Che bello sarebbe se a rappresentarci fossero persone come noi. Che bello sarebbe se a rappresentarci fossero persone con delle competenze, arrivati nelle istituzioni grazie a quelle competenze e grazie quello che conoscono, non a chi conoscono. Che bello sarebbe se ad arrivare nelle istituzioni fossero coloro che riescono a costruire intorno a sé una squadra “intergenerazionale” di volontari: uomini e donne, ragazzi e ragazze che imbustano, volantinano, affissano manifesti, vanno a fare porta a porta, organizzano eventi e serate, fanno telefonate, battono i mercati, le strade, i cinema, i teatri e le università perché credono nel valore del candidato e delle idee che stanno portando avanti.
Sarebbe bello. E è possibile che accada: basta andare a votare Pietro Bussolati alle prossime elezioni regionali, il 24-25 febbraio. Bisogna scrivere il suo nome sulla scheda, quella verde, e così facendo voterete automaticamente anche Umberto Ambrosoli.
Ma perché votarlo? Innanzi tutto, Pietro è un amico, è un ragazzo con cui ho il piacere di lavorare e fare politica da qualche anno e a cui riconosco, prima di tutto, un grande valore “umano”. Questo, però, non è sufficiente per giustificarne il mio sostegno.
Io sostengo Pietro Bussolati perché Pietro Bussolati è un uomo libero, che si batte per ciò in cui crede e che sostiene le idee e i programmi che gli paiono migliori, indipendentemente dalla persona che li propone. A dimostrazione di questo, quando lo conobbi Pietro Bussolati sosteneva Bersani, era il congresso del 2009 e sostenevamo candidati differenti; negli anni le nostre posizioni si sono avvicinate: entrambi sostenevamo la necessità di una sinistra davvero progressista che abbandonasse i tabù e le idee del passato e guardasse al futuro senza paura, con spirito riformista e aperto. Questo percorso ha fatto sì che ci trovassimo, quattro mesi fa, uno di fianco all’altro nella campagna per Matteo Renzi, alle ultime primarie. Un percorso trasversale caratterizzato dall’indipendenza che guida l’operato politico di Pietro Bussolati.
Io sostengo Pietro Bussolati perché rappresenterà gli interessi di tutti i cittadini lombardi. Bussolati non si occuperà solo degli interessi di quelli di sinistra o di quelli che l’hanno sostenuto; non solo quelli di coloro a lui più vicini o che gli stanno più simpatici. Pietro saprà guardare prima di tutto agli interessi della regione Lombardia, farà in modo che nelle nomine della Regione prevalga il merito e non il criterio di appartenenza ad interessi particolari; inoltre, saprà dialogare con chiunque, perché, come dice Obama, la politica dei muri erti tra le diverse fazioni politiche non porta da nessuna parte. Gli ultimi venti anni di governo formigoniano, hanno evidenziato come una politica guidata esclusivamente dai criteri di appartenenza abbia fatto solo danni. Le nomine di primari alle ASL solo perché ciellini, gli appalti dati agli amici, le candidature fatte per debiti di riconoscenza hanno portato a una degenerazione della amministrazione nella nostra regione e ad uno spettacolo particolarmente pietoso negli ultimi tre anni. A Formigoni piace dire che comunque le cose “in Lombardia funzionano” e gli piace ricordare che “siamo primi in tutto”. Caro Roberto, se siamo “primi in tutto” (e ciò è comunque tutto da dimostrare), va detto che siamo “primi in tutto” nonostante Formigoni e le sue giunte, non grazie alla politica lombarda degli ultimi venti anni.
Siamo, infatti, la regione più ricca grazie alle competenze dei cittadini lombardi, alle tante imprese che coprono il territorio della nostra regione, al valore aggiunto che la fantasia e la creatività dei nostri concittadini (italiani e stranieri) riescono a creare.
La prossima giunta e il prossimo consiglio regionale dovranno favorire e fare da sponda a tutti questi valori, dovranno essere capaci di ascoltare e dare risposte. I prossimi eletti dovranno essere capaci di sostenere la crescita e sviluppare il potenziale inespresso che le ultime giunte, caratterizzate da promesse rimaste tali e chiacchiericcio inconcludente, non solo non sono riuscite a far emergere ma che, anzi, si sono rivelate essere barriere e ostacoli a questi processi virtuosi.
In quest’ottica, un candidato migliore di Pietro Bussolati, davvero non ci potrebbe essere: un ragazzo di 30 anni, che non ha sempre fatto politica, ma ha anche lavorato occupandosi di concorrenza per ENI e che ha un master in Bocconi, una persona normale, appassionata e disponibile è davvero quel che ci vuole, insieme a tanto altro, per scardinare un sistema divenuto inaccettabile.
Alla Lombardia bisogna iniziare a “dare del tu”. Fallo scrivendo BUSSOLATI sulla scheda verde.
N.B. Se volete conoscere il candidato, mercoledì 20/02/2012, chiudiamo la campagna elettorale con una serata al Plastic dopo mesi di volantinaggi al freddo e noiosi incontri istituzionali. Venite dalle 22.30! L’ingresso è gratuito, si balla, si ascolta buona musica e potrete parlare con Pietro (qui l’evento su Facebook).
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