore vero per quello che sta facendo: i bambini si accorgono prima degli adulti se li si sta prendendo in giro. Io provo a trasmettere la mia passione raccontando loro che leggere può aiutarli ad essere irriverenti con gli altri e con se stessi, e a sentirsi meno soli.
Come si fa a convincere i ragazzi che leggere è divertente?
Leggendo insieme certe pagine che fanno ridere davvero. Alla terza pagina del Barone di Münchausen si esplode insieme, e di lì poi è tutto in discesa.
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