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Pierogi. I prelibati ravioli polacchi

Creato il 06 settembre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
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Photo credit: _gee_ / Foter / CC BY

Mezzelune ripiene: di carne o di formaggio, oppure di funghi e crauti o di patate lesse, ricotta e cipolla. O di frutta.
Non si sta chiaramente parlando dei ravioli italiani (che, comunque, vantano una notevole varietà di ripieni) né di quelli cinesi, bensì dei “pierogi” della Polonia.
Famosissimi in tutto il mondo, i pierogi costituiscono una delle più golose specialità della cucina polacca e, in particolare, della cucina tipica della città di Cracovia, dove ogni anno si tiene (nella centralissima piazza Maly Rynec) il “Festival dei Pierogi”.
Bolliti o fritti o impanati, sono in genere serviti con la cipolla o con la pancetta (in seguito a rosolatura nella panna acida o nel burro) se salati, con la salsa di frutta frullata o con lo zucchero se dolci.
I polacchi ne consumano grandi quantità, soprattutto durante le festività natalizie (i pierogi rappresentano, infatti, una delle dodici pietanze tradizionali che vengono preparate in occasione del Natale), anche per via della loro facilità di preparazione. L’amore del popolo polacco per questa vivanda, è tale da averlo portato, nel 1990, ad istituire la “Giornata nazionale dei Pierogi”, che viene celebrata, a Cracovia, l’8 ottobre di ogni anno.
Ai pierogi, naturalmente, non poteva mancare un santo protettore: la scelta dei polacchi (notoriamente molto devoti) è ricaduta su San Giacinto.
Sebbene costituiscano il piatto nazionale della Polonia, i pierogi sono in realtà diffusi in tutta l’Europa dell’est -e in particolare in Russia, in Bielorussia, in Ucraina e in Lituania-, dove hanno fatto per la prima volta la loro comparsa intorno al XIII secolo, importati presumibilmente dall’Asia; il loro aspetto, è, in effetti, molto simile a quello dei ravioli cinesi, dai quali, tuttavia, si differenziano molto per il gusto.
L’ideale è consumarli in patria, meglio se a Cracovia, preferibilmente a pranzo, accompagnati da una gustosa birra locale. E’ consigliabile non esagerare con le quantità (da un minimo di cinque ad un massimo di tredici), poiché, contrariamente a quanto si possa immaginare, non sono propriamente digeribili.
Stando a quanto raccontato da molti turisti sulla rete, i pierogi possono dare “dipendenza”: c’è chi sostiene (fra questi anche molti italiani) di recarsi in Polonia almeno una volta l’anno, solo ed esclusivamente per poter gustare un piatto di pierogi d.o.c..
Eccessi, reali o meno, a parte, è indubbio che la Polonia meriti di essere visitata, non tanto per ragioni enogastronomiche quanto per ragioni storiche e culturali; ciò non toglie, ovviamente, che un viaggio in questo freddo ed affascinante paese, rappresenti anche l’occasione per assaggiare un piatto tradizionale caratteristico ed appetitoso.
Che però, non fatevi illusioni, difficilmente può competere -i polacchi con i pierogi non me ne vogliano male, con la bontà dei ravioli italiani…

Articolo di Dalila Giglio


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