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Pietro Taricone mito troppo giovane

Creato il 29 giugno 2010 da Dejavu
E' successo tutto così in fretta, tutto a precipizio. La notizia che Pietro Taricone fosse grave dopo un incidente è piombata sulla mia testa a caduta libera proprio come il suo paracadute a Terni. E qualche mia lacrima.
"Pietro? Ma è ancora tanto giovane" - ho pensato "e ha una figlia ancora così piccola". E poi giunge la notte con i punti di sospensione nella mente, senza sapere se per lui ci sarebbe stato un domani come fortunatamente per me e per molte altre persone. Ce l'avrebbe fatta a rivedere la vita? Purtroppo, quando i medici parlano di "miracolo" già hanno emesso una diagnosi certa.
Ricordo molto bene i suoi esordi. Tornavo dall'Università dopo aver dato l'esame di antropologia criminale e la prima cosa che mia sorella mi disse alla stazione - anziché chiedermi com'era andata - fu che Pietro e Cristina Plevani avevano trombato in diretta nazionale. Capii che era già entrato nell'immaginario collettivo, nelle case, begli uffici di parecchi italiani. Lui e Marina La Rosa stavano decidendo le sorti del primo esperimento italiano da reality. Cosa che, a giudicare dalla longevità del Grande Fratello, fecero più che bene. E poi il calendario di un Taricone boxeur che campeggiava dietro la scrivania delle segretarie, la preferenza che la conduttrice Daria Bignardi sfacciatamente gli dimostrava, la sua capacità di venderti Caserta - reggia del Vanvitelli compresa - come se fosse un souvenir da piazza. Quando venne dalle mie parti a fare una serata, fu spaventato da un esaltato che per poco non lo aggredì. Lui scappò come un pulcino impaurito dietro alle persone della sicurezza, mostrando una remissività inversamente proporzionale al suo tono muscolare. Voleva fare il "magistrato tatuato" ma poi, come sovente succede, la sua esistenza prese un'altra piega. Proprio come ieri.
Questo è il mio tenero ricordo per lui. Uno dei tanti.
Cristina Plevani e Rocco Casalino commossi per Taricone

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