Magazine Diario personale

Pietro, Paolo e una barca di pronostici

Da Scribacchina

Barca di San Pietro

Cari soliti lettori, domani – se non ve n’eravate accorti – è il 29 giugno.

«Embè, Scribacchina?»
«Mancavi proprio tu a ricordarmi che giugno è già volato via: grazie, eh…»
«Cos’è, un modo come un altro per segnalare un concerto, domani sera?»

Ma che concerto e concerto, solito lettore numero tre.
E se giugno vola via, mica è colpa mia, solito lettore numero due.

Giovincelli: debbo proprio dirvi tutto io?
Il 29 giugno è nientepopodimeno il giorno in cui si festeggiano i santi Pietro e Paolo.

… Beh, l’ammetto: detta così, potrebbe pure sembrar notizia scontata.
Comunicata dall’atea Scribacchina, poi, par quasi eresia.
E invece no.

Passo indietro.
Dovete sapere che Scribacchina fu cresciuta a pane e credenze popolari (e pure a pane e vocabolario, ma quest’è un’altra storia): pronostici, bocce di cristallo, segni nel cielo da interpretare seguendo i dettami degl’avi. La cosa degenerò in adolescenziale età, quando fu presa nel vortice della lettura dei tarocchi e della chiromanzia. F
u soltanto una parentesi, per la verità: oggidì la sottoscritta nutre poco se non nullo interesse per le due arti.

Ad ogni modo.
Quand’ero piccina, la di me mamma (razza purosangue veneta: tuttora, dopo oltre quarant’anni passati nella Bassa bergamasca, la sua parlata nord-est italica è impeccabile) eseguiva un’affascinante operazione la sera del 28 giugno.
Trattavasi di rito tramandato da diverse generazioni, tanto incantevole che Scribacchina – una volta cresciuta – iniziò a ripeterlo pei fatti suoi; tuttora l’esegue puntualmente una volta l’anno, con quella particolare fierezza che accompagna i riti tramandati di madre in figlia.

Chissà se ne avete mai sentito parlare: trattasi della Barca di San Pietro, un sistema infallibile (così pare) per verificare se i raccolti dell’anno saranno buoni o cattivi.
Esulando dai pronostici agrari, Scribacchina preferisce attribuire al risultato dell’esperimento un significato più personale: vi legge dunque se i mesi a venire saranno felici e sereni o – al contrario – tristi e malinconici.

Per la cronaca, sinora la Barca non ne ha azzeccata una.
Tant’è: io ci ritento ogni anno
.

Vado ora ad illustrarvi come eseguire l’esperimento, di modo che anche voialtri possiate avere un bel pronostico personalizzato pei mesi a venire.
Fare la Barca di San Pietro è operazione d’una semplicità estrema.
Prendete un vaso trasparente e liscio (va bene pure quello dei sottaceti, soliti lettori, ma che sia ben lavato, piuttosto grandino e totalmente privo d’etichetta); riempitelo d’acqua del Sindaco fino a quattro dita dall’orlo, indi versatevi un albume d’uovo (altresì denominato 
«chiara») all’interno, facendo attenzione a non contaminarlo col tuorlo (altresì detto «rosso») che utilizzerete domani per farvi una frittatina.
Prendete ora il vostro vaso e scendete in giardino; posizionatelo proprio sotto il cielo e le stelle… ma no, che avete capito? Non sotto la pianta di fico, diamine! Spostatelo più a sinistra… ecco, lì va bene.
Augurategli ora la buonanotte, girate i tacchi delle infradito e andatevene a letto, possibilmente cercando di fare bei sogni; se avete cattivi pensieri, una camomilla fredda con qualche cubetto di ghiaccio – vista la calura di questi giorni – farà al caso vostro.

Domattina, di buon’ora, recatevi in giardino, recuperate il vaso e – con grande attenzione, senza shakerarlo – portatelo in cucina. Nella più totale tranquillità, di fronte alla vostra tazza di the (o di latte, o di caffè, o – se avete gli stessi gusti di Scribacchina – di the speziato alla cannella), rimirate attentamente il risultato dell’esperimento.

… Come come?
Vedete soltanto uno strano agglomerato biancastro, con tante bollicine?
Via, questo è quel che si dice «esser prosaici».
Avanti, aguzzate l’ingegno.
Fate volare la fantasia, una volta tanto.

La vedete? Quella massa color avorio potrebbe ben essere una barca, con tanto di vele, corde, pennoni, albero maestro; più essa è piena di dettagli e simile – appunto – ad una barca, più positivi saranno i mesi a venire.

Ci risentiamo domattina, soliti lettori, col mio personalissimo responso.
Nell’attesa – e in maniera del tutto atea, va da sé – mando un saluto ai due Santi italiani di cui sopra. Santi, ma pure poeti e navigatori del web.


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