Sono da leggere e da ri-leggere le belle poesie di Pietro Pancamo, classe 1972.
Coordinatore del portale L(’)abile traccia (citato in un volume della Zanichelli) e redattore del blog letterario collettivo Viadellebelledonne è anche direttore editoriale di Poesia, L(’)abile traccia dell’universo, un programma dell’emittente milanese Pulsante Radio Web.
Autore di Manto di vita (LietoColle), silloge di versi che ha attirato l’interesse di Giancarlo Pontiggia, compare nelle antologie Poetando. L’uomo della notte (Aliberti editore) e Mentre un’altra pagina si volta (Giulio Perrone Editore) curate rispettivamente da Maurizio Costanzo e Walter Mauro.
Fra le riviste da cui è stato pubblicato o recensito figurano: La poesia e lo spirito, Tuttolibri (inserto de La Stampa), Poesia (Crocetti Editore), Poesia (blog della Rai), Scriptamanent (Rubbettino Editore), Gradiva, Atelier, Stilos, El Ghibli, Corpo12, Lettera.com, Il Paradiso degli Orchi, BooksBrothers, TerraNullius, Tangram, Progetto Babele, Filling Station (quadrimestrale canadese) e Snow Monkey (periodico statunitense).
D’estate scrive recensioni per il sito dell’edizione fiorentina del Corriere della Sera.
Ecco alcuni assaggi editi e inediti della sua poesia
Filosofia
Parole e frasi sono gli intercalari del silenzio
che smette, ogni tanto,
di pronunciare il vuoto.
Allora qualche indizio di materia
deforma l’aria,
descrivendo le pause del nulla
prima che il silenzio
si richiuda.
(Le mani s’infrangono
contro un gesto incompiuto)
Confronto
S’alza al mattino
un fumo di tigri
dalle iridi aperte,
in campagna;
un’espressione grinzosa
rimbocca la faccia
dei contadini.
E mentre il fiume
s’accalca ai loro piedi,
si spulciano gli occhi
scrupolosamente
trovandovi affogate
zampette di ragno.
Io invece,
montanaro del cuore che batte,
m’inerpico per un letto castano
di mie pietruzze in salita.
Poi, di sera,
– tornando a zonzo verso casa –
sembro un fantasma nero che,
appuntito come un ago,
viaggi sui trampoli del buio.
A mezzanotte
Ecco i fantasmi di queste labbra
e di quegli uomini all’occhiello dell’amore,
che attraversano le ombre cave dell’aria mansueta
con lo sguardo di chi trova nel buio
un manto di vita.