di Georges Simenon
Le inchieste di Maigret
Il carrettiere della “Provvidenza” →
Titolo: Pietr il Lettone
Serie: Le inchieste di Maigret (1)
Titolo originale: Pietr-le-Letton
Genere: giallo
Autore: Georges Simenon (Wikipedia)
Nazionalità: Belgio
Anno prima pubblicazione: 1931
Ambientazione: Parigi e Fécamp (Francia), novembre 1930 o 31
Personaggi: il Commissario Maigret, Pietr il Lettone
Casa Editrice: Adelphi
Traduzione: Yasmina Mélouah
Copertina: Gilberte Brassaï, Le Monocle a Montparnasse (1932 ca.)
Pagine: 163
Provenienza: Amazon (26 gennaio 2012)
Link al libro: IN LETTURA – ANOBII – GOODREADS
inizio lettura: 15 luglio 2014
fine lettura: 17 luglio 2014
Voto: 7/10
Era forse perché aveva di nuovo la pipa fra i denti? O perché tutto il suo essere reagiva dopo le ore di abbattimento, o meglio di incertezza, che aveva appena vissuto?
Fatto sta che in quel momento era più solido che mai. Era, se così si può dire, un Maigret al quadrato. Un blocco tagliato in una vecchia quercia, o meglio in un’arenaria compatta.
Il primo romanzo con protagonista Maigret, nonché il primo romanzo di Simenon, che leggo (finora avevo letto solo qualche racconto). Bellino, ma ammetto che non mi ha entusiasmato come credevo.
Maigret riceve l’avviso dalla polizia internazionale che un noto criminale che agisce in tutta Europa, chiamato Pietr il Lettone, sta arrivando a Parigi.
Questo libro l’ho letto col Gruppo di Lettura LeggerMente
Prima di iniziare a parlare di questo libro, volevo raccontarvi un po’ di circostanze personali che ne hanno accompagnato la mia lettura. Se non vi va di leggere potete saltare direttamente al prossimo paragrafo. :) Per chi resta, non vi preoccupate, non è niente di che! Solo che con questo libro ho per la prima volta provato la sincronizzazione tra il mio kindle e il cellulare. Da poco ne ho uno nuovo (e infatti sono allegramente tornata ad usare Instagram come forse avrete notato grazie alla rubrica “in lettura”), con uno schermo un po’ più grande, e ho voluto provare a installare l’applicazione per il kindle. Devo dire che mi è stata utilissima nei due giorni del TFA, in cui tra viaggi, attese, file e quant’altro ho avuto un sacco di tempo per leggere, ma anche un sacco di scomodità per farlo, e poter usare in caso di “necessità” il cellulare invece del tablet si è rivelato comodissimo!
Veniamo al romanzo. La trama non è come mi aspettavo, cioè non è un giallo in senso classico (alla Agatha Christie per intenderci). C’è un omicidio, ma praticamente fin da subito intuiamo chi è l’assassino, resta solo da scoprirne la vera identità e provare la sua colpevolezza.
L’ambientazione è interessante: ci spistiamo dal lusso del Grand Hotel Majestic alle più squallide bettole, tra Parigi e la città marittima di Fécamp, in un piovoso e freddo novembre dell’inizio degli anni 30 del secolo scorso.
Maigret by crilleb50 on deviantART
I personaggi sono pochi, i due che conosciamo meglio sono Maigret e Pietr. Gli altri sono un po’ più che comparse, ma non si fissano nella memoria del lettore. Maigret io lo conoscevo già per aver letto qualche racconto, ma vederlo qui com’era stato presentato la prima volta mi ha permesso finalmente di farmi un’idea sul personaggio. Vengono infatti qui delineate le sue caratteristiche, sia fisiche (la stazza e la solidità) che caratteriali (la caparbietà, l’esperienza, l’intelligenza) e le sue peculiarità (la pipa, il soffrire il freddo, la moglie che lo aspetta sempre a casa). Ne viene fuori un ritratto interessante, di un uomo dedito a suo lavoro, con un aspetto da burbero tutto d’un pezzo e un cuore d’oro, molto capace, testardo quando serve, sempre affamato e infreddolito. Alla fine, ovviamente, riuscirà a chiudere il caso ma non ne ricaverà poi tanta soddisfazione, essendo più le persone finite male che quelle aiutate.
Anche l’antagonista, questo Pietr il Lettone (che poi, in realtà, scopriamo era originario dell’Estonia), acquista man mano spessore, mentre scopriamo nuove cose su di lui, pur rimanendo fino alla fine il mistero su chi è, davvero, questo Pietr il Lettone.
Piacevole lo stile di Simenon. Concentra l’azione nello spazio di un paio di giorni, col nostro Maigret che indaga giorno e notte, senza fermarsi, senza dormire. Noi seguiamo sempre lui, in tutti i suoi spostamenti, e devo dire che soffriamo non poco con lui, costretto a sopportare disagi fisici, ferite, dolore, e per finire anche il disprezzo di una snob per via del suo abbigliamento non conforme all’eleganza del Majestic. Povero Maigret!
L’indagine in sé, però, non mi è piaciuta particolarmente. Ma qui probabilmente si è solo trattato di aspettative errate da parte mia, che mi aspettavo un giallo classico con la presentazione dei sospettati tra cui l’investigatore, indizio dopo indizio, scopre il colpevole. Questo è un tipo di poliziesco diverso, che si concentra sui personaggi e sulla loro evoluzione, per arrivare poi comunque alla soluzione che… mi ha un po’ deluso.
La copertina di questa mia edizione (digitale) non è male: tutta gialla con l’immagine in bianco e nero al centro, che rappresenta una scena (suppongo) dell’epoca. Non del tutto attinente al romanzo, ma di sicuro non stona. Il titolo è semplice, abbastanza accattivante e carino: approvato! :)
Commento generale.
Un bel romanzo, che però non mi ha convinto del tutto, non c’è stato il colpo di fulmine con Maigret che (non so perché) mi aspettavo. Comunque una trama gialla interessante, anche se per i miei gusti non del tutto soddisfacente, e un personaggio che mi ha incuriosito: sicuramente leggerò altro di Simenon e/o Maigret, anche se magari non proprio tutta la (immensa) bibliografia.
Sfide
Una sfida semplice: tutti diversi (2014)La sfida grammaticale 2014
La sfida infinita 2014
Mini Recensioni 2014
Mount TBR Challenge 2014
Sfida ebook 2014 – 4^ edizione
La Sfida in Giallo 2014
Sfida del P… protagonista 3
Mini recensione in 4 parole
Bello ma non troppoUn po’ di frasi
«C.I.P.C. a Sûreté Parigi«Xvzust Cracovia vimontra m ghks triv psot uv Pietr il Lettone Brema vs tyz btolem».Il commissario Maigret, della 1ª Squadra mobile, alzò la testa ed ebbe l’impressione che il brontolio della stufa di ghisa posta al centro dell’ufficio e collegata al soffitto da un grosso tubo nero si stesse affievolendo.[incipit]«Ma guarda un po’ che roba!» aveva detto quella mattina una cliente del Majestic.Sì, perdio! La «roba» era un poliziotto che tentava di impedire a malviventi di grosso calibro di perseverare nelle loro imprese, e che si ostinava a vendicare un collega assassinato proprio in quell’albergo di lusso!La «roba» era un uomo che non si vestiva da un sarto inglese, che non aveva tempo di passare ogni mattina dalla manicure e la cui moglie preparava invano da tre giorni pranzi e cene, rassegnata, all’oscuro di tutto.La «roba» era un commissario di prima classe con uno stipendio di duemiladuecento franchi al mese, il quale ogni volta che chiudeva un caso, dopo aver messo gli assassini sotto chiave, doveva sedersi alla scrivania, prendere un foglio di carta, fare l’elenco delle spese, pinzarvi le ricevute e le pezze giustificative, quindi litigare con il cassiere!Maigret non possedeva auto, né milioni, né una schiera di collaboratori. E se si permetteva di disporre di uno o due agenti doveva poi mostrarne l’utilità*.* Il mio libro in realtà diceva “futilità”, ma è chiaramente un errore, e sul web ho trovato conferma della cosa (che altrimenti non aveva senso!).
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