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Piccolo fiore

Da Junrail
È il primo sogno dell’estate. Sei tornata un piccolo fiore solo.
Rincontrarlo e riconoscerlo in mezzo a troppa gene, il caso. Non aspettavi che ti vedesse, ti aveva già vista. E sorrideva in quel modo lì, come se sapesse tutto, sapeva tutto. Sentirti colta, beccata a rovistare nelle tue intime speranze. Tornata ad avere dodici anni, tornata a guardare l’amore da lontano. Tu che hai indugiato con lo sguardo sulle carezze che gli lasciava sotto la maglietta di cotone bianca, era dolce quello che avevano, volevi rubarlo, lo volevi per te. Nella confusione di quei giorni, di quando sei un piccolo fiore solo e nessuno ancora ti ha vista, hai pensato di volergli bene, poi anche di odiarlo. Nemmeno lui voleva vederti.
Sta notte eravate in un autobus troppo piccolo per non potervi incontrare e tra tutta quella gente temevi ti vedesse. Ti ha vista. Si è avvicinato con l’andatura dondolante che non hanno i principi delle fiabe, lui è stato il tuo per tanto tempo. Anni senza mai vedervi, sei scappata un po’ anche da lui, dal modo in cui la sua presenza ti faceva sentire. Invisibile. E adesso, invece, dopo che la tua vita si è almeno un po’ avvicinata alla sua, ora che una lieve amicizia vi avrà pur legati, lui viene verso te che manchi da tanto tempo. Vorrà solo conoscere di quello che ne è stato della tua esistenza - pensi - se andartene è servito a qualcosa. Una ragazza bionda come lei ma che non le assomiglia affatto. Vi presenta e ti domandi cosa li leghi, mentre lei ti sorride e vuole conoscerti, ti senti già un po’ rassegnata e un po’ soddisfatta. Il tempo passa per tutti: tu non sei più una bambina e lui ha qualche capello in meno.  
Nel latte e caffè un cucchiaino di zucchero, non ricordi quando sei scesa dall’autobus, ma senti ancora quel timore dentro, un turbamento sottile e onirico, rivedi la neve sotto un ponte vicino l’acqua limpida che ti passa accanto.
A casa sua suona la chitarra, hai dimenticato dei libri. Poggiati a terra o su un letto. C’è anche lei, che forse non è solo un’amica. Mentre la guardi pensi. Non è abbastanza bella per lui. Mentre lo guardi scopri. Forse non è così bello, non è per te.Quando vi ritrovate soli è perché lui ti ha chiesto di non andare. Oppure perché tu stessa, temporeggiando, hai trovato come far trascorrere altro tempo in quella stanza.
 
Nei sogni siamo lontani dal sentire quello che non è solo nostro. Non concepiamo le reazioni degli altri ma esclusivamente le nostre. Percepiamo solo l’impressione di noi.
Lui ti mette le mani sul viso. Una nota che non hai mai sentito. Una nota bassa, non uno squillo. Un tono cupo che fa del cuore un lungo sospiro. E le senti quelle mani grandi, per una volta non tieni lo sguardo su di loro, ma sono loro che tengono te. E le labbra sfiorato le dita. È il contrario forse. La punta del suo indice nella tua bocca.
Ti viene da ridere, ma perché nei sogni anche le emozioni nascono da scene buffe come questa? Però hai sentito che sapore poteva avere.
Ti ha baciata tenendoti il viso stretto tra le mani, tu non volevi scappare.
Non è stato abbandonarsi, ti sei sentita sola di nuovo, un piccolo fiore nascosto che guarda l’amore. Trattenevi tutto dentro, e tenevi gli occhi bassi, era il timore. Avevi paura e nella paura il sogno di te da piccola si realizzava. Era solo un bacio, il primo dell’estate, l’ultimo di un piccolo fiore.
L. Einaudi, Come un fiore:http://www.youtube.com/watch?v=PyiNjyeC_mM

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