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Pietro Ingrao compie 100 anni

Creato il 30 marzo 2015 da Marvigar4

Ingrao

   Un secolo di vita attraverso la crisi postbellica del primo conflitto, il ventennio fascista, la seconda guerra mondiale, la resistenza partigiana, la nascita della repubblica italiana, la militanza nel Partito Comunista, l’ingresso in Parlamento, la Presidenza della Camera, gli anni di piombo, la caduta del Muro di Berlino, la svolta della Bolognina, l’adesione al PDS e poi l’indipendenza critica nei confronti della sinistra. Più o meno, in una sintesi estrema, questo è stato il percorso di Pietro Ingrao, nato a Lenola il 30 marzo 1915: un reduce, un sopravvissuto, uno tra gli ultimi testimoni eccellenti di un Novecento che ha partorito insieme agli orrori più atroci anche le speranze di un nuovo mondo non più macchiato dal sangue degli innocenti. Nel 2003, in Non ci sto! Appunti per un mondo migliore, un libro scritto con Alex Zanotelli, padre comboniano, Pietro Ingrao riassume esemplarmente quanto i suoi occhi hanno potuto vedere da Auschwitz in poi:

   «È stata una storia terribile. Ma non è tanto questo, perché forse è il passato che ho vissuto io e che a me sembra il male più grande che ci sia. La cosa che mi colpisce di più adesso, oltre alle tragedie dei popoli, è la normalizzazione della guerra. Noi siamo usciti da quelle catastrofi, che sembrava che non dovessero più ritornare. Invece la guerra è tornata senza grande scandalo: non solo non è finita ma continua ad essere praticata e sta diventando un mezzo normale. È rispuntata la guerra giusta e persino la guerra santa».

   Quest’uomo, apprezzato anche dagli avversari politici, che trova tuttora la forza per osservare e sostenere le proprie posizioni, ha deciso un anno fa di aprire un sito su Internet e regalarci i suoi punti di vista, i documenti della sua vita, politica e non, accogliendo il visitatore con queste parole:

«Cara lettrice, caro lettore,

internet non è un mezzo consueto, per chi è nato nel 1915; ma è il mezzo di comunicazione del presente, e ho pensato di usarlo. Sono un figlio dell’ultimo secolo dello scorso millennio: quel Novecento che ha prodotto gli orrori della bomba atomica e dello sterminio di massa, ma anche le speranze e le lotte di liberazione di milioni di esseri umani. Scriveva Bertolt Brecht:

“Nelle città venni al tempo del disordine,

quando la fame regnava.

Tra gli uomini venni al tempo delle rivolte,

e mi ribellai insieme a loro.”

   Il mondo è cambiato, ma il tempo delle rivolte non è sopito: rinasce ogni giorno sotto nuove forme. Decidi tu quanto lasciarti interrogare dalle rivolte e dalle passioni del mio tempo, quanto vorrai accantonare, quanto portare con te nel futuro.

Buona esplorazione».

   Posso solo ringraziare Pietro Ingrao per il suo impegno, per le sue decisioni sofferte e non sempre condivisibili, per l’entusiasmo, l’importanza e il valore della sua testimonianza secolare.

http://www.pietroingrao.it/

© Marco Vignolo Gargini


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