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Piccolo pensiero prima di andare a dormire

Da Stevblog

Lo so è tardi, ma avevo voglia di scrivere un po’. Oggi è una giornata…uhmm non saprei come definirla…diciamo come se fossi in una sorta di limbo. Sono meno reattivo del solito. Ma ripercorriamo la giornata: è mattina, la sveglia suona alle 5:15, a malapena 5 ore di sonno (per colpa di Xfactor, ma non potevo andare a dormire se non vedevo chi usciva), mi lavo, mi vesto, uno yogurt e cereali e via fuori di casa. Visto il tempo uggioso, approfitto di mio padre per farmi dare un passaggio in stazione, scendo dalla macchina e mi ritrovo una lumachina sulla tracolla e ora mi chiedo, ma come cavolo ci è arrivata lì? (lo so, non c’entra niente ma mi ha colpito la cosa e non mi spiego ancora come possa aver fatto) Il sonno si fa sentire come non mai, e la mia testa inizia a pensare all’esame che dopo neanche un paio di ore avrei concluso. 31 domande in 30 minuti, vetrini su vetrini. Arrivo a Milano, caffè e piccolo ripasso insieme ai compagni di corso. Chiaccherando vengo a sapere della pubblicazione dei punteggi, da parte del ministero della pubblica istruzione, della prova d’ingresso di Medicina. Prima stranezza, non sono poi così interessato a saperlo. Non è da me, che diamine e quello che ho sempre voluto fare e ora sembra non interessarmi più? La mattinata passa stranamente, con un tempo che mi fa compagnia (vento e pioggia). Arrivo a casa e alla fine gira e rigira guardo questo punteggio con tutta la tranquillità che potevo avere in quel momento. 49. Avrei dovuto saltare dalla gioia come minimo. Ma niente, rimango per l’ennesima volta con i piedi per terra e addirittura penso al prossimo esame che mi manca. E pensare che a questo punto potrei anche fregarmene di finire questi esami. Forse sarà che non ci credo ancora che possa essere vero o che forse è questo l’atteggiamento che devo assumere per avere successo nelle cose che vorrei. Partire con un atteggiamento al quanto strafottente, affrontare la cosa e come va va, prendere quello che ti ritorna indietro. Anche ai miei sembra che non interessi poi così tanto. Mio padre è stato capace di dire: << Andrai a dormire sotto ai ponti allora…>> (visto che dovrei trasferirmi vicino all’università) invece che <<Dai, bravo ce l’hai fatta. Sono fiero di te>>.

Stasera me ne vado a dormire con un po’ di pensieri in testa. Dopotutto, domani è un altro giorno…


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