Pierre Rabhi a Nichelino

Creato il 01 giugno 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Questo weekend vede Torino impegnata su un fronte diverso, per certi versi nuovo, quello dell’agricoltura e dell’ecologia sociale, in cui l’ospite speciale è Pierre Rabhi.

Stamattina, presso la Biblioteca Civica Arpino di Nichelino, Pierre Rabhi ha parlato del suo “Manifesto per la terra e per l’uomo” in una conferenza organizzata dall’Assessore all’Agricoltura e alla Cultura Alessandro Azzolina, che ha dato inizio all’incontro raccontando come Nichelino sia una città in transizione, una città che è nata nel boom economico-industriale degli anni ’50 e che come tale è stata costruita e si è sviluppata in un’ottica della ricchezza materiale e della produzione, ma che come molte città si sta affacciando ad un futuro di ecosostenibilità e attenzione all’agricoltura, soprattutto grazie al progetto di “Nichelino fertile”. Insieme all’Assessore, la rappresentante della Coldiretti Torino Stefania Fumagalli e il Professore dell’Università di Pisa Francesco Di Iacovo, che sono intervenuti parlando della necessità sempre più urgente e pressante di dare vita a nuovi pensieri e progetti locali che mirano a sostenere l’agricoltura e l’ambiente, e hanno proposto l’esempio di una città nordica che è passata dall’essere una città con un’enorme industria navale, ad eco sostenersi grazie ad un lavoro politico trasversale che ha investito tutti i campi di azione e che ha portato ad avere una mensa locale alimentata da prodotti del posto e meno disoccupazione perché le persone vengono impegnate nell’agricoltura e nell’energia.

Dopo il loro intervento a prendere la parola sono stati Pierre Rabhi e la sua gentilissima traduttrice. Pierre ha affascinato tutto il pubblico perché è uno di quegli uomini le cui parole sono supportate da una coerenza e da un lavoro immenso. Il suo lavoro, di preciso, è uno sforzo di quarant’anni per costruire le sue “oasi in tutti i luoghi”, per costruire una società che funzioni grazie alle collaborazioni anche piccoli tra ciascun individuo. Per questo motivo ha fondato il “Movimento Colibrì”, che prende il nome, ha spiegato, da una storia che racconta come dopo un grosso incendio, tra gli animali disperati, un piccolo colibrì andava a prendere dal fiume una goccia d’acqua alla volta per buttarla sul fuoco, spiegando che sapeva che potesse sembrare inutile, ma lui faceva la sua parte. Per Pierre Rabhi, ogni uomo dovrebbe fare la sua piccola parte per rendere il mondo migliore sia per le generazioni future sia per aspirare alla felicità e al benessere non materiale ma spirituale. Un mondo che guarda alle donne e all’integrare le donne nei campi politici e decisionali per avere un equilibrio tra forze maschili e forze femminili senza cui non c’è vita, un mondo che guarda all’educazione dei bambini che sono, poi, il futuro, e un mondo che permetta ad ognuno di essere felice, anche riducendo il divario tra le popolazioni povere e ricche. Può sembrare utopico ogni tanto ciò che afferma Pierre Rabhi, ma lui ci crede e ci lotta da quarant’anni, ricevendo un gran seguito in Francia, e ascoltando le sue parole e il suo modo di esporre le sue convinzioni, si ha la sensazione che un cambiamento forte può esserci, se lo si vuole. Si può iniziare leggendo il suo “Manifesto per la terra e per l’uomo”, e  ribellandosi con amore, come fa lui, alle ideologie dei potenti del mondo.

Articolo di Miriam Barone


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