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Pietro Grasso, ovvero la confusione dei grillini

Creato il 18 marzo 2013 da Tiba84
Pietro Grasso, ovvero la confusione dei grilliniPersonalmente sono incredibilmente felice dell'elezione dei due presidenti delle camere, come ho anche già scritto. Credo che sia una vittoria del PD, ovvero un piccolo segnale di cambiamento; attribuibile in toto al PD: gli eletti appartengono al gruppo che è stato eletto, addirittura la candidatura di Grasso suscitò numerose polemiche.
Ovviamente c'è chi continua a prendersela col PD, perché gli attribuisce un atteggiamento furbo o, perché no, d'aver cavalcato il cambiamento dei grillini. Di aver proposto questi candidati solo in conseguenza dell'atteggiamento dei grillini.
Al di là del fatto che logicamente questa inferenza non tiene: non si diventa buoni solo perché gli altri che ci sono accanto sono buoni. Paradossalmente, infatti, è la contro-candidatura di Schifani ad indicare una politica a cui contrapporsi, contro cui essere cambiamento, contro cui "migliorare". Quindi il merito andrebbe a Berlusconi, più che a Grillo di questo cambiamento. Tanto più che i grillini si sono spaccati, non hanno votato Grasso, Grillo vuole scacciare quei pochi che lo hanno fatto. Addirittura hanno tirato fuori la storia che Grasso voleva conferire un premio a Berlusconi per la lotta alla mafia. Il paradosso è che la storia è ben diversa e controllando su internet la si poteva conoscere: paradossale, dunque, che chi fa di internet il proprio strumento di battaglia, poi ci si perda dentro.
L'intervista in cui Grasso parlò di un premio a Berlusconi, intervista tutt'altro che ufficiale, era all'interno del programma La Zanzara, di cui è ben noto lo stile polemico. Ne riporto l'audio:

Travolti dal tifo da strada, ci si è dimenticati che gli intervistatori (Parenzo e Cruciani) giocavano a provocare per mettergli in bocca la frase su Berlusconi; insistevano: “Ma lei glielo darebbe un premio a Berlusconi!” Grasso risponde che, in effetti, per quanto riguarda le leggi che erano state approvate, che hanno permesso il sequestro di enormi beni alla mafia, si poteva dare la medaglia a Berlusconi. Ma poi aggiunge che avevano chiesto anche una serie di altri provvedimenti per rendere efficiente la lotta alla mafia ma su quelli “stiamo ancora aspettando”.
Ancora un volta, povera Italia!
Continuare a lamentarsi che il PD non intenda cambiare, oggi, forse è inutile e pericoloso. Ce ne mette in guardia Padellaro sul Fatto quotidiano di oggi:
Molto si dirà sulle divisioni dei senatori a cinque stelle, sulle grida che salivano dalle stanze di Palazzo Madama dove i ‘cittadini’ siciliani si ribellavano, giustamente, all'idea di far vincere l'avvocato dei mafiosi Schifani perché costretti a non votare il magistrato antimafia Grasso. Ed è stato così che, descritti come gli automi radiocomandati da Grillo e Casaleggio, ieri hanno fatto di testa loro, riversando sul candidato democratico quanto bastava per farlo arrivare tranquillo alla presidenza del Senato. Mentre qualche ora prima si erano visti i grillini di Montecitorio appollaiati sui banchi più alti, come i Montagnardi della Rivoluzione francese, spellarsi le mani per Laura Boldrini, presidente della Camera e “di chi ha perduto certezze e speranze”. È l’effetto tsunami che scombina i vecchi giochi e costringe Bersani a smacchiare Franceschini e Finocchiaro, candidati d'apparato, perché altrimenti, come da giorni gli ripetevano i giovani turchi Orfini e Fassina, “alle prossime elezioni Grillo ci spazza via”. Poiché, bisogna dirlo, l’eterogenesi dei fini ha fatto sì che la guerra fra Pd e M5S per ammazzarsi a vicenda abbia prodotto qualcosa di nuovo che giova a entrambi, costringendo Berlusconi a osservare la sconfitta dietro un paio di lenti scure circondato dai suoi impiegati attoniti. Ci sarà tempo per tornare a spararsi contro, ma intanto il movimento di Grillo impara che per cambiare la politica bisogna avere il coraggio di farla rischiando all’occorrenza di sporcarsi le mani. Mentre il partito di Bersani ora sa di poter giocare qualche carta in più quando la settimana prossima il candidato premier andrà al Quirinale per ottenere un incarico che Napolitano sembra riluttante a dargli. Dopo una giornata così, l’idea che sia tutta un’illusione passeggera perché presto si tornerà alle urne è davvero crudele. L’uomo con gli occhiali neri non aspetta altro.

Continuiamo a lamentarsi, a spaccarci, o vogliamo cambiare il paese?

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