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Ritorna in libreria un testo fondamentale per capire cosa significhi in economia dare la prevalenza alle persone e ai valori, invece di concentrarsi esclusivamente sul profitto e sui “valori” dei grandi gruppi:
Piccolo è Bello, SCHUMACHER ERNST FRIEDRICH , Slow Food
Scritto nei primi anni ’70 ma ancora di grande attualità, questo “studio di economia come se la gente contasse qualcosa” è un eloquente elogio della piccola scala e dell’economia locale. Le idee di E. F. Schumacher, economista e filosofo tedesco morto nel 1977, costituiscono ancora una grande fonte di ispirazione per il movimento ambientalista. Ponendo un netto rifiuto allo sfruttamento economico – sia dell’uomo che del pianeta -, il libro segnala la necessità di mettere in discussione le basi di una cultura, quella occidentale, in cui l’umanità non si sente parte della natura, ma lotta invano per dominarla. Il suo è un messaggio critico ma di speranza.
Sottotitolo del volume è non a caso Uno studio di economia come se la gente contasse qualcosa: l’economista tedesco aveva individuato i limiti del sistema capitalistico, quello basato sull’abuso delle risorse naturali, su logiche astratte e distanti dall’utilità comune, molto prima che si rivelassero. Ecco perchè Slow Food Editore, a distanza di 30 anni, decide di ripubblicare quel lavoro in una lingua meno tecnica e fruibile ai più: tutti devono sapere.
«È un libro attualissimo – spiega nella domenica del Salone Loretta Napoleoni, curatrice della prefazione dell’edizione Slow Food – Aiuta a capire come il concetto di sostenibilità debba essere applicato al mondo della finanza». È la stessa economista a individuarne il perchè: «Il sistema che negli anni ’70 stava esplodendo, e oggi ci pervade, è un capitalismo-casinò, in cui il confine tra il guadagnare e il perdere tutto è labile: il denaro viene scambiato a ritmi altissimi e in modi sconosciuti, non possiamo sapere con certezza che fine faranno i nostri soldi, che cosa succederà in futuro». Un dato che prova, in termini di frenesia dei consumi, la necessità di economie sostenibili: «Se tutti i cinesi consumassero quanto gli americani, le scorte di petrolio si esaurirebbero in un mese», continua Napoleoni.
Quella che ai tempi di Schumacher era considerata un’analisi troppo alternativa per essere affidabile, oggi è realtà. L’unica via d’uscita, dunque, è frenare la corsa della finanza, rallentare.
«Come sarebbe il mondo se tutti investissimo il 50% del nostro reddito entro 50 miglia da dove abitiamo?», chiede provocatoriamente Woody Tash, promotore del movimento Slow Money, che ispirandosi alle logiche di Slow Food concentra gli investimenti di migliaia di americani nell’aiutare piccole aziende gastronomiche degli States (tre milioni e mezzo di dollari raccolti a giugno).
Concorda Loretta Napoleoni: «È vero, bisogna ripartire localizzando l’economia, affidando i risparmi a piccole banche che siano chiare sull’utilizzo dei nostri soldi: perchè gli hedge fund (i fondi speculativi, ndr) devono essere solo da 100 mila dollari e non possono esistere versioni locali da 1000 euro?».
In campo finanziario e in quello alimentare, in fondo, si arriva alla stessa conclusione, che non è una risposta a tutto ma un buon calcio d’inizio: la necessità di accorciare la filiera.