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Pierangelo Bertoli (5 novembre 1942 – 7 ottobre 2002)

Creato il 05 novembre 2012 da Marvigar4
A muso duro
Pierangelo Bertoli

F.Urzino – P.A.Bertoli (1979)

E adesso che farò, non so che dire
e ho freddo come quando stavo solo
ho sempre scritto i versi con la penna
non ordini precisi di lavoro.
Ho sempre odiato i porci ed i ruffiani
e quelli che rubavano un salario
i falsi che si fanno una carriera
con certe prestazioni fuori orario
Canterò le mie canzoni per la strada
ed affronterò la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro.
Ho speso quattro secoli di vita
e ho fatto mille viaggi nei deserti
perché volevo dire ciò che penso
volevo andare avanti ad occhi aperti
adesso dovrei fare le canzoni
con i dosaggi esatti degli esperti
magari poi vestirmi come un fesso
per fare il deficiente nei concerti.
Canterò le mie canzoni per la strada
ed affronterò la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro.
Non so se sono stato mai poeta
e non mi importa niente di saperlo
riempirò i bicchieri del mio vino
non so com’è però vi invito a berlo
e le masturbazioni celebrali
le lascio a chi è maturo al punto giusto
le mie canzoni voglio raccontarle
a chi sa masturbarsi per il gusto.
Canterò le mie canzoni per la strada
ed affronterò la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro.
E non so se avrò gli amici a farmi il coro
o se avrò soltanto volti sconosciuti
canterò le mie canzoni a tutti loro
e alla fine della strada
potrò dire che i miei giorni li ho vissuti.

   Oggi avrebbe compiuto 70 anni Pierangelo Bertoli e di lui ci manca l’impegno, sentiamo il bisogno della sua rabbia, della sua ostinazione nel dire cose scomode e utilizzare la propria condizione non per impietosire o farsi ascoltare dai soliti falsi “buoni”, ma per rompere le scatole e denunciare chiaro e tondo ciò che non va, a partire dalle barriere architettoniche fino all’appiattimento confessionale di questa Italietta. Di Bertoli conservo gelosamente i versi di Certi momenti, canzone audace del 1981 in cui prende posizione non a favore dell’aborto, ma a favore della donna e contro tutti coloro che ne hanno strumentalizzato il corpo per il proprio fine, Chiesa in primis. Li voglio riportare qui perché si apprezzi il coraggio di una persona che non chinava la testa come tanti suoi colleghi, né davanti all’industria discografica, né davanti al potere temporale o spirituale.

Certi momenti
Pierangelo Bertoli

P.A. Bertoli (1981)

Anna che hai scavalcato le montagne
e hai preso a pugni le tue tradizioni
lo so che non è facile il tuo giorno
ma il tuo pensiero è fatto di ragioni
i padri han biasimato la tua azione
la chiesa ti ha bollato d’eresia
il cambiamento impone la reazione
e adesso sei il nemico e così sia
Credo che in certi momenti
il cervello non sa più pensare
e corre in rifugi da pazzi
e non vuole tornare
poi cado coi piedi per terra
e scoppiano folgore e tuono
non credo alla vita pacifica
non credo al perdono
Adesso quando i medici di turno
rifiuteranno di esserti d’aiuto
perché venne un polacco ad insegnargli
che è più cristiano imporsi col rifiuto
pretenderanno che tu torni indietro
e ti costringeranno a partorire
per poi chiamarlo figlio della colpa
e tu una Maddalena da pentire
Credo che in certi momenti
il cervello non sa più pensare
e corre in rifugi da pazzi
e non vuole tornare
poi cado coi piedi per terra
e scoppiano folgore e tuono
non credo alla vita pacifica
non credo al perdono
Volevo dedicarti quattro righe
per quanto può valere una canzone
credo che tu abbia fatto qualche cosa
anche se questa è solo un’opinione
che lascerà il tuo segno nella vita
e i poveri bigotti reazionari
dovranno fare senza peccatrici
saranno senza scopi umanitari
Credo che in certi momenti
il cervello non sa più pensare
e corre in rifugi da pazzi
e non vuole tornare
poi cado coi piedi per terra
e scoppiano folgore e tuono
non credo alla vita pacifica
non credo al perdono
Credo che in certi momenti
il cervello non sa più pensare
e corre in rifugi da pazzi
e non vuole tornare
poi cado coi piedi per terra
e scoppiano folgore e tuono
non credo alla vita pacifica
non credo al perdono



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